La cura di un piccolo patrimonio di ex voto, raccolta custodita nel Santuario della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio (Como) - voluta dall'Ordine dei Frati Cappuccini in collaborazione con il Centro di ricerca CREA dell'Università Cattolica di Milano - è iniziata con un restauro conservativo esemplare, per poi diventare terreno di ricerca per studiosi di arte, storia, sociologia e iconologia. La valorizzazione del bene culturale parte dall'individualizzazione della fonte delle grazie in due differenti immagini custodite nel Santuario di Ossuccio quale premessa all'insorgere della devozione mariana prodiga di grazie. Le ipotesi di lettura iconologica delle immagini offrono l'occasione di osservare uno spaccato della vita e degli affanni del popolo della sponda occidentale del lago e di ricostruirne alcune vicende, che spaziano ben oltre i confini ladani. La tradizione degli ex voto si rivela storicamente come attestazione riconoscente di un'irruzione della potenza del divino nella vicenda umana. Cielo e terra diventano la fonte di un dialogo attraverso cui i due estremi si cercano a vicenda. Il legame che si annoda è aspirazione a un divino capace di farsi compagnia piena di misericordia per l'uomo sofferente.
Come l'arte influisce sulle nostre vite? Che cosa succede quando osservando un'opera abbiamo un'intuizione, un momento di consapevolezza e in che modo si riavvia il processo di conoscenza e di comprensione, quella ricerca di significato che è propria del genere umano e che stabilisce il rapporto con il tutto? Queste e altre domande sono al centro delle ricerche che gli autori dei saggi portano alla luce attraverso diverse indagini sulle posizioni filosofiche di Gaston Bachelard, Bernard Lonergan, Susan Langer, Abraham Maslow. È a tema anche il ruolo pionieristico dell'americana Hilla Rebay, cui si devono le scelte orientative che andarono a costituire la collezione di Samuel Guggenheim, oltre al dibattito sulla concezione che sottende la costruzione del museo Guggenheim ad opera di Frank Lloyd Wright nel suo costitutivo nesso con la mission educativa. Come quello della Rebay, il pensiero teorico di Irene Woinar, pedagogista polacca, nasce in risposta ai bisogni della vita, quali l'educazione e la trasformazione della società. A tal fine il punto è sempre il cambiamento della persona che l'arte può favorire grazie alla sua capacità di rendere percepibili le dimensioni più profonde dell'esistenza. Alla ricerca teorica si affianca anche la ricerca applicata in due casi di studio che dimostrano quanto le esperienze proposte in un diretto contatto con l'opera d'arte agli adulti piuttosto che ai bambini possano essere trasformative.