Il ruolo della cultura in Francia e in America; pragmatismo e democrazia; iconografia e autorappresentazione dei popoli; il femminile nell'esperienza giudaico-cristiana; il nuovo statuto della psicanalisi; il corpo e l'amore come forma di conoscenza... In tre interviste rilasciate negli anni Ottanta, de Certeau posa lo sguardo lucido e sorprendente del savant su molte questioni del nostro tempo, applicando i propri strumenti storici e concettuali non più alla cultura medievale o alla mistica secentesca, ma a temi profondamente radicati nell'oggi. Lezioni di pensiero ma anche conversazioni piacevoli, in cui de Certeau non esita a rispondere con spontaneità alle curiosità degli intervistatori sulle sue impressioni di viaggiatore, sulle sue abitudini, sul suo tempo libero. Una possibilità inedita offerta al lettore italiano per conoscere meglio un pensatore a volte difficile e misterioso, nella varietà e vivacità dei suoi interessi e in una dimensione più affabile.
In questo volume sono raccolti due saggi di Michel de Certeau sul "credere" come pratica sociale, scritti agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso. Come spesso accade con i saggi di de Certeau, anche qui viene reso fruttuoso un metodo di lavoro che si colloca all'incrocio di discipline diverse, quali la storia, l'antropologia culturale e la linguistica storica. Lo scopo che de Certeau persegue è duplice: da un lato mostra come il credere si sia modificato grazie all'avvento della modernità, la quale ha reso inoperante il legame che il credere aveva con le relazioni tra individui concreti e ha trasformato il credere in una pratica discorsiva in cui ne va invece del rapporto che una comunità di "parlanti" intrattiene con un insieme di enunciati; dall'altro, de Certeau svolge un'analisi di come il credere non possa essere pensato al di fuori dei contesti istituzionali che sostengono un dato sistema di credenze, sia per confermarlo, sia per utilizzarlo a proprio vantaggio. Sullo sfondo, la resistenza che le credenze oppongono alla presa delle istituzioni: mobili e nomadi, legate a ciò che fornisce un significato non solo al legame sociale, ma anche alla vita degli individui, le credenze per de Certeau attestano la vitalità di una pratica sociale che per definizione non può lasciarsi amministrare interamente dal potere istituzionale.