Il libro rappresenta un documento di importante testimonianza. Quella che viene raccontata è storia di prima mano: gli indios e i loro costumi, le credenze originarie, prima della contaminazione spagnola. La scrittura di Las Casas è semplice ed efficace, a differenza della tipica prosa dell'epoca, e conduce il lettore a calarsi con semplicità nel ritratto di un intero popolo, spazzato via dall'avidità europea. Opera tradotta in tutta Europa, ha influenzato il pensiero illuminista del filosofo francese Montaigne ed è stata la base, nei secoli moderni, per la ricostruzione di una coscienza storica sudamericana. Le cronache e le descrizioni contenute in essa raccontano le atrocità commesse dai conquistadores e ne hanno fatto, nel corso del tempo, uno strumento di propaganda per i nemici del colonialismo spagnolo e un elemento cardine della "leggenda nera".
En la famosa "Brevísima relación de la destruición de las Indias", el dominico padre Las Casas expone una selección de las atrocidades —acciones negras— que se cometieron en las conquistas del Nuevo Mundo que llamamos América. En ella principalmente se apoyó la «leyenda negra» antiespañola y por ello fue traducida a todas las lenguas cultas de Europa. Pero, si la «leyenda negra» tiene que ver mucho con la "Brevísima", ésta no tiene que ver nada con aquélla. Las Casas no escribió en tal opúsculo ninguna «leyenda negra», sino retazos de una «historia negra». Es cuestión de «espíritus»: el padre Las Casas escribió la "Brevísima" para evitar la destrucción de España; el sectarismo político europeo —al que poco o nada le importaban los indios— utilizó la "Brevísima" precisamente para perjudicar a España. La presente edición es muy distinta de todas las anteriores por las novedades que contiene: confrontación del texto impreso por el mismo padre Las Casas en Sevilla, 1552 (que es el que aquí se adopta), con el del único manuscrito que se conserva (que contiene el texto de 1542) a fin de resolver algunos problemas de impresión; complementación del texto; racionalización de los períodos; actualización de las formas gráficas (respetando las fonéticas); notas aclaratorias de personajes y sucesos a pie de página; y notas críticas orientadoras al final del libro.
"Las Casas godeva di una pessima fama presso i coloni spagnoli, come uomo intemperante e ostinato. Il suo torto maggiore era aver restituito tutte le terre e liberato tutti gli indios che gli erano stati assegnati. La sua tesi era che la conquista del Nuovo Mondo e la conversione degli indios, attuate con la violenza, non avevano alcuna giustificazione teologica. Quello che potremmo chiamare il 'multiculturalismo pacifista' di Las Casas da al suo pensiero una straordinaria attualità teorica e politica." Danilo Zolo
Questa è la relazione richiesta dall'imperatore di Spagna Carlo V, dopo le ampie esposizioni orali fatte dal domenicano Bartolomé De Las Casas, sulle distruzioni operate dalle armate spagnole nelle Indie (Antille, Messico, Guatemala, Venezuela, Florida, Rio della Plata). "Io ho deciso, per non essere reo, tacendo, di mettere a stampa..." le ingiustizie e le devastazioni, le rovine e le distruzioni... le opere inique, tiranniche, condannate... esecrabili e abominevoli fatte dagli spagnoli alle genti delle Indie "pacifiche, umili e mansuete". La denuncia più dura e documentata della conquista delle Americhe scritta nel 1542 e tuttora considerata uno dei libri classici per conoscere il massacro dei popoli indios.