A Paolo Borsellino, spazzato via venti anni fa da un'autobomba sotto casa di sua madre, in via D'Amelio a Palermo, piaceva citare dal Giulio Cesare di Shakespeare la frase secondo cui "è bello morire per ciò in cui si crede. Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola". Il fatto è che l'omicidio di Borsellino è ormai diventato uno di quei buchi neri della storia italiana, simile in questo al rapimento Moro, in cui come in un gorgo si annodano e si raccolgono tutti i misteri, i protagonisti, le inconfessabili verità di un paese che ha sempre avuto molto da nascondere, in primo luogo a se stesso. "Questo è stato il destino del nostro eroe; e l'Italia non è un paese per eroi. La ricerca della verità sul suo assassinio implicava un contributo di onestà, che è stata soffocata. Difficile ormai che si possa recuperare il tempo perduto, perché ormai quella stessa ricerca della verità è strettamente connessa (i luoghi, i palazzi di giustizia, i contesti) con la ricerca delle ragioni della disonestà di chi doveva cercarla. E dunque, diventa un'impresa quasi impossibile." Ma quello che è possibile fare è mettere insieme tutti i pezzi, ripulirli a uno a uno e metterli nell'ordine giusto, per raccontarli a chi li ha dimenticati, o li ricorda solo confusamente. Questo è ciò che Enrico Deaglio ha fatto in questo libro.
Qualcuno non lo avete mai sentito nominare, per altri avete pianto. Di qualcuno vi stupirete che fosse ancora in vita. Di qualcun altro direte: era ora. E vi lamenterete perché altri sono stati esclusi dalla lista. Sono persone, illustri e non illustri, che se ne sono andate nel 2011. Cioè, sono appena morte. Uomini politici, attrici del cinema, pittori, cantanti, esploratori, politici lungimiranti, dittatori, seduttori e seduttrici, eroi sconosciuti, vittime dimenticate, generali, campioni dello sport, rivoluzionari, diplomatici, artisti, registi, filosofi, scrittori. Uno è riuscito a cambiare in peggio le nostre vite negli ultimi dieci anni. Una aveva una voce che sapevi che si sarebbe spezzata. Uno andava troppo forte: era fatto così. Uno si è dato fuoco in Tunisia. Era appena iniziato l'anno. Due erano i maggiori poeti italiani. Sessantanove erano ragazzi della gioventù laburista norvegese. Uno è stato definito "il nuovo Leonardo da Vinci". In questo libro troverete oltre cento biografie di persone da ricordare, parte di una grande famiglia. Quella umana, ben s'intende. Come quando, dopo cena, si raccontano storie di buoni e cattivi, che ci sono passati vicino mentre andavamo... Già, dov'è che stavamo andando? Con la collaborazione di Frank Viviano.