"Cara amica catechista, caro amico catechista, come inizieremo quest'anno? Dopo il trauma subìto, dopo le molte previsioni e le molte smentite, sotto molti condizionamenti e forse inestirpabili paure, come comincerà quest'anno? La sapienza cristiana legge in ogni inizio un'occasione, una grazia, una novità. Tanto più in questo 2020: molte delle solite cose sono da re-inventare. Forse tutto come prima? Forse niente come prima? Piuttosto saremo docili allo Spirito di Dio e come «ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli: è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (cfr. Mt 13,52). Chi può trovare parole adeguate per esprimerti la riconoscenza della comunità e mia per il tuo servizio? Sono per lo più donne coloro che, con il mandato del parroco e della comunità, prestano il servizio della catechesi per l'Iniziazione cristiana."
«In un tempo di fatica esistenziale per tutti, per il crescere dell'ansia, a seguito della interminabile pandemia, occorre uno stile nell'esercizio dei ruoli di responsabilità che assicuri e rassicuri, che protegga e promuova, che offra orizzonti di speranza, anticipando, nella fermezza e nella gentilezza, il senso promettente e sorprendente della vita, con un agire non tanto e non solo solidale ma sinceramente fraterno». Spesso chi ha responsabilità si trova di fronte «il singolo individuo, incline a pensare solo a sé e a ritenersi il centro dell'universo, secondo un individualismo troppo diffuso e troppo approvato, ritenga che i suoi desideri, bisogni, pretese, tutto sia legittimo e urgente». La priorità irrinunciabile è innanzitutto la famiglia, a partire dalla «promozione delle condizioni che rendano desiderabile e possibile la formazione delle famiglie». Una stabilità del nucleo familiare avviene se «trova nella società condizioni di vita serene, sane, per la disponibilità di case accessibili, per occasioni di lavoro propizie, per il sostegno necessario alla paternità e alla maternità responsabili, per alleanze educative». Altra priorità sono i giovani. «L'emergenza educativa deve richiamare l'attenzione di tutti non solo nello sconcerto di episodi di cronaca impressionanti per aggressività, degrado, depressione. La stagione indefinita del Covid-19 ha diffuso, soprattutto negli adolescenti e nei giovani, svariate forme depressive, con un aumento considerevole dei disturbi alimentari sino alle forme estreme della bulimia, dell'anoressia, del buttar via la vita nei rischi estremi e nel suicidio». La riconoscenza e la gratitudine vanno a tantissime persone impegnate sui vari fronti: sindaci, amministratori, forze dell'ordine, insegnanti, personale sanitario, sindacati, volontari, professionisti. «Ringrazio tutti coloro che vivono con onestà, impegno, fiducia i rapporti ordinari e che contribuiscono a dare della nostra città e del nostro territorio l'immagine di una società in cui è possibile una vita buona». «È mio desiderio incoraggiare tutti nella pratica della lungimiranza, fieri della nostra identità ambrosiana e proprio per questo forti nel resistere a ogni illegalità, tentazione divisiva, mancanza di speranza, certi che la potenza d'amore dello Spirito continua ad abitare anche la nostra Milano facendo germogliare infiniti semi di bene».
Mentre in chiesa si facevano le prove del presepe vivente, dalla sua finestra Nicolò ha visto sfilare per la strada tutti i protagonisti della natività. Qualcosa del genere lo ha fortemente suggerito papa Francesco a tutta la Chiesa: «Mettersi in cammino per ascoltare e comprendere nuovamente quanto lo Spirito di Dio vuole suggerirci oggi». Mettersi in cammino per ascoltare e comprendere nuovamente quanto lo Spirito di Dio vuole suggerirci oggi. Usando una parola un po' difficile, il Papa ha chiesto alla Chiesa di mettersi in atteggiamento di "sinodo" (che significa proprio "insieme sulla strada"). Questo racconto ha il desiderio di riprendere il mistero del Natale in prospettiva sinodale. Età di lettura: da 6 anni.
Per far giungere nelle case i consueti auguri natalizi, l'arcivescovo Mario Delpini ha immaginato quest'anno che a scrivere fosse la "Mamma di famiglia" Gianna Beretta Molla. Si rivolge così, attraverso una serie di lettere "firmate" dalla santa, alle persone che si preparano a festeggiare il Natale: la nonna, la ragazzina, il bambino vivace, il medico, il sindaco, il parroco, lo straniero... per concludere con un pensiero dedicato a chi il giorno della festa lavorerà. Una benedizione, un messaggio di vicinanza e di speranza per superare i momenti difficili e gioire della nascita di Gesù.
La Proposta pastorale dell’Arcivescovo di Milano per l’anno 2021-2022 nasce dalla domanda: “Come attraversiamo il tempo che viviamo, noi discepoli del Signore?”, e fa esplicito riferimento alle fatiche vissute da tutti, nell’esperienza personale e nelle comunità cristiane, nei mesi segnati dalla pandemia.
Una questione che monsignor Mario Delpini affronta raccontando il suo “sogno”: proporre «il volto di una Chiesa unita, libera e lieta come la vuole il nostro Signore e Maestro Gesù».
Su questi tre perni si sviluppa la Proposta pastorale per la diocesi di Milano, chiamata a essere unita nella comunione, libera di esprimere la propria vocazione alla fraternità e capace di gioia pur nel tempo del travaglio.
La proposta articola poi tre percorsi per la vita delle comunità cristiane: il primo, di ascolto della Parola, attraverso la lettura e la meditazione dei capitoli 13-17 del Vangelo secondo Giovanni; il secondo, di trasformazione del volto del decanato, verso la costituzione dell’Assemblea Sinodale Decanale e del Gruppo Barnaba; il terzo, di nuovo protagonismo della famiglia, nell’anno speciale indetto da papa Francesco “Famiglia Amoris Laetitia”.
Le riflessioni dell'arcivescovo per il cammino della Chiesa di Milano nella città alla luce della Parola di Dio. Provocazioni sul tempo presente e sulle sue urgenze, che sollecitano la responsabilità personale e la testimonianza dei credenti, nei rapporti con i fratelli, nella convivenza civile.
Affido il mio messaggio a coloro che fanno visita alle famiglie in questo periodo, preti, diaconi, incaricati della parrocchia consacrati e laici. La visita alle famiglie è un’esperienza così bella, talora così faticosa, in tempi di epidemia così complicata che voglio esprimere la mia più profonda gratitudine a chi in ogni modo cerca di non permettere che qualcuno si senta abbandonato.
E il messaggio è la benedizione per il pranzo di Natale. Il messaggio è per dire che Gesù è il Figlio di Dio che si è fatto uomo per essere il “Dio con noi”. Vuole condividere la nostra vita per avvolgerla della gloria di Dio. Vuole essere ospite nelle nostre case per costruire amicizie e lasciarvi le confidenze che danno gioia: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Vuole condividere il pane, vuole offrire il vino migliore perché intorno alla tavola si compia ancora il miracolo che unisce i cuori, che rende possibile amarsi, perdonarsi, aiutarsi.
Ecco il mio augurio, la mia benedizione. Il pranzo di Natale sia un momento lieto e ne venga una letizia che duri tutto l’anno, perché Dio è alleato di ogni buona intenzione, di ogni impegno per il bene. Benedetto pranzo di Natale! Auguri!
Nella proposta pastorale per l’anno 2020/2021, l’arcivescovo Delpini invita tutti a far emergere le domande profonde che interpellano la nostra fede e il pensiero del nostro tempo, ancora segnato dall’esperienza drammatica della pandemia.
I fedeli sono esortati a interpretare e discernere prima ancora che a programmare. «Non è più tempo di banalità e di luoghi comuni, non possiamo accontentarci di citazioni e di prescrizioni. È giunto il momento per un ritorno all’essenziale, per riconoscere nella complessità della situazione la via per rinnovare la nostra relazione con il Padre», scrive l’Arcivescovo. La proposta pastorale intende, in sostanza, incoraggiare l’invocazione, la ricerca, l’esperienza della sapienza, attingendo al patrimonio dei Libri Sapienziali.
Il volume è suddiviso in due parti: una prima parte introduttiva, che affronta i temi sopra citati, e la lettera vera e propria di apertura dell’anno pastorale, in cui si fa più assiduo e puntuale il riferimento al Libro del Siracide, suggerito come guida di questo cammino, e alla vita della comunità cristiana.
"Il volume raccoglie i testi (omelie, interventi e messaggi) dell'Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, nelle settimane di emergenza sanitaria. Questo libro merita e quasi impone di essere toccato con mani di povero, le nostre mani ora che poveri e vulnerabili ci siamo tutti riconosciuti. Sono le mani di chi sa pregare, sa accettare il dono e sa sostenere chi è nel bisogno. Le mani che l'arcivescovo Mario continua a tenerci strette." (dalla prefazione di Marco Tarquinio)
Cari ragazzi e ragazze della Cresima, spero che ci siano quest’anno occasioni per incontrarci e conoscerci un po’ meglio: certo vi aspetto tutti a San Siro per l’incontro diocesano. Di me non c’è molto da raccontare, perché la mia vita è sempre stata facile e sono sempre stato aiutato da molti ad aver fiducia. Credo che di voi ci sia molto da dire e forse non per tutti la vita è stata facile e non sempre avete trovato gli aiuti necessari per amare la vita, essere lieti e crescere fiduciosi. Mi interessano le vostre storie e vorrei essere di aiuto alla vostra speranza.
L’Arcivescovo di Milano invita i ragazzi a prepararsi alla Cresima: la preparazione si può immaginare come il “viaggio verso la città felice”. Questo viaggio non è uno spostamento, ma una trasfigurazione: cioè entrano nella città felice coloro che si lasciano trasfigurare dalla potenza dello Spirito. Si può descrivere questa trasfigurazione con le immagini dello Spirito Santo che hai già imparato a conoscere: il fuoco, cioè il desiderio ardente, il vento, cioè la forza amica che spinge al largo, la fortezza, cioè la roccia che tiene ferma la casa anche nelle tempeste, la colomba, cioè lo stile della mitezza e della pace.
Carissimi, desidero incontrarmi con tutti i membri dei Consigli degli affari economici delle parrocchie (Caep) perché sento doveroso esprimere di persona la mia gratitudine, chiedere aiuto, incoraggiare l’assunzione di responsabilità per il bene delle comunità.
Invito a vivere anche questo servizio entro i Caep come una forma di amore alla comunità, con quello spirito di servizio e di intelligenza che ne fa una esperienza spirituale. Infatti si può crescere nella fede, nella speranza, nella carità, cioè camminare verso la santità, anche trattando di immobili, di soldi e di bilanci, perché lo Spirito di Dio effonde i suoi doni su tutti i suoi figli e in tutti gli ambiti della vita umana. Vi invito per questo ad accompagnare il vostro servizio con la preghiera.