La sera del 6 settembre 1860, all'avvicinarsi delle truppe garibaldine, il re Francesco II di Borbone lascia Napoli con la sua corte e si stabilisce nella roccaforte di Gaeta, facendone la sua capitale. Dopo l'incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, manca solo Gaeta per completare l'annessione del Sud a quello che sta per diventare il regno d'Italia. Così il 5 novembre le truppe piemontesi, guidate dal generale Cialdini, stringono d'assedio la città. È un attacco brutale, che porta alla morte di migliaia e migliaia di militari e civili a causa delle cannonate e dell'epidemia di tifo scoppiata per le precarie condizioni igieniche. Gigi Di Fiore lo ricostruisce sulla base di documenti e testimonianze inedite, e mette in risalto le contraddizioni (e le sopraffazioni) su cui si fonda la nostra unità nazionale.
Una rassegna degli intrighi, degli abusi e degli inganni che accompagnarono il processo di unificazione; i vizi d’origine di un Risorgimento che non fu solo lotta contro il dominio straniero, ma ebbe anche caratteri di guerra civile.
— Corriere della Sera
Come è possibile che un manipolo di 1000 garibaldini abbia sconfitto un esercito di 50.000 borbonici? Con quali poteri, con quali mafie dovettero allearsi Garibaldi e Cavour? Quella che la storia, scritta dai vincitori, ha battezzato “unificazione d’Italia” fu in realtà una guerra di conquista condotta dal Piemonte contro gli Stati sovrani del Centro e del Sud. E nei decenni successivi gli eventi che non si accordavano con la retorica patriottica sono stati nascosti o deformati. Così, dei ventidue anni dall’esplosione rivoluzionaria del 1848 alla breccia di Porta Pia, molto rimane nell’ombra: il bombardamento piemontese di Genova nel 1849, i plebisciti combinati per le annessioni degli Stati centrali, i provvedimenti anticattolici, la guerra al brigantaggio e le “leggi speciali”, la corruzione dei conquistatori e le loro collusioni con la malavita locale. Gigi Di Fiore ribalta un periodo cardine della nostra storia moderna per vederlo con gli occhi dei vinti: recupera documenti e testimonianze di una storiografia spesso ridotta al silenzio e porta alla luce intrighi e ambiguità. Una provocazione necessaria, per andare alle radici delle questioni irrisolte che ancora oggi spaccano il Paese.
Gigi Di Fiore, già redattore al “Giornale” di Montanelli, è inviato del “Mattino” di Napoli. Nel 2001 ha vinto il Premio Saint-Vincent per il giornalismo. Con Controstoria dell’unità d’Italia ha vinto il primo Premio letterario città di Melfi 2009 per la saggistica. Da anni si occupa anche di criminalità organizzata e per Rizzoli ha pubblicato L’Impero. Traffici, storia e segreti dell’occulta e potente mafia dei Casalesi (2008). Il suo ultimo libro è Gli ultimi giorni di Gaeta (Rizzoli 2010).