Il volume esamina il testo Gespräche mit den Schizophrenen (1978) (Colloqui con gli schizofrenici) - i colloqui dello psichiatra Leo Navratil con i pazienti della casa di cura austriaca Maria Gugging - attraverso un'analisi semantica di matrice cognitivista delle strutture del movimento opposte a quelle della stasi. Sulla base di un approccio metodologico transdisciplinare che integra cognitivismo e fenomenologia, l'individuazione di tale frame semantico antitetico viene messa in relazione alla ricerca psichiatrica di una prospettiva temporale futura opposta alla dimensione statica della psicosi.
Il testo esamina le peculiarità artistiche e letterarie del movimento dadaista alla luce degli sviluppi contemporanei della critica letteraria. L'ipotesi metodologica che sta alla base della ricerca, e che viene adottata come chiave di lettura prioritaria, è infatti che il Dada, negazione per antonomasia di ogni teoria e di ogni sistema onnicomprensivo, si faccia anticipatore, attraverso la sua prassi antiartistica e antiletteraria, delle teorie e degli impulsi interpretativi che saranno elaborati dalla compagine filosofica del Postmoderno.