Il volume esamina il testo Gespräche mit den Schizophrenen (1978) (Colloqui con gli schizofrenici) - i colloqui dello psichiatra Leo Navratil con i pazienti della casa di cura austriaca Maria Gugging - attraverso un'analisi semantica di matrice cognitivista delle strutture del movimento opposte a quelle della stasi. Sulla base di un approccio metodologico transdisciplinare che integra cognitivismo e fenomenologia, l'individuazione di tale frame semantico antitetico viene messa in relazione alla ricerca psichiatrica di una prospettiva temporale futura opposta alla dimensione statica della psicosi.
Quello di Kafka non è solo il nome di uno scrittore di lingua tedesca dalle complesse radici pluriculturali divenuto autore "internazionale", ma definisce ormai una percezione e una lettura del mondo. La forza propulsiva irresistibile che l'ha portato alla diaspora esistenziale di cui si è fatto testimone, apolide da ogni luogo, l'ha condotto ugualmente verso uno status che lo rende oggi cittadino di ogni patria, assimilato ad ogni cultura. Di questi percorsi "al di là dei confini" il volume si offre come guida, presentando alcune delle vie che da Kafka si diramano e, in una circolarità che sembra annullare ogni cronologia, a Kafka ritornano, svelandolo sempre contemporaneo a chi si accosti alle sue pagine.
Il testo esamina le peculiarità artistiche e letterarie del movimento dadaista alla luce degli sviluppi contemporanei della critica letteraria. L'ipotesi metodologica che sta alla base della ricerca, e che viene adottata come chiave di lettura prioritaria, è infatti che il Dada, negazione per antonomasia di ogni teoria e di ogni sistema onnicomprensivo, si faccia anticipatore, attraverso la sua prassi antiartistica e antiletteraria, delle teorie e degli impulsi interpretativi che saranno elaborati dalla compagine filosofica del Postmoderno.