Forse la verità più straordinaria dell'età moderna è che certi tipi di tecnologia avanzano non in modo lineare, ma su curve esponenziali. Ogni anno una parte sempre più ampia del mondo della tecnica viene risucchiato in queste curve esponenziali. A grandi linee, ciò significa che ogni anno vede più innovazione rispetto a tutti gli anni prima messi insieme. Ciò implica che i prossimi vent'anni presenteranno cambiamenti tecnologici così profondi da rendere quasi irrilevante tutto ciò che è venuto prima. Questa velocità ci interroga e lo scenario diviene così complesso che sfida la nostra capacità di comprendere la tecnologia e i suoi prodigi. Questo testo prova a far risuonare alcune di queste domande.
Ci troviamo in un’epoca-chiave della storia dell’umanità il cui esito può essere catastro co per tutto quello che abbiamo n qui chiamato umanità, epoca nella quale avviene un mutamento profondo e repentino delle condizioni percettive e cognitive, una trasformazione fondamentale della mente della quale non possiamo renderci conto in pieno. Ma si dice che i momenti critici nascondano sempre un’opportunità.
Il libro è rivolto a chi è attento alle trasformazioni del nostro vi- vere quotidiano a seguito non solo del nuovo ambiente creato dalle tecnologie, ma del modo in cui ci stanno cambiando, antropologicamente e biologicamente, nonché ai problemi – che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni – che comporta il necessario adattamento.
Il metodo progettuale del più importante regista italiano, Federico Fellini, lo avevano visto Le Clézio e Deleuze: “Il tra- velling di Fellini è un mezzo di décollage, prova dell’irrealtà del movimento”. E ancora: “Il suo cinema non è mezzo di riconoscimento ma di conoscenza, scienza delle impressioni visive, che ci obbliga a dimenticare la nostra logica e le abi- tudini retiniche”. Di questa conoscenza per strappi e lace- razioni abbiamo molte testimonianze in Fellini, dai ricordi d’infanzia agli appunti di regia di Fare un film: “Finire con parti via via più monche, lacerate, frammenti [...] per una magmatica liberazione di immagini”.
In questo libro Paolo Fabbri analizza le sceneggiature dei film più importanti dell’amico riminese (Fellini è nato nel 1920, Fabbri nel 1939) tramite il metodo dell’indagine se- miologia tentando alcune incursioni per chiarire qualche segreto, senza togliere il mistero originario.
Un’analisi di libri, fumetti, sceneggiature, disegni, fotogram- mi, musiche del grande regista per comprendere meglio l’approccio creativo, per capirne di più di un’epoca in cui il cinema italiano era una scuola nel mondo.
Paolo Fabbri uno dei maggiori studiosi di semiologia, ha in- segnato a Parigi in particolare con Roland Barthes, Lucien Goldmann, A.J. Greimas, e ha assunto negli anni numerosi incarichi di insegnamento nelle università italiane di Firen- ze, Bologna, Milano, Siena, Roma e all’estero presso L’Eco- le des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, le uni- versità di Berkeley, Toronto, san Diego, UCLA; Barcellona, Madrid, Bilbao, São Paulo, Buenos Aires, Istanbul, Ciudad de Mexico. Ha insegnato con Umberto Eco Semiotica e Fi- losofia del linguaggio a Urbino.
Ha diretto dal 1992 al 1996 l’Istituto italiano di Cultura di Parigi e dal 2011 è direttore della Fondazione Federico Fel- lini di Rimini. Dirige la collana “La tradizione del nuovo”.
Quando Truman esce dal suo show involontario rimane dentro il film di cui è protagonista. Aveva ragione Christof, il suo "creatore". Fuori non c'era la vita vera ad aspettarlo, ma solo altre finzioni. Il mondo capovolto dell'iperreality show. Superata la società dello spettacolo ininterrotto, inoltrandosi nel cuore del grande forse, questo libro smaschera, descrive e analizza le forme in cui quelli che un tempo si definivano persuasori occulti costruiscono i percorsi previsti di tutti noi. Illusionisti della parola, acrobati della ricerca motivazionale, imagineers e designers, non nascondono le loro firme, mentre posano i binari trasparenti lungo i quali ci guardano muovere. Centinaia di esempi tratti da giornali, libri, film, tv formano un continuo déjà vu che ci ricorda che chiunque al nostro fianco può essere comparsa, avversario, complice, attore non protagonista o coautore di una rappresentazione globale a cui forse non vogliamo più sfuggire.
"Ha celebrato il trionfo dell'ossimoro, utilizzando tutte le sue facce: ingannare l'avversario era una dote della politica contro la quale ha costruito il suo avvento; ha trovato grazie a un casting attento tra i riservisti una figura che non suscitasse riserve; uno che in un gioco di ombre cinesi ingigantisca la sua; ha rivelato solo all'ultimo istante i suoi veri alleati, come in un gioco di società degli anni '70, che non a caso si chiamava 'Medici'. Il contromago sta sempre dalla sua parte, che non è mai la stessa; ha applicato da uomo di marketing la teoria dei risvegli: ha puntato sul vintage, su uno che veniva dall'altro ieri della politica, come i baci Perugina, la 500, la Polaroid, la spuma e le pellicole Ferrania; ha utilizzato ogni mezzo per giustificare il suo fine: consacrarsi leader maximo, attraverso l'elezione di un altro; ha tradito come un Pinocchio irriconoscente il Geppetto che l'ha creato, in nome di una tecnica più volte applicata: umiliare il nemico giusto suscita ammirazione, tanto più se il metodo è spietato."