Esito di alcune lezioni magistrali tenute a cavallo del millennio, La svolta semiotica è divenuto ben presto una pietra miliare nella letteratura semiotica, una vera e propria rivoluzione per la ricerca, non solo della scienza dei segni ma dell'intero campo delle scienze umane e sociali. In esso si ripensa alla radice la natura della significazione, discutendo i suoi aspetti di base: il linguaggio come forma d'azione, la centralità della dimensione testuale, la natura strategica della narrazione, gli intrecci fra verbalità e immagine, l'importanza della dimensione passionale, la significazione corporea, l'efficacia simbolica e così via. Questa nuova edizione è arricchita da un'ampia appendice di testi inediti in lingua italiana - concepiti negli stessi anni della Svolta semiotica - che approfondiscono alcune tematiche basilari presentate in questo volume: la trasmissione delle informazioni, il museo e la memoria, il linguaggio e la catarsi, i media. "Paolo Fabbri amava invertire il punto di vista abituale, spostando le posizioni d'enunciazione del sapere e i modi della presa di parola, non tanto per banale atteggiamento da bastian contrario ma per partito preso metodologico: quello per cui sono le relazioni, e spesso le opposizioni, a generare il senso." (Gianfranco Marrone)
In piena euforia strutturalista - è il 1973 - la sociologia sembra essere in crisi, soprattutto per quel che riguarda la lettura critica dei media. Ma nel momento in cui volge la propria attenzione alle comunicazioni di massa, osserva Fabbri in questo saggio seminale, essa è come costretta a fare i conti col problema del senso e dei testi che lo supportano, ossia con i fenomeni specifici studiati dalla scienza delle significazioni. Ne viene fuori un'ipotesi socio-semiotica forte, come studio dei contenuti mediatici e di quegli attori sociali che, trasmettendoseli reciprocamente, riescono a metterli in condizione di significare.
Il metodo progettuale del più importante regista italiano, Federico Fellini, lo avevano visto Le Clézio e Deleuze: “Il tra- velling di Fellini è un mezzo di décollage, prova dell’irrealtà del movimento”. E ancora: “Il suo cinema non è mezzo di riconoscimento ma di conoscenza, scienza delle impressioni visive, che ci obbliga a dimenticare la nostra logica e le abi- tudini retiniche”. Di questa conoscenza per strappi e lace- razioni abbiamo molte testimonianze in Fellini, dai ricordi d’infanzia agli appunti di regia di Fare un film: “Finire con parti via via più monche, lacerate, frammenti [...] per una magmatica liberazione di immagini”.
In questo libro Paolo Fabbri analizza le sceneggiature dei film più importanti dell’amico riminese (Fellini è nato nel 1920, Fabbri nel 1939) tramite il metodo dell’indagine se- miologia tentando alcune incursioni per chiarire qualche segreto, senza togliere il mistero originario.
Un’analisi di libri, fumetti, sceneggiature, disegni, fotogram- mi, musiche del grande regista per comprendere meglio l’approccio creativo, per capirne di più di un’epoca in cui il cinema italiano era una scuola nel mondo.
Paolo Fabbri uno dei maggiori studiosi di semiologia, ha in- segnato a Parigi in particolare con Roland Barthes, Lucien Goldmann, A.J. Greimas, e ha assunto negli anni numerosi incarichi di insegnamento nelle università italiane di Firen- ze, Bologna, Milano, Siena, Roma e all’estero presso L’Eco- le des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, le uni- versità di Berkeley, Toronto, san Diego, UCLA; Barcellona, Madrid, Bilbao, São Paulo, Buenos Aires, Istanbul, Ciudad de Mexico. Ha insegnato con Umberto Eco Semiotica e Fi- losofia del linguaggio a Urbino.
Ha diretto dal 1992 al 1996 l’Istituto italiano di Cultura di Parigi e dal 2011 è direttore della Fondazione Federico Fel- lini di Rimini. Dirige la collana “La tradizione del nuovo”.
L'incontro della poesia teatrale con il canto ha visto da sempre fronteggiarsi e incrociarsi i due sistemi principali - quello letterario e quello sonoro che concorrono alla costituzione dell'opera in musica. Da un lato la poesia obbedisce a proprie leggi, ma viene anche a patti con le necessità musicali e talvolta vi si conforma; dall'altro il canto riveste le strutture metriche e le configurazioni strofiche, forzandole però e in qualche caso indirizzandole secondo le proprie esigenze. Questo volume, che presenta una versione ampliata e aggiornata del saggio "Istituti metrici e formali", compreso nel sesto volume della "Storia dell'opera italiana" della casa editrice EDT, si propone di tracciare le linee di sviluppo fondamentali di questo "corpo a corpo", lungo una parabola cronologica che parte dall'inizio del Seicento, e si conclude nei primi decenni del Novecento: l'ambito di vita di quella che si può definire "opera italiana".
Lo studio dei sistemi e dei processi di significazione, oltre la semiologia del segno. La nuova teoria semiotica del discorso: narrazioni e argomentazioni, azioni e passioni, enunciazioni e metafore, corporeità ed efficacia. I modelli in corso per la costruzione, la comunicazione e l'interpretazione del significato. Un organon per le scienze umane. Le frontiere della semiotica, dopo Barthes e Greimas, Peirce ed Eco, esposte da uno dei maggiori protagonisti della ricerca. Questi i temi affrontati in "La svolta semiotica", pubblicato per la prima volta nel 1998 e qui riproposto in una seconda edizione. Paolo Fabbri è ordinario di Semiotica dell'arte presso la Facoltà di Lettere e Filosofia (DAMS) di Bologna.