I genetisti giocano alla creazione. Il grande capitale detta legge sullo sviluppo.
Contemporaneamente il nostro rapporto con la natura mostra conseguenze catastrofiche in formato apocalittico. Come si fa, in un’epoca che sembra determinata dai calcoli biotecnologici ed economici, a parlare ancora di Dio, anima, significato? Drewermann, che, come nessun altro teologo, ha familiarità con le moderne scienze naturali e lo ha dimostrato con un’ampia produzione saggistica e letteraria, si concentra qui sulle questioni capitali – e prende posizione. La sua convinzione: abbiamo bisogno della religione più urgentemente che mai, perché le scienze naturali non sono in grado di rispondere alla domanda che riguarda il senso della nostra vita, alla domanda che chiede da dove viene e dove va l’essere umano. Ma il senso è possibile solo se osserviamo l’interezza della creazione. Una religione, che sia in grado di opporsi alla distruzione del senso, del significato, è possibile soltanto in un nuovo accordo delle religioni: religione non come archivio di un sapere sicuro, bensì come via esistenziale come la richiede Gesù di Nazareth. Le tesi di Drewermann suonano provocatorie. Ma quello che egli ha da dire tocca ciò che molte persone pensano e sentono.
Un libro in cui spunti di preziosa meditazione si mescolano a garbata ironia e a descrizioni poetiche.
"C'è speranza per la fede?", chiede Drewermann all'inizio del XXI secolo. «Che cosa sia la religione e che cosa abbia da dire, sono cose che sapremo solo dando voce a noi stessi: con i nostri bisogni, con le nostre fragilità, con le nostre angosce, con i nostri fallimenti, con i nostri dubbi e disperazioni. Una religione, che non si interessa di ciò, si affonda da sola urtando contro il solenne vuoto di contenuto delle sue espressioni dottrinali».
E restano gli interrogativi: «Chi siamo noi esseri umani? come affrontiamo le conseguenze di un'immagine radicalmente mutata del mondo e della natura?». Prendendo le mosse da questi interrogativi, Drewermann riconosce, sia nelle tradizioni bibliche sia in quelle di altre religioni, molti approcci che prendono terapeuticamente sul serio la sofferenza delle persone e sono adatti per mitigarla. E così egli rivolge lo sguardo su ciò che Gesù voleva, ciò che Lutero intendeva, ciò che vi sarebbe da imparare dal Buddha, dal saggio cinese Lao Tzu e dal profeta Mohammed. Indipendentemente da tutte le deformazioni delle istituzioni religiose, noi ci imbattiamo ovunque nelle enunciazioni sostanziali che colpiscono l'essere umano al cuore e gli sono necessarie esistenzialmente per diventare e restare capace di vivere e di sopravvivere, quindi capace di sperare.
Per Drewermann è in gioco la conservazione e la conferma dello spirito di umanità. L'ultimo capitolo riprende quattordici voci che danno risposta alla domanda di che cosa intende l'Autore quando parla di Dio, creazione, fede, risurrezione, peccato originale, redenzione, chiesa, angelo, diavolo e di altre essenziali tematiche religiose.
Nell'ampia e puntuale Introduzione, Drewermann spiega che la tragedia della vita umana consiste nel fatto che la nostra esistenza è rinchiusa nel ghetto dell'angoscia. Nel Commentario al Vangelo di Marco intende dimostrare che è possibile abbattere i muri di questo ghetto per attingere una libertà ed un'apertura di vita ottenibili nella fiducia assoluta in Dio. L'opera più suggestiva e più letta del controverso teologo, nata dalla sua attività di predicazione domenicale.
Dalla quarta di copertina:
Il Vangelo di Marco, il più breve dei quattro vangeli, mette in scena la lotta tra il Regno di Dio e la potenza del male. È un conflitto che tocca direttamente l'uomo di oggi, quando sappia rileggere i testi antichi con gli strumenti nuovi della psicanalisi e della storia delle religioni. Si ritrova allora l'uomo diviso, lacerato dalle forse inconsce (dai 'demoni') e che esita tra angoscia e fede. Questo Commentario al Vangelo di Marco apre la via al superamento del sentimento d'inconsistenza che schiaccia così frequentemente l'essere umano.
Il Commentario si apre con una vasta e importante Introduzione — che è giudicata tra le pagine più felici di Drewermann — nella quale confluisce l'analisi della tragedia umana, che l'Autore ha svolto nella sua prima opera Strutture del male (3 voll., 1977-1978), in cui analizzava la storia jahvista delle origini dal punto di vista esegetico, psicanalitico e filosofico.
All'Introduzione — riprodotta integralmente — segue il Commentario al Vangelo di Marco, riprodotto in traduzione italiana nelle principali pericopi più espressive del nuovo metodo, indicate dallo stesso Autore: in esso tramite le immagini di redenzione contenute nel Vangelo si mostra come sia possibile aprire una breccia nel ghetto dell'angoscia per attingere nella fiducia in Dio libertà e pienezza di vita.
Per Drewermann, «ogni testo religioso è come una finestra che dà sull'eternità». Aprirla vuol dire imparare a capire e a percepire la vita umana, pur nella sua tragicità, come un “viaggio nell'infinito».
La leggenda di Tobia interpretata alla luce della psicologia del profondo.
Chi ama tocca l'infinito: e questo il grande messaggio dell'autore del libro.
“Cenerentola” è la storia di tutti i bambini costretti a crescere indesiderati in situazioni apparentemente ordinate. Come essi possano conservare malgrado tutto il loro desiderio d’amore o la loro speranza nella felicità è il segreto che incontreremo in questa fiaba. Una fiaba che vuole donare agli uomini il coraggio di restare fedeli alle proprie aspettative più audaci, nonostante tutte le umiliazioni, e di credere nel regno che è nascosto in ogni persona. Ed è per questo che gode di tanta popolarità e diffusione.
Prediche sulle parabole di Gesu.
Il libro riporta le prediche di Eugen Drewerman per il periodo della Quaresima e della Pasqua, comprendendo temi e testi del ciclo A, B, C.
Le prediche di E. Drewermann sono riconosciute come i testi tra i piu riusciti del teologo escrittore tedesco. Questo primo volume raccoglie una scelta dei sermoni da lui dedicati al periodo dell'Avvento e del Natale.
Con l’aiuto della psicologia del profondo, l’Autore (teologo e psicoterapeuta) indica modalità nuove di interpretazione dei testi biblici, per ricondurre l’esperienza religiosa alle sorgenti più profonde della psiche umana. Così questi stessi testi, aldilà di una comprensione storico-critica, possono sviluppare ancora quelle energie libranti di cui sono capaci. In questo modo l’Autore getta un ponte tra scienza biblica e religioni dell’umanità. L’opera si articola in 2 volumi: il 1° ricerca la verità delle forme espressive archetipiche e il 2° cerca la verità delle opere e delle parole.
Con l’aiuto della psicologia del profondo, l’Autore (teologo e psicoterapeuta) indica modalità nuove di interpretazione dei testi biblici, per ricondurre l’esperienza religiosa alle sorgenti più profonde della psiche umana. Così questi stessi testi, aldilà di una comprensione storico-critica, possono sviluppare ancora quelle energie libranti di cui sono capaci. In questo modo l’Autore getta un ponte tra scienza biblica e religioni dell’umanità. L’opera si articola in 2 volumi: il 1° ricerca la verità delle forme espressive archetipiche e il 2° cerca la verità delle opere e delle parole.