Si tratta del manoscritto con la traduzione del Libro etiopico dei Giubilei e degli Oracoli Sibillini. Nel plico originale del Libro dei Giubilei, la traduzione del testo comincia dal Prologo e riguarda Giubilei 1,1–21,26; l´interruzione a questo punto non dipende da nessun particolare disegno dell´autore, il quale invece aveva sospeso a questo punto il proprio lavoro, ripromettendosi di proseguirlo in un altro momento; segue distintamente una parte dedicata alla critica testuale con i raffronti alla tradizione manoscritta e alle edizioni critiche, documentate fino a prima dell´edizione del materiale ritrovato a Qumran; a parte sono segnalate le intertestualità con la letteratura biblica, parabiblica e rabbinica. Nell´edizione postuma qui pubblicata, è premessa un´introduzione, che tiene conto di osservazioni già proposte da M. Erbetta, ma che guarda anche ad alcune principali edizioni critiche successive, a quelle uscite all´epoca in cui l´autore aveva iniziato il suo lavoro: di scuola francese, americana e relative al materiale qumranico; alla traduzione è posto in nota il materiale di critica testuale e dei passi paralleli. La stessa struttura editoriale è stata seguita per il terzo libro degli Oracoli Sibillini (la sibilla giudaica), che l´autore ha tradotto con stile poetico, ma fedele all´edizione critica seguita per il testo originale greco; in questo caso, il materiale di critica testuale è più circoscritto, mentre abbastanza ricco è quello delle intertestualità; l´introduzione, aggiornata con alcune principali edizioni critiche uscite successivamente, tiene conto anche delle osservazioni già fatte in proposito dall´autore.
Nella cornice del Nuovo Testamento, tra rivolgimenti storico-sociali e all’indomani della crocifissione di Cristo, come nascono i vangeli apocrifi? Quale ruolo hanno svolto, che fortuna letteraria hanno raccolto? Perché leggerli nel XXI secolo?
Gli apocrifi sono stati redatti in epoche diverse, dal II al VII secolo: alcuni respirano il clima della Chiesa primitiva e dei testimoni che hanno ascoltato i seguaci di Gesù; altri vengono composti in seguito, in un tempo che si allontana da quegli eventi, e raccolgono narrazioni della tradizione orale che guardano soprattutto alle situazioni lasciate in sospeso dai Vangeli canonici.
Gli apocrifi dell’infanzia si concentrano sulla figura di Gesù bambino o comunque giovane, prima della sua missione pubblica. I più importanti a noi pervenuti sono nove e tra questi il Vangelo siriaco dell’Infanzia, il cui originale sarebbe databile al VI-VII secolo, si distingue per una sensibilità e un’immaginazione tipicamente orientali non presenti in altri scritti. La variegata presenza di personaggi, miracoli e circostanze agisce sull’immaginario portando davanti agli occhi del lettore scene inedite di Gesù da bambino e, accanto a lui in primo piano, di una Maria piena di tenerezza e attenzione al cuore dell’uomo.
Il Vangelo siriaco dell’Infanzia è tratto da Gli Apocrifi del Nuovo Testamento, un’edizione curata da Mario Erbetta (1924-2002) che Marietti ha proposto in tre sezioni: I/1. Vangeli. Testi giudeo-cristiani e gnostici; I/2. Vangeli. Infanzia, Passione, Assunzione di Maria; II. Atti e leggende; III. Lettere e apocalissi.