Medea è una delle tragedie greche più famose e rappresentate. Il dramma di un amore assoluto che si trasforma, per il tradimento di Giasone, in feroce odio e desiderio di vendetta. Una vendetta che coinvolgerà anche i figli che Medea ha avuto da Giasone. Anche la "barbara" Medea però è una vittima: sa bene infatti che facendo l'infelicità di Giasone farà soprattutto la sua infelicità. Il volume è introdotto dal maggiore esperto statunitense di Euripide: B. M. W. Knox.
Figura demoniaca di maga barbara e crudele, Medea è uno dei personaggi più noti, estremi e coinvolgenti del teatro antico. Lucida e determinata nel compiere una vendetta atroce, l'assassinio dei figli, che la colpirà con violenza devastante, Medea appare perfettamente consapevole delle conseguenze del suo gesto estremo. Ma alla tensione emotiva ("capisco quali dolori dovrò sostenere, ma più forte dei miei propositi è la passione") si unisce un'assoluta autonomia intellettuale, fino ad allora sconosciuta in una donna nel mondo greco. Nella sua introduzione Vincenzo Di Benedetto mette in luce la modernità di questa tragedia e spiega la dura polemica dell'autore contro la società ateniese di quegli anni.