È stato rapido il passaggio dal tempo in cui l'esistenza di Dio e la fede erano considerate ovvietà al tempo del dubbio, dell'indifferenza, della fatica di credere che stiamo vivendo. Si può ancora credere in Dio? Quale fede è possibile oggi? Che cosa significa, in fin dei conti, "credere"? I due autori propongono itinerari diversi per interrogare la fede: l'una (Ester Abbattista) si addentra nelle pagine bibliche, l'altro (Marcello Farina) indaga il clima culturale odierno. Ne risulta un dittico vivace, ricco di luci e di ombre, di figure ben distinte e di altre dai contorni più sfumati. Prevalgono le figure in movimento perché, per la biblista come per il filosofo, la fede è esperienza di un cammino, lungo il quale si sperimentano solidità e fragilità, abbandono pacificante alla fedeltà di Dio e ritorno del dubbio. Il riconoscere questa condizione può suggerire parole non logore, profondamente umane, umilmente efficaci, per parlare della fede e di Dio anche in questo nostro tempo.
La misericordia: questo il tema scelto da papa Francesco per il Giubileo straordinario. Marcello Farina ci accompagna a scoprire la potenza di questa espressione che diventa per lui la tenerezza accompagnatrice di Dio. Un inno alla tenerezza di Dio che accompagna le donne e gli uomini di ogni tempo nella loro storia. Un inno allo sguardo di un Dio che anziché condannare, ama, anziché giudicare, prende per mano. Se il mondo, anche nella asprezza delle sue contraddizioni, non viene osteggiato come luogo di perdizione e di peccato, ma accolto e amato, la tenerezza diventa allora non soltanto il modo in cui si rende evidente, nella storia, la presenza di Dio nella compagnia degli uomini e delle donne del nostro tempo, ma una accompagnatrice di Dio stesso, ossia un suo attributo irrinunciabile.