È possibile giungere alla fede attraverso la sofferenza? E a quali condizioni? Per trovare risposte a queste domande, l'Autore utilizza la categoria della liminalità, ovvero dell'«essere sulla soglia». Questa ricerca ha un approccio transdisciplinare, integrando contributi da discipline come la psicologia e la filosofia. Tuttavia, l'applicazione della liminalità non si limita all'individuo. Nella seconda parte dell'opera, la liminalità è impiegata come strumento per analizzare la relazione tra la Chiesa e il mondo. La Chiesa è antitetica rispetto al mondo: mentre quest'ultimo cerca realizzazione nel potere, la Chiesa vive nella tensione del «già e non ancora», in attesa del suo Sposo.
I percorsi della filosofia del lavoro sono complessi, ma anche avvincenti. L'obbiettivo di questo libro è di seguire alcuni filoni ed autori in modo elastico e non esaustivo, per servire da traccia ad un corso di filosofia del lavoro, flessibile e integrabile con ulteriori contributi, sulla falsariga di quella qui proposta. Vi sono contenuti alcuni snodi dilemmatici della storia del lavoro, mantenendo sottotraccia un'indagine antropologica che contrappone un'analisi dualista, del mondo e dell'essere umano (che spesso si risolve in monismo, piatto ed elementare), ad una concezione unitaria, ma complessa e articolata, della realtà e della persona (che taluni definiscono con il termine: duale). In modo però, che sia più il lettore ad analizzare e trarne le conseguenze. Il lettore si deve preparare al fatto che inevitabilmente, dato il tema trattato, l'analisi antropologica ed etica del lavoro si incrocia con altre discipline che lo tematizzano: sociologia, economia, religione, letteratura, storia, teologia, tecnica. Si tratta di un tema interdisciplinare e vario, ma credo che - alla fine - proprio questo agevoli e arricchisca l'interesse di chi vuole addentrarsi in tale composito e articolato paesaggio.