La teoria darwiniana dell'evoluzione - una delle intuizioni più rivoluzionarie nella storia dell'uomo - anche se per molti rimane chiusa nei laboratori e negli articoli scientifici, difficile ed esoterica, è presente in tutto il pianeta, addirittura nell'intero universo. Con essa possiamo interpretare quello che vediamo attorno a noi, e usarla come strumento: Per salvare vite e disegnare automobili, progettare antenne, programmare i tragitti dei pullman e leggere i grandi romanzi della letteratura. Si trova nei computer, nei robot, nelle sale operatorie, alla NASA e nei parchi nazionali. Da brillante impianto concettuale che spiega la natura del vivente, la teoria dell'evoluzione sta insomma diventando un efficacissimo mezzo per cambiare il mondo. In meglio.
"La via sulla Est del Petit Capucin era stata ripetuta pochissime volte, e la mia speranza era di trovare con un po' di fortuna uno dei chiodi originali piantali dallo stesso Gervasutti e rimasti in parete ad arrugginire per quasi mezzo secolo. Ciò che stavo per compiere - ed era ciò che più mi eccitava era il ritorno su antiche tracce alpinistiche ormai quasi dimenticate. Era l'esplorazione di un'antica esplorazione". Marco Albino Ferrari ripercorre le strade di quegli uomini e di quelle donne che attratti dall'ebbrezza dell'ignoto si sono spinti nei luoghi inesplorati della Terra: montagne, oceani, ghiacciai, spazi inliniti. I passi di Walter Bonatti, quelli di Reinhold Messner, di Bill Tilman, di Ninì Pietrasanta e Gabriele Boccalatte, di Eric Shipton, degli ultimi esploratori del Novecento. Un inconsueto cammino attraverso il Monte Bianco, le cime della Patagonia e dell'Africa equatoriale, fino all'Everest e a Capo Horn, per far ritorno sulle Alpi. Ne esce una lettura intimamente interrogativa, popolata di bufere, di sorprese, di difficoltà con, sullo sfondo, le questioni cruciali che investono l'uomo di fronte agli ultimi spazi selvaggi del pianeta.