Pubblicata nel 1930 ma risalente nel suo nucleo originario ad uno scritto precedente, Presentificazione e immagine è l'innovativa tesi di dottorato che Eugen Fink scrisse sotto tutela dei due grandi maestri friburghesi dell'epoca: E. Husserl e M. Heidegger. In questa prima e sorprendente opera del giovane filosofo alle accurate analisi micrologiche sulle operazioni fondamentali della coscienza tipiche del lavoro sui fenomeni di stampo husserliano si accompagna armonicamente una riflessione di più ampio respiro sulla fenomenologia nel suo complesso. In essa sono già presenti in nuce tutti quegli elementi - anche profondamente critici - che attraverso l'elaborazione di una fenomenologia della ragione teoretica fenomenologica e la dimostrazione della situazione esistenziale del progetto trascendentale porteranno Fink a sviluppare, per così dire "dall'interno", un'integrazione critica della fenomenologia husserliana.
La presente obra ha sido elaborada a partir de las lecciones de Eugen Fink sobre la Fenomenología del espíritu de Hegel, con las que el autor intentó responder a la exigencia planteada por Edmund Husserl de ir «a las cosas mismas» y filosofar desde ellas a la hora de interpretar un texto de la historia de la filosofía. Fink, destacado representante de la filosofía alemana de la segunda mitad del siglo XX, no se limita a aplicar el instrumental desarrollado por la fenomenología, sino que deja claro que el método y la cosa no han de separarse. Impartidas por primera vez en 1948, estas lecciones, pues, no solo explican los pensamientos de Hegel, y con ello los hacen más comprensibles, sino que son filosofía en sentido genuino.
«Las investigaciones que siguen vienen marcadas no sólo por la pretensión de entender un texto, sino, más bien, de avanzar hacia la “cosa misma” (die Sache selbst) que pueda estar en la mirada pensante de Hegel. Se trata para nosotros, para cada uno de nosotros, de la cosa misma y sólo de ella, en la medida en que aspiramos a hacer comprensible nuestra existencia (Dasein).»
Questo classico di Eugen Fink è una rara incursione della filosofia nel territorio del gioco. Che cos'è il gioco? Come si rapporta alla vita? Perché è importante e addirittura essenziale per l'esistenza umana? Il gioco, secondo Fink, è una dimensione che si aggiunge a tutte le nostre esperienze, compreso l'amore, compresa la morte, arricchendole di una distanza, appunto lo spazio speciale di un'"oasi". È un libro che ci dà ancora parecchio da pensare perché apre una moltitudine di problemi. In questa edizione italiana è accompagnato dalla trascrizione di una conferenza (inedita anche in tedesco), in cui Fink riprende i fili principali del suo discorso sul gioco.
Il volume raccoglie le lezioni che Fink tenne nel semestre estivo 1955 presso l'Università di Friburgo in Brisgovia, il volume, corredato da una introduzione di Cathrin Nielsen, co-curatrice dell'edizione critica tedesca, si aggiunge alle poche traduzioni dell'opera di Fink in Italia. L'opera introduce l'approccio finkiano alla filosofia antropologica esaminando in termini filosofici la domande fondamentali sull'essenza dell'uomo.