Dio e/o Galileo? Da questa domanda fondamentale che si protrae da secoli, ponendo scienza e fede in contrapposizione, prende le mosse il presente volume. Non c'è alcun dubbio che i recenti sviluppi tecnologici, soprattutto quelli relativi all'Intelligenza Artificiale, abbiano creato negli esseri umani l'illusione di essere senza limiti, di potersi tranquillamente sostituire a Dio. Ma è davvero così? Il dialogo con la nuova cultura digitale non può esimere la Chiesa dal dovere di esprimere anche una valutazione etica sulle nuove conquiste della scienza e della tecnologia. Ciò che è in gioco non è solo il rapporto teorico tra scienza e fede, ma principalmente la concezione dell'uomo del prossimo futuro, a cui la fede non può rimanere estranea. Una visione certamente miope, per difendere la neutralità della scienza, in passato si è sentita in dovere di opporla alla fede. Per il nostro autore invece, come ben emerge dal libro, Dio e Galileo possono e debbono tranquillamente stare insieme. Scienza e fede non sono nemiche, ma alleate, per offrire all'umanità uno scenario il più completo possibile su cui orientare l'esistenza. La scienza, diceva Max Weber, è come una mappa: non dice dove dobbiamo andare, ma solo come possiamo arrivarci. Scegliere la meta verso cui siamo diretti non è compito della scienza, ma delle decisioni che si devono prendere alla luce del voler donare senso alla vita.
Il tema della Tradizione, oggi sottovalutato, è uno dei riferimenti più importanti nella teologia e nel Magistero. Bisogna però riconoscere che si tratta di un concetto poco chiaro, soprattutto quando si devono determinare i suoi contenuti. In che cosa consiste la Tradizione? Come la si interpreta? A quali condizioni può essere modificata? A tutte queste domande, che appartengono alla vita quotidiana della Chiesa, vuole rispondere il presente volume, che intende proporre delle linee orientative per comprendere come accostarsi alla Tradizione e come interpretarla. Un contributo significativo in tal senso, per l'autore di questo libro, è costituito dal Commonitorio di Vincenzo di Lérins, un'opera del V secolo, il cui pensiero fondante è che la sacra Scrittura vada inserita, letta e interpretata alla luce della Tradizione. Questa profonda intuizione, dimenticata per secoli, è stata riproposta dal Vaticano II, nella Dei Verbum, anche se fino ad oggi solo in parte compresa e attuata. In quanto fa da eco al Vangelo del Verbo fatto carne, la Tradizione allora, a dispetto del nome, è quanto di più dinamico ci possa essere, una realtà tesa sempre verso il futuro in forza del suo inscindibile legame con il passato. Per riprendere un fortunato aforisma medievale, se oggi riusciamo a vedere più lontano e in profondità è perché «siamo come dei nani sulle spalle dei giganti» che ci hanno preceduto.
Uomini e idee che hanno segnato una tappa della teologia nel suo intento di scrutare il mistero dell’uomo nel mistero di Cristo
La Rivelazione di Dio diventa punto di incontro e sintesi del rispettivo cammino che fede e ragione compiono nel loro indagare e ricercare la verità. Non illudendo l'uomo che lo si potrà liberare dai suoi condizionamenti e dalle sue paure.
«La nostra parola iniziale si chiama bellezza». È con questa espressione che Hans Urs von Balthasar, unico nel suo secolo, ha dato inizio a una vera e propria rivoluzione teologica. In quella che può essere considerata la sua opera più significativa, Gloria, egli infatti ha ripercorso la via della bellezza come forma della rivelazione dell'amore trinitario. Riscoprire l'impronta profonda che ha lasciato nella teologia del XX secolo, potrebbe contribuire a un reale progresso del pensiero oltre ogni schema confessionale. È questo l'obiettivo del presente volume, in cui l'autore, "discepolo" di von Balthasar, propone delle interessanti chiavi di lettura dell'intera opera teologica di questo «grande figlio della Chiesa», come lo ha definito Giovanni Paolo II. Von Balthasar non ha fatto altro che ripristinare quella lunga e feconda tradizione patristica che si immergeva nel mistero attraverso la meditazione della sacra Scrittura. Le sue opere esprimono la ricchezza dei due Testamenti ritrovata nel commento dei Padri e dei grandi Maestri. Non solo la teologia, ma la cultura in genere può trovare in lui una pietra miliare per comprendere quanto un cattolico non lasci nulla di insperato nel dare voce alla propria intelligenza e nel saper comporre una sinfonia con gli strumenti più disparati.
Presentare tutto il magistero di Giovanni Paolo II non è impresa facile. Nell'arco di quasi ventisette anni di pontificato questo grande Papa santo, infatti, ha lasciato ben quattordici Encicliche e tantissimi altri documenti, costituiti da Esortazioni apostoliche, Lettere, Motu proprio, catechesi e omelie... Questo volume, per la prima volta, propone una sintesi, chiara e completa, dell'insegnamento di Giovanni Paolo II. Lo fa essenzialmente a partire dalle Encicliche che l'autore, all'epoca uno dei collaboratori più vicini a Karol Wojty?a, rilegge da un'originale e interessante prospettiva. Come ben espresso in un verso, «dentro di me il tuo nome», di una delle sue ultime opere poetiche, Trittico romano, Giovanni Paolo II era convinto che nell'intimo di ognuno, credente o meno, ci sia una presenza familiare che suscita curiosità, desiderio, nostalgia... il nome di Dio. Per questo egli ha indicato sempre «Gesù quale via principale della Chiesa e di ciascun uomo», perché Cristo è l'uomo nuovo a cui guardare. Un volume che si pone come un prezioso contributo per ripercorrere le tappe salienti del lungo pontificato di Karol Wojty?a, in cui questo Papa santo ha saputo cogliere le grandi sfide, culturali e sociali, del mondo contemporaneo.
"Le pagine di questo testo sono mosse dal desiderio di mostrare che in Gesù di Nazaret Dio ha parlato in maniera definitiva all'umanità. La sua rivelazione e la credibilità che l'accompagna possono essere significative anche per l'uomo contemporaneo. Immerso sempre più nel successo di nuove scoperte, questi sembra non accorgersi che la sua esistenza, paradossalmente, diventa sempre più fragile. Dopo la fatica, pagata a caro prezzo, per la conquista di una società democratica, l'essenziale viene rimesso in discussione per l'emergere di atti violenti contro l'umanità, facendo sprofondare intere generazioni nella paura e nell'angoscia. La verità, la libertà, la stabilità sembrano congedarsi da noi a volte in maniera silenziosa, per la mancanza del coraggio e della parresia, altre volte per la paura del sangue che colpisce l'innocente. La fede non è esclusa da questo processo. […] Componente essenziale della fede è la sua intelligenza. Essa si sviluppa in maniera privilegiata nella ricerca teologica, attraverso la quale si interroga il mistero e si cerca di esprimerne la ricchezza, pur nella povertà degli strumenti linguistici. È questa la sfida che si deve cogliere" (dalla Prefazione, 17 settembre 2001).
Malgrado il suo impegno di teologo sia oggi sempre più compresso dalle esigenze del ministero episcopale, l’autore ha felicemente risposto alla sollecitazione di rimettere mano a un volume che in sedici anni ha raccolto grande plauso tra gli specialisti internazionali, è stato tradotto in varie lingue (inglese, francese, spagnolo) e ristampato ben sette volte. A testimonianza dell’impegno profuso da mons. Fisichella basti rilevare che, pur conservando l’impianto della prima edizione, la nuova redazione ne ha pressoché raddoppiato il numero delle pagine.
Note sull’autore
Rino Fisichella, nato a Codogno (LO) nel 1951, ordinato sacerdote nel 1976, dottore in teologia dal 1980, ha compiuto studi teologici presso la Pontificia Università Gregoriana. Dopo alcuni periodi di ricerca in Germania, Francia e Stati Uniti, dal 1981 ha insegnato teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana. Dal 1998 vescovo ausiliare di Roma, nel 2002 è stato nominato rettore della Pontificia Università Lateranense. Con le EDB ha pubblicato: Storia della teologia. 3. Da Vitus Pichler a Henri de Lubac (a cura di), Bologna 1996 e, insieme a Guido Pozzo e Ghislain Lafont, La teologia tra rivelazione e storia. Introduzione alla teologia sistematica, Bologna, 21999.