Michel Foucault non è stato soltanto un lettore esigente e uno scrittore il cui stile era riconosciuto e ammirato all'uscita di ogni suo libro. Il suo rapporto con la letteratura è sempre stato complesso, critico, strategico. I testi che compongono il presente volume - trascrizioni inedite di lezioni, conferenze, trasmissioni radiofoniche - ne danno un'ampia e rilevante testimonianza. Shakespeare, Cervantes, Diderot, Sade, Artaud, Leiris... Come poche altre volte ha fatto, Michel Foucault offre una descrizione della sua biblioteca di testi letterari.
Nell’estate-autunno del 1968 Michel Foucault incontra il critico letterario Claude Bonnefoy per pubblicare con lui un libro d’interviste. Il libro non fu mai scritto, ma resta la trascrizione del primo di quegli incontri, pubblicata in Francia solo alla !ne del 2011. In questa intervista Foucault si abbandona a un vero e proprio esercizio di parola, nel quale per la prima e unica volta racconta con sincerità e fuori da ogni accademismo non il contenuto o le teorie che stanno al fondo dei suoi libri, ma ciò che la scrittura ha significato e significa per lui, le idiosincrasie e i piaceri che vi sono connessi, le storie infantili che ne costituiscono il sottosuolo, il rapporto con la medicina e l’eredità paterna, quello con la follia e la morte da cui la sua scrittura ha preso le mosse.
Il 17 e il 24 novembre del 1980, Michel Foucault pronunciò al Dartmouth College, nel New Hampshire, due conferenze, ancora inedite in Francia, con il titolo "Subjectivity and Truth" e "Christianity and Confession". La prima conferenza costituisce un tentativo di collocare in una prospettiva storica il peso e la specifica morfologia che caratterizzarono l'esame di sé e la confessione a partire dall'epoca greca ed ellenistica. Nella seconda, dopo aver riassunto le differenze tra le varie forme di rapporto a sé nell'antichità greco-romana e le due diverse "tentazioni" del cristianesimo (quella "ontologica" e quella "epistemologica"), Foucault si chiede se per noi oggi non sarebbe meglio fare piazza pulita del problema della scoperta e dell'interpretazione del sé, per aprire così lo spazio a una "politica di noi stessi". Una conclusione che richiama ciò che Foucault aveva già detto nella prima conferenza, alludendo a una fondamentale dimensione "politica" connessa al suo progetto di una genealogia del soggetto occidentale. Il volume è a cura di "mf/materiali foucaultiani".