Nato da una famiglia nobilissima ma di scarsi mezzi, imparentato con Gaio Mario, l'eroe dei democratici romani, Cesare fu artefice di una fulminante carriera politica: pontefice massimo, console e proconsole della Gallia Cisalpina, conquistatore di tutte le Gallie, nel 48 invase l'Italia costringendo Pompeo alla fuga e si autoproclamò prima dittatore e infine dittatore perpetuo. Quattro anni più tardi, alle idi di marzo del 44 a.C, veniva pugnalato a morte dai congiurati capeggiati da Bruto e Cassio. Giulio Cesare è figura chiave della storia di Roma: la sua vicenda mise fine alla Repubblica, la sua violenta scomparsa aprì la via al principato. In ogni caso il suo passaggio travolse e modificò profondamente le strutture politiche, sociali e culturali dell'antica Roma.
Nel ricostruire le vicende che videro protagonista Augusto, l'autore cerca di dimostrare non tanto come il "principato" abbia rappresentato la conclusione non l'unica possibile - della crisi della repubblica, quanto come lo stesso Augusto abbia costruito lentamente e sistematicamente la sua egemonia (egli avrebbe detto la sua auctoritas) e si sia imposto alla fine come unico referente, a Roma, del quotidiano dei propri concittadini, fornendo loro non solo una nuova stabilità politica, non solo rifornimenti annonari più sicuri, ma anche una nuova vita civile, nuovi culti e pratiche religiose che facevano perno attorno a lui e alla sua famiglia. Così il "principe" lasciando apparentemente inalterate le tradizionali strutture repubblicane, in modo molto ambiguo pervase silenziosamente ogni aspetto della vita civica, anche grazie alle magistrature da lui ricoperte. Delle antiche libertà restava solo il simulacro, un simulacro molto evanescente, come avrebbero dimostrato gli sviluppi successivi di quella forma di governo.
Sulla figura mitica di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo, mite, fedele al Senato e rispettoso del popolo, si allungano oggi le ombre del dubbio. Il suo regno è in realtà costellato di gesti e provvedimenti inquietanti: basti pensare alla volontà, che si rivelò tanto imperterrita quanto di fatto impossibile, di conquistare ampi settori del libero mondo di Germania, alle persecuzioni contro i Cristiani, ad alcune sue disposizioni di carattere sociale. In queste pagine il più amato imperatore della Roma antica è ritratto alla cruda luce dello sguardo imparziale della storia.
Giulio Cesare è una figura chiave della storia di Roma: la sua vicenda mise fine alla Repubblica, la sua violenta scomparsa aprì la via al principato. In ogni caso il suo passaggio travolse e modificò profondamente le strutture politiche, sociali e culturali dell'antica Roma. In questo agile profilo Fraschetti, autore del fortunato "Augusto", ripercorre la vita e le imprese dell'ultimo grande condottiero della Roma repubblicana.