"Sesso guerra morte" è una raccolta di saggi brevi composti dal padre della psicanalisi a cavallo tra le due guerre mondiali e nel pieno della crisi economica e sociale che investì, allora come oggi, tutto il mondo cosiddetto "civilizzato". I saggi presenti, caratterizzati da un taglio più filosofico che psicologico, vanno ad affrontare le questione decisive del singolo individuo e della civiltà: l'oscillazione tra sesso e morte, tra istinto e civiltà; lo scatenarsi e l'affievolirsi delle pulsioni selvagge e primitive dell'uomo moderno; arti, religione e morale visti come enormi monoliti istituiti dalla civiltà per arginare le forze primordiali e le pulsioni che agitano l'uomo. "Caducità"; "La morale sessuale civile e il nervosismo moderno"; "Perché la guerra", il celebre carteggio avvenuto nei primi anni Trenta con Albert Einstein, e il saggio breve "Pensieri sulla guerra e sulla morte" sono gli scritti che costituiscono il volume.
Il Freud psicoanalista della civiltà dà vita a un’analisi pessimistica, dura e spietata: la promessa di felicità, il miraggio su cui la società moderna poggia la propria superiorità e perfezione, è destinata a rimanere nient’altro che una promessa. Anzi, è proprio lo sviluppo della civiltà, con le sue norme, divieti e permessi, a comprimere l’individuo negando quella felicità a cui ognuno aspira. Arte, religione e scienza si rivelano enormi monoliti istituiti dalla civiltà per arginare le forze primordiali e le pulsioni che agitano l’uomo. In una società dove l’uomo è in apparenza pienamente libero di autodeterminarsi, dove sesso e ostentazione di forza imperversano incontrastati, quest’opera potrebbe apparire ingenua o inattuale. Ma la nostra civiltà ha preso un’altra e più sofisticata direzione: la società odierna, uguale a quella di un secolo fa, è impegnata a fornirci strumenti per rendere più tollerabile il compromesso con la nostra dimensione perennemente svuotata e inappagata...