Questo è il libro a cui don Andrea Gallo ha lavorato fino all'ultimo giorno, nato sulle ali dell'amicizia "angelicamente anarchica" intrattenuta per anni con Fabrizio De André. Ancora giovane liceale, Faber folgorò il prete di strada con un suo componimento scolastico dal quale già traspariva l'insofferenza nei confronti del potere e l'intolleranza per le istituzioni ingiuste. Aveva solo diciassette anni, ma le sue parole erano già colme di forza e compassione. Il rapporto crebbe passeggiando per le vie del ghetto di Genova, calpestando il selciato di quella Via del Campo che avrebbe ispirato molti dei capolavori del grande cantautore: Princesa, Crèuza de ma, Bocca di Rosa... Per comporre il suo "vangelo laico", contrappuntato dalle pungenti vignette di Vauro, don Gallo ha scelto dodici delle canzoni più amate di Faber per rilanciare quei valori che sono stati per lui ancor più imprescindibili e non negoziabili di quelli religiosi: "Perché il tessuto della laicità si fonda su princìpi condivisi che devono diventare patrimonio di tutti". In questa Buona Novella, sacra e profana, soffia quel vento libertario che ha percorso negli anni le parole appassionate di un grande profeta e i versi del più grande cantautore italiano del Novecento.
Da vero partigiano del Vangelo, don Gallo sa che le parole di Gesù sono sovversive, indomabili: soffocano nelle sagrestie e respirano sui marciapiedi. Da questa convinzione nasce l'idea di raccontare, a modo suo, alcune delle pagine più radicali e scandalose dei quattro Vangeli, porgendole con sapienza e leggerezza alla matita pungente, ironica e poetica di Vauro. I peccatori, le prostitute e i diseredati di queste schegge evangeliche sono i barboni, i trans, gli sbandati che da oltre quarant'anni don Gallo raccoglie dalla strada, quei "cani in chiesa", sfortunati ma prediletti dal Signore, che la società del perbenismo di facciata ha dimenticato idolatrando denaro e potere. Il Vangelo scomodo di un prete scomodo, ma anche una "buona novella" dei miti e degli umili, che sorprende e scuote, diverte e rincuora.
Libertà, autodeterminazione dei popoli, uguaglianza, droga, immigrazione e lotta al capitalismo selvaggio: sono questi i temi di don Gallo, il prete da marciapiede, l'uomo che da mezzo secolo dedica la propria vita a tutti coloro che stanno in fondo alla fila, sempre remando "in direzione ostinata e contraria". Con il suo stile diretto, fatto d'amore e ironia tagliente, don Gallo racconta frammenti della sua storia, una storia sempre in bilico fra fede cristiana e vita di strada, situazioni al limite e un'incrollabile voglia di tendere la mano a chi non riesce più a rialzarsi.
I comandamenti civili del don Gallo-pensiero finalmente raccolti in un 'breviario di strada": i temi della giustizia sociale, della valorizzazione delle donne, dell'omosessualità, le battaglie contro il proibizionismo, le prese di posizione politiche e, come sempre, il suo grande amore per gli ultimi. Messaggi e appelli che chiamano in causa anche i big della politica e della cultura, attraversando i sentieri della tecnologia, dei nuovi media e dei social network: per il Don - secondo uomo religioso in Italia per numero di followers, subito dopo il papa - un'altra occasione per stare in contatto con il suo popolo. In omaggio solo per la prima tiratura il volume dei tweet su papa Francesco.
Eccola la Chiesa dei poveri, aperta a tutti e invocata da papa Francesco. È quella di don Gallo, come dimostra questo libro che, oltre a una prima parte dedicata ai mali della Chiesa e all'elezione del papa, raccoglie le omelie e gli interventi che don Gallo ha pronunciato in occasione di battesimi, funerali, matrimoni e altre occasioni andando incontro alla vita di tante persone. Il ricordo di De André, Pepi Morgia, Fernanda Pivano, del leader dei portuali genovesi Paride Batini insieme al battesimo di Antonio, immigrato alla ricerca di una casa e di un lavoro, di Germana, Francesco, Matteo...: tutte storie toccanti, di autentica umanità, che compongono una ricchissima galleria di personaggi. Altrettanti capitoli di una comunione ritrovata nell'abbraccio di un prete che crede innanzitutto nell'uomo, nelle sue risorse, e che non smette di lottare per migliorare questo mondo. In un momento così difficile, tra crisi economica e una conflittualità senza sbocchi, qui si può ritrovare una riserva d'amore e di fiducia inesauribile. Una spinta per tutti, non solo per chi crede.
Il sacerdote più famoso e anticonformista d'Italia, ridà voce all'eretico Girolamo Savonarola.
Da vero partigiano del Vangelo, don Gallo sa che le parole di Gesù sono sovversive, indomabili: soffocano nelle sagrestie e respirano sui marciapiedi. Da questa convinzione nasce l'idea di raccontare, a modo suo, alcune delle pagine più radicali e scandalose dei quattro Vangeli, porgendole con sapienza e leggerezza alla matita pungente, ironica e poetica di Vauro. I peccatori, le prostitute e i diseredati di queste schegge evangeliche sono i barboni, i trans, gli sbandati che da oltre quarant'anni don Gallo raccoglie dalla strada, quei "cani in chiesa", sfortunati ma prediletti dal Signore, che la società del perbenismo di facciata ha dimenticato idolatrando denaro e potere. Il Vangelo scomodo di un prete scomodo, ma anche una "buona novella" dei miti e degli umili, che sorprende e scuote, diverte e rincuora.
Libertà, autodeterminazione dei popoli, uguaglianza, droga, immigrazione e lotta al capitalismo selvaggio. Sono queste le tematiche che ancora una volta torna ad affrontare Don Andrea Gallo, il prete da marciapiede, l'uomo che da quasi mezzo secolo dedica la propria vita agli ultimi, ai diseredati, ai poveri, a tutti coloro che stanno in fondo alla fila. Amico di Manu Chao, Vasco Rossi e tanti altri artisti che remano in direzione ostinata e contraria, "il Gallo" come lo chiamano i ragazzi della sua Comunità è sempre più un punto di riferimento per tutti coloro che credono nella libertà, nella democrazia e nell'altruismo. Con il suo stile diretto, fatto d'amore e ironia tagliente, torna a raccontare frammenti della sua storia, una storia sempre in bilico fra fede cristiana e vicoli, situazioni al limite e un incrollabile voglia di tendere la mano a chi non riesce più a rialzarsi.
"Oggi d'amore si parla troppo. Una colossale ipocrisia ha deturpato il senso di questa parola nella dimensione privata delle relazioni e in quella pubblica delle istituzioni, della Chiesa e della comunicazione. Forse è arrivato il momento di non nominarla più, di lasciarla stare un po' in pace". Inizia così la sferzante riflessione di suor Giuliana Galli, una vita dedicata ad aiutare minori e madri in difficoltà, barboni e immigrati, persone sole e coppie in crisi. Protagonista per quasi trent'anni del mondo del volontariato torinese, oggi impegnata nel campo dell'etnopsichiatria, suor Giuliana denuncia l'urgenza di un "undicesimo comandamento" laico "Non nominare amore invano" per recuperare la radicalità di significato di una parola abusata e bistrattata. Poco abituata a far prediche, donna schietta, preferisce in questo percorso raccontare storie, invitare testimoni, rievocare immagini. Sono pagine delicate e profonde, ottimiste ed esigenti, in cerca di un nuovo umanesimo scandito intorno a sei passi precisi: coltivare l'interiorità, onorare l'esistenza, tessere il quotidiano, abbracciare l'umano, sentire la res publica, vivere il Mistero. "Perché amare è un lavoro 'a giornata' dice suor Giuliana - e la disperazione non arriva quando c'è la sofferenza fisica o la povertà materiale, ma quando a esse si aggiunge la solitudine, la mancanza di legami affettivi forti, autentici, carnali".
Le nuove generazioni non hanno bisogno di maestri ma di testimoni, nessuna predica, solo esempi. Don Gallo racconta episodi di vita vissuta (l'adolescenza, la mamma, i suoi incontri e battaglie) e si appella alla voglia di reagire dei giovani e delle donne. A cominciare dal sesso, che non deve essere un'arma del potere per sfruttare e discriminare, complici la Chiesa e questa politica, ma una spinta a essere se stessi e a stare bene con l'altro. Prima viene l'etica, poi la fede, dice don Gallo. Anche in famiglia, nella strada, sul lavoro. Ogni giorno. Allora il disagio di chi non è omologato, degli ultimi e dei diversi non sarà più un problema di ordine pubblico, piuttosto un'occasione di confronto, una questione sociale e umana che riguarda tutti. La forza "eversiva" del Vangelo è in un'idea di cittadinanza ricostruita a partire dall'incontro con gli altri, in pace, per un cammino veramente liberatorio a fianco dei più oppressi.
Don Andrea Gallo (Genova 1928) è sacerdote dal 1959. Nel 1975 ha avviato la Comunità di San Benedetto al Porto per il recupero degli emarginati. Tra i suoi libri, COSÌ IN TERRA COME IN CIELO (Mondadori 2010), SONO VENUTO PER SERVIRE (con Loris Mazzetti, Aliberti 2010), DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE (Aliberti 2011).
La prima guida a piedi sulle strade di Santa Chiara.
Per ripercorrere insieme a lei il breve ma intenso pellegrinaggio sui sentieri della terra umbra che, come Francesco, l'ha condotta alla ricerca di una vita in pienezza.
Queste pagine invitano a mettersi sulle sue tracce: da Assisi alla Porziuncola, da San Paolo delle Abbadesse fino a San Damiano.
Sette giorni di cammino, fisico e spirituale, per riscoprire la ricchezza di una figura di santità che ancora oggi non smette di affascinare.
La guida contiene tutte le informazioni, i percorsi e le cartine; ma anche le difficoltà, i chilometraggi e i luoghi in cui dormire. E per ogni tappa vengono presentati gli episodi più significativi della vita di Chiara, secondo i testi originali.
Monica Cardarelli - laureata in Lingua e Letteratura Francese presso la LUMSA di Roma - è giornalista della Free Lance International Press e redattore della rivista La perfetta letizia. Si interessa in particolare di teatro, per il quale ha scritto e interpretato varie opere. Ha pubblicato testi di narrativa, tra cui Parentesi di luna (2007) e Una giornata… (2009).
Francesco Gallo è licenziato presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma. Attualmente svolge il servizio di Guida ambientale escursionistica. Con la sua società - intitolata "Verso l'Alto" - si propone di riscoprire i sentieri della natura, della storia e della fede.
Una volta il cardinale Tettamanzi mi chiese:
«Gallo, tu preghi?»
«Quando voi superiori mi fate delle zuppe è chiaro
che prego. Però eminenza, io ho una preghiera
che per divulgarla serve il suo nulla osta…»
E lui, intrigante brianzòl:
«E qual è questa preghiera?»
«I primi dodici articoli della Costituzione!»
È pensando ai giovani che don Gallo ha scritto questo libro: sono loro che dovranno guidare un Paese che si trova in un «mare in tempesta», e aiutarlo a ritrovare la bussola.
«Le mie bussole sono due: come partigiano e come essere dotato di una coscienza civile, la mia prima bussola è la Costituzione. Poi, come cristiano, la mia bussola è il Vangelo».
Don Andrea Gallo non è solo un prete: è prima di tutto un uomo. Dossetti, Gramsci, Bocca, De André, Brecht sono i suoi eroi, e viaggiare con lui attraverso il senso – che non è solo memoria del passato ma soprattutto speranza per il futuro – della nostra carta costituzionale è un’esperienza entusiasmante e divertente, anche se spesso amara.
La forza del Don è contagiosa, e le sue parole e i suoi aneddoti, che vanno dalle esperienze durante la Resistenza ai tristi episodi del G8 del 2001 a Genova, non finiscono mai di stupirci e arricchirci.Compralo su LibreriaColetti.it
Don Andrea Gallo (Genova, 1928) viene ordinato sacerdote nel 1959. Ha fondato e guida la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, offrendo asilo a persone in difficoltà. Ha scritto Angelicamente anarchico, Io cammino con gli ultimi e Così in terra, come in cielo. Per Aliberti ha pubblicato, con Loris Mazzetti, Sono venuto per scrivere, già alla settima ristampa.