In questo libro "Gabo", Gabriel García Márquez, ricrea e racconta un periodo fondamentale della sua vita, gli anni dell'infanzia e della giovinezza, quelli in cui si forma l'immaginario che, nel tempo, darà vita a "Cent'anni di solitudine" e tanti altri romanzi. L'autore fa rivivere gli anni trascorsi sulla costa caraibica della Colombia, a contatto con una realtà miracolosa in cui il magico era prima di tutto un elemento del quotidiano. Il lettore di García Márquez troverà l'eco delle storie e dei personaggi che hanno animato "L'amore ai tempi del colera", "Cronaca di una morte annunciata" e altri romanzi dell'autore.
Questo volume raccoglie testi e articoli pubblicati su vari giornali dal 1974 al 1995, in cui lo scrittore si sofferma sugli scenari più roventi dell'ultimo scorcio del Novecento: le difficoltà della costruzione del socialismo a Cuba, strangolata dal blocco statunitense, la lotta armata dei Montoneros contro la dittatura militare argentina, la fulminea presa del Palazzo Nazionale di Managua da parte dei sandinisti, la piaga del narcotraffico in Colombia, ma anche la Rivoluzione dei garofani in Portogallo, il dramma dei profughi vietnamiti, la poco nota avventura di Ernesto Che Guevara, guerrigliero in Angola in nome della solidarietà internazionalistica.
Questo secondo volume completa la pubblicazione dell'opera narrativa di García Márquez nei Meridiani. Le opere presentate, in traduzioni riviste o interamente rinnovate, vanno dal 1972 al 1994, data dopo la quale "Gabo" si è dedicato soprattutto all'autobiografia e alla raccolta dei suoi scritti giornalistici. Da "La incredibile e triste storia della candida Eréndira e della sua nonna snaturata" a "L'autunno del patriarca", da "Cronaca di una morte annunciata" a "L'amore ai tempi del colera" le opere dello scrittore colombiano curate da Bruno Arpaia.
Questo volume raccoglie testi e articoli pubblicati su vari giornali dal 1974 al 1995, in cui lo scrittore si sofferma sugli scenari più roventi dell'ultimo scorcio del Novecento: le difficoltà della costruzione del socialismo a Cuba, strangolata dal blocco statunitense, la lotta armata dei Montoneros contro la dittatura militare argentina, la fulminea presa del Palazzo Nazionale di Managua da parte dei sandinisti, la piaga del narcotraffico in Colombia, ma anche la Rivoluzione dei garofani in Portogallo, il dramma dei profughi vietnamiti, la poco nota avventura di Ernesto Che Guevara, guerrigliero in Angola in nome della solidarietà internazionalistica.
Il giovane Garcìa Marquez, inviato di "El Espectador", tocca, dal 1955 al 1960, le maggiori capitali europee. A Venezia insegue la passione per il cinema, a Parigi si interessa di celebri casi giudiziari, visita i campi di concentramento in Germania, supera la cortina di ferro e spedisce al giornale alcuni articoli che verranno censurati per non urtare il regime militare colombiano. Il ritorno in patria e il racconto della rivoluzione cubana e della fine del regime nel suo paese, insieme alle speranze democratiche, chiudono idealmente il volume, mettendo a confronto la "decadenza" del Vecchio mondo e la "rinascita" del nuovo.
Il volume raccoglie gli articoli scritti nel 1954-55 dal venticinquenne Gabriel Garcia Marquez, allora redattore e opinionista del quotidiano della capitale colombiana "El Espectador". I testi rivelano, oltre alla passione per il cinema, un'affinità elettiva con il neorealismo italiano (in particolare con la coppia Zavattini-De Sica, nei confronti dei quali, presentando al pubblico colombiano "Ladri di biciclette", "Miracolo a Milano" e "Umberto D.", esprime una commossa ammirazione) e una spiccata antipatia per lo star system hollywoodiano. Vi sono inoltre vere e proprie inchieste su problemi sociali di scottante attualità, su sensazionali notizie di cronaca, su personaggi singolari.
"Nessuno scrive al colonnello" costituisce un prezioso tassello di quel ciclo di Macondo che troverà la sua grande sintesi in "Cent'anni di solitudine". Il vecchio militare in attesa da quindici anni di una pensione che non arriva mai e che sacrifica persino i magri pasti per allevare un gallo da combattimento da cui si aspetta scommesse e guadagni, appartiene alla galleria di ritratti maschili di cui è ricco l'universo di Macondo. La sua semplicità ne fa uno tra i più riusciti personaggi dello scrittore.
E' la storia centenaria della famiglia Buendia e della città di Macondo. In un intreccio di vicende favolose, secondo il disegno premonitorio tracciato nelle pergamene di un indovino, Melquiades, si compie il destino della città dal momento della sua fondazione alla sua momentanea e disordinata fortuna, quando i nordamericani vi impiantarono una piantagione di banane, fino alla sua rovina e definitiva decadenza. La parabola della famiglia segue la parabola di solitudine e di sconfitta che sta scritta nel destino di Macondo, facendo perno sulle 23 guerre civili promosse e tutte perdute dal colonnello Aureliano, padre di 17 figli illeggittimi e descrivendo in una successione paradossale le vicende e le morti dei vari Buendia.