"Il carattere della Roma antica è tutto in un inevitabile equivoco, racchiuso nell'espressione 'storia di Roma'. Non ci sono incertezze né ambiguità se diciamo 'storia di Parigi', o di Londra, o di qualunque altra città del mondo. Ma se diciamo 'storia di Roma', non sappiamo bene di quale storia esattamente si tratti: se della città intesa in senso stretto, o anche di quella parte cospicua della superficie e della popolazione terrestre che per molti secoli fu sottoposta al suo dominio. Anche un gioco di parole facile e un po' stucchevole come quello che accosta urbs (la città) e orbis (il mondo), può cogliere una verità profonda". Come già riconoscevano gli antichi, è impossibile scrivere una cronaca della storia della città di Roma. È possibile invece recuperare alcune immagini essenziali, fatte di spazi fisici e sociali, di cose e di uomini, che ne segnarono il carattere e la resero unica al mondo. Dalla fondazione all'età gotica, Andrea Giardina racconta, con firme di grande prestigio, oltre tredici secoli che hanno depositato in Roma un numero incalcolabile di edifici e di storie.
In breve
«Tutto comincia nella mente di una madre. Si chiama Agrippina, e ha deciso che suo figlio deve salire al trono. La sua è un’ambizione ben fondata: Agrippina è pronipote del grande Augusto, il primo imperatore romano, sorella di Caligola, secondo successore di Augusto, moglie di Claudio, il sovrano in carica. Il figlio che Agrippina vuole portare al sommo potere le è nato, però, da un precedente matrimonio: si chiama Lucio Domizio Enobarbo, ed è soprannominato, come molti suoi antenati, Nerone, una parola che vuol dire ‘il forte’.»
Sadico persecutore o vittima della politica di corte, tiranno divorato dalla follia o adolescente sopraffatto dagli eventi, mostro al potere o sovrano dalle grandi prospettive? Andrea Giardina racconta con sapienza e leggerezza la vita dell’imperatore più odiato e amato della storia.
Indice
Veleni di corte – Il potere e la paura - Il matricidio - Le donne di Nerone - Citaredo e auriga - L'incendio di Roma - Progetti grandiosi - Una plebe di fannulloni? - Il terrore a corte - Quale artista muore con me! - Nerone redivivo - Come si costruisce un mostro
Le vicende secolari della penisola sotto il dominio romano impongono l'immagine dell'identità incompiuta: il processo di unificazione politica, il senso di appartenenza a una patria comune, la distinzione rispetto alle province furono tutti fenomeni presenti e attivi nella storia italica, ma sempre contrastati da tendenze opposte, spesso più forti e vivaci. L'autonomia dell'oggetto storiografico 'Italia romana' e insieme la sua drammaticità consistono proprio in questa sua cronica incompiutezza.
Alla condanna degli storici pagani si aggiunse quella dei cristiani, e tutti si ritrovarono concordi nel ritrarre Nerone come uno dei personaggi più detestabili della storia universale. Così Nerone apparve un mostro e non quello che realmente era stato: un sovrano certo crudele e segnato da una vena di follia, ma anche geniale, che aveva interpretato in modo nuovo il mestiere terribilmente difficile dell'imperatore romano". Salito al trono a diciassette anni, dopo una infanzia pilotata dalla madre Agrippina, con cui ebbe un rapporto morboso e che poi ucciderà, Nerone è il protagonista di un racconto che si fa leggere tutto d'un fiato. Dai veleni di corte, le amanti e l'incendio di Roma ai grandi progetti per la città stessa e a quelli nell'istmo di Corinto, fino alla decisione di togliersi la vita da solo. Un imperatore fragile e autoritario al tempo stesso, la cui vita divenne spunto per leggende e storie inventate, più di quanto lui stesso potesse immaginare. La scrittura semplice e spiritosa, gli aneddoti, le immagini rendono questo libro adatto a qualsiasi età, i più giovani compresi.
Secondo l'interpretazione più diffusa, sotto il dominio di Roma, le numerose genti italiche (i Latini, gli Umbri, gli Etruschi, i Marsi, i Sanniti, i Liguri, i Lucani, gli Apuli ecc.) hanno dato vita a una patria comune, a una "terra Italia" estesa dal confine delle Alpi allo Stretto di Messina, con una sua "lingua nazionale" (il latino) e valori comuni, tipici del carattere italico: la virtù guerriera, la religiosità, la vita dei campi. In questo libro, invece, Giardina racconta la storia dell'Italia antica, sottolineando come non si sia mai andati al di là di "storie" di una identità incompiuta, in quanto mai vennero meno gli elementi contrari al processo di unificazione: la consapevolezza della diversità fra le genti, la rivalità fra città, ecc.
Una storia come questa non ci era mai stata raccontata. E non è un modo di dire. Perché alla fine delle oltre ottocento pagine della Storia mondiale dell’Italiaci si accorge che il paese scolpito nella nostra testa non è più riconoscibile, ha preso un’altra forma. Non più lo stivale allungato dalle Alpi a Lampedusa per oltre duemiladuecento anni di splendori e miserie, ma un’Italia piena di mondo, un miscuglio di genti, lingue e modi di vivere che si irradia oltre i confini soliti fissati dalla geografia. Senza paragoni nel globo.
Simonetta Fiori, “la Repubblica”
180 lemmi capaci di trasportarci dai ghiacciai di un tempo incerto, collocato a cinquemila anni di distanza da noi, fino al Mediterraneo infuocato dei nostri giorni. Una inconsueta, sorprendente, Storia mondiale dell’Italia.
Luigi Mascilli Migliorini, “Il Sole 24 Ore”
Un evento editoriale e culturale di prima grandezza.
Piero Bevilacqua, “il manifesto”
Dall’uomo di Similaun agli sbarchi a Lampedusa, 180 tappe per riscoprire il nostro posto nel mondo. Una storia che provoca, spiazza, sorprende e allarga lo sguardo.
Dalla fondazione all'età gotica, Andrea Giardina racconta, con l'aiuto di studiosi internazionali, oltre tredici secoli che hanno depositato in Roma un numero incalcolabile di edifici e di storie. Il volume, che ha avuto un'edizione precedente nella collana "Storia e società", contiene saggi di: Mary Beard, Guglielmo Cavallo, Tim J. Cornell, Jean-Michel David, Florence Dupont, Augusto Fraschetti, Andrea Giardina, Giusto Traina, Rita Volpe, Paul Zanker.