Una domenica di giugno, a Sarajevo, avvenne il fatto che divide in due la storia del XX secolo: l’at­tentato in cui fu ucciso l’arciduca Francesco Ferdinando. Prima di quel giorno, esisteva un mondo che presto sem­brò remoto. Dopo quel giorno, è già il nostro presente. Se le guardiamo da vicino, quelle ore traversate da un invisibile con­fine appaiono gremite, come tutte le altre, di piccoli fatti, incidenti, fuggevoli sensazioni, incontri fortuiti. Gilberto Forti ha avvicinato ad esse la lente della poe­sia e ne ha estratto undici «storie in versi» che si presentano con quella felice sobrietà narrativa di cui l’autore aveva già dato prova nel Piccolo almanacco di Radetzky. A parlare sono, ogni volta, personaggi immaginari che raccontano la real­tà. E subito ci vengono incontro voci e figure, dal­l’Im­pe­ratore Francesco Giuseppe, che «si dà pensiero per i funerali / come se tutto il resto non contasse», all’ufficiale Max von Lenbach, che si sottrae ai creditori fuggendo a Montecarlo con una nobildonna, dai dignitari di Corte all’attentatore, da una vecchia duchessa a un ingegnere ungherese. E gesti, episodi, parole si dispongono tutti intorno a un centro: l’uniforme troppo stretta di Francesco Ferdinando che ancora oggi possiamo vedere, con le macchie di sangue, al Museo di storia militare a Vienna. Im­ponente è la catena dei casi, delle inconsce volontà, dei consapevoli disegni che portarono a quei colpi di pistola, come se gli eventi fossero calamitati. E quasi come se la vittima li avesse cercati. Francesco Ferdinando qui non parla, ma altri parlano di lui. E, dal sovrapporsi delle voci, Forti è riuscito a evocare con magistrale nettezza la sua fisionomia: sterminatore di animali (più di trecentomila furono da lui uccisi cacciando), appassionato di fio­ri (stupendi i suoi roseti a Konopischt), erede senza poteri, costretto dall’etichetta a un matrimonio morganatico, finirà dissanguato sotto i colpi di Gavrilo Princip anche perché nessuno saprà aprirgli subito l’uni­forme, che gli era stata cucita addosso a filo doppio per celare l’in­ci­piente obesità.
Nel racconto live di tre anni di "ora di religione" a scuola il grido dei giovani - sotterraneo, duro e angosciato - rivolto agli insegnanti, agli educatori e alla Chiesa: ritrovare il valore del corpo per la fede, questione decisiva del cristianesimo nell'epoca della realtà virtuale. Il libro trasmette la quotidiana esperienza di un insegnante di religione cattolica, "dove le grandi questioni di Dio e dell'uomo emergono dai mille spunti disseminati nel dialogo con ragazzi e ragazze tra i quattordici e i diciannove anni, con i loro problemi, le loro speranze, i loro gusti e le loro convinzioni. In questo dialogo, a partire dalle domande e dalle intuizioni dei suoi alunni, il docente non sale in cattedra per impartire noiose lezioni, ma neppure è in balìa del puro contingente. È lui a condurre la riflessione, a partire da una canzone o dal commento di un alunno. Lasciandosi però, a sua volta, interrogare e rimettere in discussione, come sempre dovrebbe fare un educatore degno di questo nome, come sempre dovrebbe fare un credente, per cui il dubbio di un altro può essere l'occasione di approfondire e verificare la propria fede." (dalla Prefazione di Giuseppe Savagnone)
Da uno specialista dell'adolescenza, un libro per capire l'evidenza e l'urgenza di una vera educazione all'amore nella costruzione dell'identità di ogni persona. Oggigiorno nell'ambito della sessualità impera la confusione e tutto è permesso: è il regno del 'fai da te', nel quale ognuno è misura e autoreferente. L'importante è 'essere belli dentro', 'fare quello che si sente', andare dovunque porti l'istinto'... Tutto il resto sono considerate solamente presunzioni e blateramenti di sessuofobi perditempo. Le conseguenze sono evidenti nella costruzione dell'identità, nella relazione tra uomo e donna, nella costituzione della coppia, nel vissuto familiare, nell'educazione dei figli e nelle proposte e nell'elaborazione delle leggi. La sessualità è quindi l'ambito in cui l'emergenza educativa è più che mai evidente e urgente, perchè ha come fondamento l'educazione all'amore.
Partendo da casi di studio reali, gli Autori aiutano i destinatari (fidanzati, giovani coppie, formatori) a “leggere dentro” le situazioni di dolore che una famiglia può attraversare per capirne le dinamiche in gioco e le reazionipiù comuni. In una seconda parte si offrono possibili risposte attraverso l’approfondimento della parola di Dio, in particolare il libro di Giobbe. Nella terza parte si fa ritorno al caso di partenza per suggerire scelte concrete. Continua così la serie di strumenti pastorali “Quaderni per la coppia”, una collana che passa in rassegna le più importanti problematiche della vita delle giovani coppie e le rilegge in chiave psicologica e biblica.
Mariateresa Zattoni è una nota pedagogista e consulente per la famiglia. Fa parte della Consulta Nazionale della Famiglia della Cei e con il marito, Gilberto Gillini, è docente presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia dell’Università Lateranense di Roma. È autrice di numerose pubblicazioni. Con il marito ha scritto, tra gli altri, Oltre il vestito (San Paolo 2012) per la collana ‘’Genitori
no problem!’’ e Bella dentro e fuori (2013) e Come si diventa coppia (2013) per la collana ‘’Quaderni per la coppia’’.
Gilberto Gillini è un noto pedagogista e consulente per la famiglia. Laureato all’Università Cattolica di Milano fa parte della Consulta Nazionale della Famiglia della Cei e con la moglie, Mariateresa Zattoni, è docente presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia dell’Università Lateranense di Roma. Con la moglie è coautore, tra gli altri, Oltre il vestito (San Paolo 2012) per la collana “Genitori no problem!’’ e Bella dentro e fuori (2013) e Come si diventa coppia (2013) per la collana “Quaderni per la coppia’’.
"La saggezza di padre Brown" è la seconda antologia dedicata alle avventure di Padre Joseph Brown, popolare personaggio nato dalla penna di Gilbert Keith Chesterton. I casi in cui si trova coinvolto sono ricchi di improvvisi colpi di scena, inaspettati rovesciamenti di situazioni, sorprendenti personaggi che non sono mai quello che sembrano e dove tutto appare relativo. Quello che per gli altri è una certezza si rivela spesso nient'altro che un velo di apparenza dietro cui si nasconde la verità e soltanto lui saprà svelarla in un appassionante lavoro di analisi e decifrazione di enigmi in apparenza insolubili, confermando come la ragione abbia la precedenza su ogni individuo qualsiasi sia il suo ruolo o la sua storia.
In questa brillante raccolta di saggi, G. K. Chesterton analizza, con la sua ironia colta e pungente, i mali del suo e del nostro tempo: l'individualismo, il materialismo, il relativismo, l'edonismo, il consumismo, oltre a una rassegnata disperazione che sembra invadere l'animo dell'uomo, ormai privo di valori, fede e religione. Secondo l'autore esiste un solo antidoto per questo smarrimento etico, per le aberrazioni del comunismo, le intemperanze del capitalismo, le distorsioni dell'agnosticismo, l'esasperato modernismo e giovanilismo, la mania dei culti spiritici e le mode fuggevoli e insignificanti: è la Parola di Gesù, unica fonte di vita vera. E la Chiesa cattolica è l'ultimo baluardo rimasto a difesa dell'uomo comune, normale ma non banale, alla ricerca della propria felicità in questo e nell'altro mondo. Della Chiesa Chesterton riconosce gli errori, anche gravi, ma sottolinea l'importanza e il valore del suo messaggio, che ha attraversato i secoli e che ancora oggi è vivo e presente in mezzo a noi. I giudizi dello scrittore, così come gli argomenti che affronta, in particolare quelli riguardanti la famiglia, appaiono davvero di una sconcertante attualità; egli si fa portavoce di una fede convinta, alla quale ha aderito con la ragione e con il cuore e che ha una portata e un valore universali.
Uno studio che si propone di recuperare la singolarità di Gesù Cristo, centro irriducibile della fede cristiana, nella sua originaria portata di rivelazione.
La singolarità di Gesù Cristo è ciò che di più semplice da sempre la fede cristiana sa. L’esigenza di recuperarla nella sua originaria e irriducibile unità, nonché di ripensarla nella sua portata rivelativa e nella sua capacità dialogica, viene affrontata a partire dal contesto italiano (G. Moioli, B. Forte, M. Bordoni, A. Amato), sia per la valenza epistemologica del suo recente percorso, finalmente affrancato da un’eccessiva dipendenza nei confronti della riflessione europea, sia a motivo della complessità tematica, rielaborata in base al rapporto istituito dalla cristologia con la storia, la spiritualità, la pneumatologia e il pluralismo religioso.
Destinatari
Studenti di teologia in particolare.
Autore
GILBERTO DEPEDER, minore conventuale, nato a Cles (TN) nel 1972, dopo aver frequentato il quinquennio teologico a Padova, ha proseguito gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove ha conseguito la licenza in teologia dogmatica sotto la direzione di Jacques Dupuis e il dottorato in teologia avendo come relatore Carmelo Dotolo. È docente di teologia dogmatica presso la Facoltà Teologica del Triveneto e l’ISSR di Padova. Collabora con le riviste «Studia Patavina», «Credere Oggi», «Miscellanea Francescana».
Che cosa pensiamo (a chi pensiamo) quando diciamo "Dio"? Può, il cristiano, farsi un'idea di Dio? Se l'uomo è stato creato "a immagine e somiglianza di Dio" chi lo autorizza a pensare a un Dio fatto, al contrario, a immagine e somiglianza dell'uomo? E ancora: quale segreto nasconde l'etimologia della parola Dio che usiamo con troppa disinvolta leggerezza? Non è forse giunto il tempo, per un cristianesimo adulto, di emanciparsi da ogni immagine infantile della divinità e di cominciare a riflettere sul fatto che anche questa parola è solo una metafora per dire qualcosa per cui non abbiamo parole migliori? Un lavoro di bonifica del linguaggio sul divino è quello che l'autore propone con questo libro non solo al credente, ma anche all'ateo, allo scettico, all'agnostico del XXI secolo per uscire da ogni idolatria e per scampare al pericolo di una liquidazione troppo sbrigativa del Mistero.
Descrizione dell'opera
«Se qualcuno mi dicesse che Dio è inutile, quasi quasi comincerei a credere». Dal blog www.vinonuovo.it, i post della rubrica «Secondo banco»: due anni di «ora di religione» a scuola raccontati dall'interno, in presa diretta. Per mostrare come vivono i ragazzi di oggi e riflettere sulla fede di domani. Con qualche conferma, alcune smentite e parecchie sorprese.
Sommario
Introduzione (G. Bernardelli). COSA STA SUCCEDENDO? Ultimo giorno di scuola. La preghiera di Clara. Samuele che vuol sentire Dio. Geometrie nella storia. RISPETTARE LE PERSONE, UNA VIA NUOVA E ANTICA. Difendere Dio. Libertà di coscienza. Alice (che si meraviglia dei nostri silenzi). Vatileaks visto dalla mia scuola. Su Federica e don Andrea. Un mazzo di fiori in tasca. Il metodo Gibson. E se imparassimo dalla pubblicità? Una luce nella notte. Non nominare il nome di Dio invano. RIDARE PAROLE ALLA VERITÀ DI CRISTO. Un Dio inutile. Il carabiniere della gioia. E questo dolore Dio non lo vede? Davanti a chi ti ama da Dio. L'analisi grammaticale di «Ti voglio bene». I santi non vanno al bar. Un povero diavolo. Le lamette di Luca. «Predicate regole morte!». Il test sulla risurrezione. RESTARE NELLA VITA DELLA GENTE. Lo sguardo di Angela. I verbi del bene comune. La metafora del profilattico. Un giro di culture sui gay. Oltre il dolore. Quel sacrificio di Madre Teresa. Il Natale di Mara. Marco, la morte e i miei studenti. Grazie, Luca! L'irriconoscibile Antonella. Per non concludere...
Note sull'autore
GILBERTO BORGHI, laurea in Filosofia, baccalaureato in teologia e master in pedagogia clinica, insegna da 25 anni religione cattolica nelle scuole superiori. Formatore educativo e co-fondatore della cooperativa Kaleidos (www.kaleidoscoop.it), lavora anche privatamente come pedagogista clinico. Da anni si occupa del rapporto tra la fede e la cultura post-moderna e dal 2010 collabora al blog collettivo www.vinonuovo.it, dove cura la rubrica «Secondo banco».
"Spiegatemi perché credere in Dio sarebbe ridicolo, mentre non lo sarebbe credere nell'umanità; credere nel regno dei cieli sarebbe stupido, mentre sarebbe intelligente credere nelle utopie terrene" (Aleksandr Herzen). Il comunismo fu una fede tesa a costruire un mondo più giusto, per assicurare la felicità a tutta l'umanità. Il secolo dei Lumi aveva affermato che l'uomo è buono per natura ed è la società che lo corrompe. Di qui la necessità di rimuovere tutto ciò che opprime l'uomo per realizzare il comunismo, "il momento reale dell'emancipazione e della riconquista dell'Uomo" (Marx). Messi alla prova, gli uomini continuarono ad essere imperfetti e inadeguati rispetto alle esigenze di perfezione della ragione e della dottrina. La fede nella capacità dell'uomo di realizzare "il paradiso in terra" si risolse storicamente in un vero e proprio inferno: invece del "sole dell'avvenire" "buio a mezzogiorno". La storia del comunismo invita a riflettere sull'uomo, sui meccanismi della violenza che spesso lo dominano e sul suo inestinguibile desiderio di compimento, che chiede una ragione liberata dalle secche del razionalismo, disposta ad aprirsi alla vastità del reale.
Essere educatori significa essere esperti nel facilitare la crescita e la maturazione dei bambini e degli adolescenti nei differenti ambiti della personalità. Il presente lavoro affronta tre aspetti fondamentali dell'educazione del preadolescente: la formazione della coscienza morale, l'educazione ai valori e l'apertura alla trascendenza e alla religiosità. Sono tre ambiti che, di norma, nell'educazione vengono solo accennati, anzi spesso dimenticati. L'autore ritiene che la formazione della coscienza morale, l'educazione ai valori e l'apertura alla trascendenza e alla religiosità siano fondamentali per la formazione della personalità, per l'equilibrio nelle famiglie e per la stessa società. L'attuale emergenza educativa è il risultato della carenza principalmente in questi settori, sia in famiglia sia nelle agenzie educative, è un'emergenza di persone adulte, che, con la parola e con il comportamento, siano capaci di proporre la formazione della coscienza morale, testimonino i valori irrinunciabili, sappiano fare delle scelte coraggiose e favoriscano nelle nuove generazioni l'apertura alla trascendenza e al sacro. "Verso la vita. Percorsi di crescita per l'adolescente e la sua famiglia" si colloca come un valido contributo in questa emergenza che necessita di adulti disponibili, di impegno, di tempo e di grazia di Dio.