Opera breve ma straordinariamente densa, la "Cabala del cavallo pegaseo" è il quinto dei sei dialoghi composti da Bruno tra il 1584 e il 1585, durante il suo soggiorno inglese. In essa si intrecciano temi di grande rilievo teorico: la satira, aspra e sostenuta da puntuali riferimenti al testo biblico, nei confronti della "santa asinità" cristiana; la critica di alcuni aspetti della filosofia antica, in particolare nei confronti di Aristotele e di Sesto Empirico; l'insistenza su una concezione dell'uomo e della natura che capovolge la visione umanistica; l'idea della trasmigrazione delle anime. Ma la vera protagonista del dialogo è l'ignoranza, che nelle sue molteplici forme rappresenta il più pericoloso nemico del pensare e dell'agire umani.
L'entusiasmo e il furore come mezzi per raggiungere la conoscenza della verità. Il sonetto come espediente narrativo per trasmettere suggestioni filosofiche del tutto nuove e rivoluzionarie per l'epoca. Sono solo due aspetti di quest'opera che può essere considerata una testimonianza straordinaria del coraggio intellettuale e dell'originalità teorica di Giordano Bruno. "Gli eroici furori" rappresentano una tappa fondamentale della "nolana filosofia". Stampati a Londra nel 1585 in un periodo per molti versi decisivo, in cui Bruno sviluppa in modo organico i motivi centrali della propria ricerca raccolgono gli esiti di un confronto serrato con la tradizione neoplatonica e aristotelica, e sviluppano una teoria della conoscenza intesa come autentica riforma interiore, per trasformare il destino dell'uomo, strutturalmente limitato e finito, aprendolo all'esperienza della verità infinita.
Commedia in cinque atti scritta probabilmente a Parigi nel 1582. La commedia, nella sua storia iniziale e nell'apparato di cui si circonda, pare un episodio della guerra condotta dal Bruno contro l'accademismo, il conformismo e la pedanteria. La trama si annoda su tre motivi: "sono tre materie principali, spiega l'autore, intessute insieme... l'amor di Bonifacio, l'alchimia di Bartolomeo et la pedanteria di Manfurio; però per la cognizion distinta de' soggetti, ragion dell'ordine et evidenza dell'artificiosa stesura, rapportiamo prima da per lui l'insipido amante, secondo il sordido avaro, terzo il goffo pedante".