Il volume raccoglie i discorsi e le omelie rivolti da Giovanni Paolo II ai professori e agli studenti delle Universita e degli Atenei Pontifici Romani
In occasione della prossima beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il 1° maggio 2011, ci sembra opportuno e doveroso ricordare e rileggere alcuni passaggi del suo ricco insegnamento, per ciò che ci riguarda più direttamente come Apostolato della Preghiera. A tale scopo, abbiamo selezionato una piccola antologia, come una collana di perle preziose, che Papa Giovanni Paolo II ci ha lasciato in eredità. La nostra raccolta di testi inizia con una stupenda e profonda meditazione biblica sul costato aperto, si sviluppa nella preghiera con i commenti alle singole litanie del Sacro Cuore, per estendersi con le applicazioni pastorali e il richiamo all’attualità del culto al Cuore di Cristo. In conclusione, riportiamo uno stralcio dell’ultimo testo di Papa Giovanni Paolo II, letto il giorno dopo la sua morte.
Il 15 maggio 1981 si compivano novant'anni dalla pubblicazione dell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Per questa occasione Giovanni Paolo II vuole dedicare questo nuovo documento proprio al lavoro umano e all'uomo nel vasto contesto di questa realtà che è il lavoro. La situazione generale dell'uomo nel mondo contemporaneo, diagnosticata e analizzata nei vari aspetti geografici, di cultura e di civiltà, esige che si scoprano i nuovi significati del lavoro umano, e che si formulino altresì, i nuovi compiti che in questo settore sono posti di fronte a ogni uomo, alla famiglia, alle singole Nazioni, a tutto il genere umano, alla chiesa stessa.
La Lettera Apostolica del Sommo Pontefice all'Episcopato, al Clero e ai fedeli al termine del grande Giubile del'anno duemila. A CHIUSURA DEL GIUBILEO L'ATT ESA LETTERA APOSTOLICA DI GIOVANNI PAOLO II CHE TRACCIA LE LINEE PER IL NUOVO MILLENNIO IN
La presente pubblicazione raccoglie gli atti del convegno, tenutosi a Lugano il 22 e 23 marzo 2012, sul tema "Giovanni Paolo II: legislatore della Chiesa. Fondamenti, innovazioni, aperture". In particolare il curatore (docente universitario ed esperto canonista) ha suddiviso gli interventi in tre parti: nella prima sono raccolti, in ordine cronologico, i saluti delle autorità accademiche, ecclesiastiche e politiche; nella seconda parte, che rappresenta il cuore del volume, si trovano le relazioni scientifiche riguardanti i vari aspetti dell'attività del Papa "legislatore": i nuovi codici e ordinamenti istituzionali, le intese e i concordati con gli Stati, l'affermazione nei documenti dell'UE delle radici cristiane, il rapporto tra diritto naturale e diritto positivo, la concezione di Oriente e Occidente nel quadro europeo; nella terza ed ultima parte sono raccolte le comunicazioni scritte di alcuni dei più qualificati partecipanti al convegno. Il volume, completato infine da una serie di indici, risulta una valido manuale per tutti i giuristi che intendono approfondire la grande attività legislativa di Giovanni Paolo II che intendeva conciliare la legge canonica con l'identità cattolica.
Testimonianze vissute direttamente e aneddoti significativi e profetici, riportati dall'autore, manifestano e spiegano come Giovanni Paolo II abbia vissuto la propria missione nella Chiesa e nel mondo.
Due testi inediti di Karol Wojtyla, all'epoca Arcivescovo di Cracovia, che sviluppano un approccio antropologico, teologico e pedagogico all'amore umano, mostrando come la sua educazione sia strettamente collegata a quella del desiderio. Si tratta di coniugare le dimensioni dell'affettività e della riflessione, facendo incontrare l'amore e il bene, per evitare che l'incontro con l'altro sia inquinato dalla logica del consumo e dell'uso reciproco. Anche in questo caso, come in ogni altra espressione della persona, si pone la sfida della maturità, la capacità di esprimere l'amore all'altezza della dignità umana.
Lettera enciclica di Giovanni Paolo II pubblicata nel 1986. Si rivolge a tutti i credenti per ribadire la fede della Chiesa nello Spirito Santo.
Egli è colui che dà la vita, colui nel quale l'imperscrutabile Dio uno e trino si comunica agli uomini, costituendo così in essi la sorgente della vita eterna.
Un invito soprattutto: sviluppare nella Chiesa la coscienza che è spinta dallo Spirito Santo a cooperare, perché sia portato a compimento il disegno di Dio, il quale ha costituito Cristo principio di salvezza per il mondo intero.
Non c'è bisogno di sottolineare quanto papa Giovanni Paolo II fosse devoto a Maria e come la sua devozione si fosse ancora accresciuta e affinata dopo i giorni drammatici dell'attentato subito in piazza San Pietro e a cui il pontefice polacco era sopravvissuto «grazie a una mano materna», come lui stesso disse, «che aveva deviato il proiettile». E che la preghiera del Rosario fosse una delle sue pratiche predilette lo sottolinea il fatto di aver egli stesso voluto dedicarvi una lettera apostolica specifica, la Rosarium Virginis Mariae, pubblicata in occasione dell'inizio del venticinquesimo anno di pontificato, nell'ottobre 2002.
Della devozione mariana di Giovanni Paolo II le testimonianze sono innumerevoli, fin dall'infanzia e dalla giovinezza. Questo volumetto racconta un episodio preciso, attorno al quale e dopo il quale la devozione del "papa polacco- si fece radicalmente più profonda, un vero e proprio spartiacque della vita stessa di Wojty?a. L'episodio, quello che lo vide vittima di un attentato, e tra i più pregni di senso di tutto il XX secolo. Attorno ai giorni che seguirono il 13 maggio 1981, Giovanni Paolo II avrebbe elaborato una rilettura della propria esistenza alla luce della Provvidenza e della "mano materna- che lo protesse.
La riflessione offerta da san Giovanni Paolo II nell'enciclica "Laborem Exercens", di cui ricorre il 40° anniversario della pubblicazione (1981-2021), rappresenta un contributo prezioso in un momento di crisi del lavoro, con le sue gravi conseguenze sulla vita personale, sociale ed economica. La diffusa domanda di sviluppo sostenibile in funzione della casa comune richiede una rinnovata consapevolezza del fatto che «il lavoro costituisce una dimensione fondamentale dell'esistenza». Plasmato dalla mano di Dio, all'uomo è stato affidato il compito di plasmare la terra per l'«incremento del bene comune», e del «patrimonio di tutta la famiglia umana». Attraverso il lavoro, la persona scopre ed esprime se stessa contribuendo al sostentamento della famiglia e del popolo al quale appartiene; per questo la disoccupazione costituisce una ferita profonda e interpella tutta la società. Nell'attuale «tempo di scelta», per tanti versi drammatico, la ripresa della "Laborem Exercens" potrà alimentare negli uomini del lavoro, come quarant'anni fa, nuove forme di responsabilità e di solidarietà.