Per Zaccheo, quell’uomo sotto la pianta, che non aveva mai
visto, è stata un’improvvisa, un’imprevista presenza che gli
ha detto una novità su se stesso, una novità come promessa.
L’io rinasce in un incontro è il quinto volume della serie “L’Equipe”, in cui si riproducono le lezioni e i dialoghi di don Giussani con i responsabili degli universitari di Comunione e Liberazione. Nel 1986 si verificò il disastro della centrale nucleare di Chernobyl. Giussani riprese l’immagine dell’accaduto in una memorabile diagnosi sulla situazione: “È come se i giovani di oggi fossero tutti stati investiti dalle radiazioni di Chernobyl: l’organismo, strutturalmente, è come prima, ma dinamicamente non è più lo stesso. Vi è come un plagio fisiologico operato dalla mentalità dominante”, la cui conseguenza è una debolezza di coscienza e una profonda fragilità affettiva. Dove la persona si può ritrovare? La persona ritrova se stessa imbattendosi in una presenza che sprigiona un’attrattiva, che provoca e “sconvolge per una corrispondenza alla vita secondo la totalità delle sue dimensioni”. Le incalzanti pagine del libro dispiegano il significato di questa risposta.
Luigi Giussani (1922-2005) fin dalla prima ora di scuola disse ai suoi allievi del Liceo classico Berchet di Milano dove prese le mosse Gioventù Studentesca (poi Comunione e Liberazione): "Non sono qui perchè voi riteniate come vostre le idee che vi do io, ma per insegnarvi un metodo vero per giudicare le cose che io vi dirò. E le cose che io vi dirò sono un'esperienza che è l'esito di un lungo passato: duemila anni".
Questa preoccupazione ha caratterizzato sempre il suo impegno educativo, indicandone con chiarezza lo scopo: mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita.
“Chi mi segue avrà la vita eterna e il centuplo quaggiù.”
Il centuplo è la riuscita vera, che inizia già in questo mondo,
e si compie nell’eterno.
Ci si trova davanti a un genere di libro particolare, una specie di «romanzo», come spontaneamente dissero i primi cui le bozze furono date da leggere. In esso la scoperta della vita come «vocazione» non avviene per deduzione, ma per il mostrarsi di una esperienza vissuta secondo ragione dentro l’afflato del Mistero.
Si tratta del percorso di un anno che don Luigi Giussani ha realizzato in dialogo con un centinaio di giovani decisi a impegnare la propria vita con Cristo in una forma di dedizione totale al Mistero e al suo destino nella storia: la Chiesa la chiama «verginità». Settimana per settimana i principali contenuti della fede cristiana e le loro ragioni umane sono stati svolti attraverso, prima una proposta che scaturiva dall’esperienza dell’Autore, e poi dall’appassionante gioco di domande e risposte che la proposta suscitava nei giovani, resi consapevoli e determinati nella loro esperienza di uomini.
Lo stile dei settimanali convegni è stato tutto quanto trattenuto nella forma del libro, a testimonianza di una modalità di approccio al problema come grosso problema umano e della maturità di convinzione e di affezione che questo può produrre.
Il libro può essere concepito come un racconto esemplare in cui la spontaneità, la lealtà e la serietà nella considerazione della propria esistenza rendono fin suggestivo quello che la mentalità comune totalmente oblitera e anche disistima, se non per qualche astratta paura.
Dio diventato uomo ti raggiunge con mani, con occhi, con
bocca, con la realtà fisica di una umanità… Mettiamoci ai
tempi di allora, non c’era Gesù Cristo per l’aria… quello
che vedevano era un uomo!
Il volume Qui e ora, quarto della serie “L’Equipe”, riproduce le lezioni e i dialoghi di don Giussani con i responsabili degli universitari di Comunione e Liberazione negli anni 1984 e 1985. Fra le molte provocazioni, una porta al cuore del problema: “Io sono la resurrezione e la vita. Credi tu questo?”. Come si può rispondere alla domanda che Cristo rivolge a Marta, davanti al fratello morto? In altre parole, com’è possibile la fede oggi? Il punto di partenza non può essere un’emozione, una sensibilità particolare, una convinzione o la lettura di un libro. L’uomo che ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita” è risorto, cioè è contemporaneo alla storia. “Sarò con voi fino alla fine dei secoli.” Dove lo si vede? Dove lo si ascolta? La sua presenza qui e ora coincide con un fenomeno visibile, tangibile, concreto, che è la compagnia dei credenti, corpo Suo misterioso.
Un libro che raccoglie gli interventi più significativi del Meeting per l'amicizia fra i popoli di Rimini 2008.
Ci si trova davanti a un genere di libro particolare, una specie di «romanzo», come spontaneamente dissero i primi cui le bozze furono date da leggere. In esso la scoperta della vita come «vocazione» non avviene per deduzione, ma per il mostrarsi di una esperienza vissuta secondo ragione dentro l’afflato del Mistero.
Si tratta del percorso di un anno che don Luigi Giussani ha realizzato in dialogo con un centinaio di giovani decisi a impegnare la propria vita con Cristo in una forma di dedizione totale al Mistero e al suo destino nella storia: la Chiesa la chiama «verginità». Settimana per settimana i principali contenuti della fede cristiana e le loro ragioni umane sono stati svolti attraverso, prima una proposta che scaturiva dall’esperienza dell’Autore, e poi dall’appassionante gioco di domande e risposte che la proposta suscitava nei giovani, resi consapevoli e determinati nella loro esperienza di uomini.
Lo stile dei settimanali convegni è stato tutto quanto trattenuto nella forma del libro, a testimonianza di una modalità di approccio al problema come grosso problema umano e della maturità di convinzione e di affezione che questo può produrre.
Il libro può essere concepito come un racconto esemplare in cui la spontaneità, la lealtà e la serietà nella considerazione della propria esistenza rendono fin suggestivo quello che la mentalità comune totalmente oblitera e anche disistima, se non per qualche astratta paura.
Con questo libro prosegue la serie delle lezioni e dei dialoghi di don Giussani con i responsabili degli universitari di Comunione e Liberazione. Prefazione di Juliàn Carròn.
Il testo raccoglie i tre scritti che diedero prima forma a cio' che si viveva agli inizi del movimento di Comunione e Liberazione, allora detta Gioventu' studentesca.
Nel terzo anniversario della scomparsa del fondatore di Comunione e Liberazione, le Edizioni San Paolo offrono al grande pubblico un’opera rilevante di don Luigi Giussani sul tema del tempo e della sua santità. L’opera è una raccolta di meditazioni tenute da don Giussani, nel corso degli anni, ai membri dell’associazione laicale dei Memores Domini e del movimento di Comunione e Liberazione. L’elemento unificante è l’accento posto, nel corso di queste conversazioni, sui tempi liturgici forti: Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, e sulle solennità dell’Ascensione, di Pentecoste e della Santissima Trinità. Ne risulta così una sorta di «commento all’anno liturgico». Completa il testo un’appendice su Maria, sull’Eucaristia e sulla vita sacramentale.
La prefazione di Julian Carron, successore di don Giussani alla guida del Movimento, aiuta a collocare l’opera nel contesto del cammino di don Giussani e della storia attuale.
Luigi Giussani è nato a Desio (Milano) il 15 ottobre 1922. Ordinato sacerdote nel 1945, ha dapprima insegnato nella Facoltà Teologica di Venegono dogmatica e teologia orientale. Un casuale incontro con alcuni studenti "paurosamente ignoranti della Chiesa" lo spinse a impegnarsi nella scuola statale, come insegnante di religione nel liceo milanese Berchet e poi nell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In seguito si è totalmente dedicato allo sviluppo del movimento da lui fondato, della cui Fraternità è presidente a vita. Muore il 22 febbraio 2005 nella sua abitazione di Milano. Il 24 febbraio, il cardinale Joseph Ratzinger presiede il funerale nel Duomo di Milano come inviato personale di Giovanni Paolo II, e pronuncia l’omelia davanti a quarantamila persone.
Don Giussani viene sepolto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano. Da allora il pellegrinaggio di persone alla sua tomba non si è mai interrotto.
Un libro che è già un documento storico. Pubblicato per la prima volta nel 75° compleanno di Luigi Giussani per opera di monsignore Angelo Majo, suo compagno di seminario e amico per la vita, il libro viene oggi riproposto come documento dell’animo appassionato del fondatore di Comunione e Liberazione. Il volume raccoglie le lettere inviate da Giussani a Majo in oltre cinquant’anni, dalla fine della guerra all’inizio del 1997. In esse è possibile cogliere l’amore per il Cristo, la cui presenza nella vita degli uomini è avvertita in modo quasi fisico come conseguenza dell’incarnazione. Da questo amore incontenibile nascono Gioventù Studentesca e Comunione e Liberazione di cui nelle lettere si percepiscono la forza innovativa e la crescita tumultuosa. Non mancano gli accenni ai momenti difficili, l’amarezza per l’incomprensione nella Chiesa e nella società.
In appendice un profilo di Mons. Angelo Majo di Giuliano Vigini, e il testo “Elogio dell’amicizia”di Giussani sull’amicizia, un profilo breve di Giussani di Massimo Camisasca.
Luigi Giussani è nato a Desio (Milano) il 15 ottobre 1922. Ordinato sacerdote nel 1945, ha dapprima insegnato nella Facoltà Teologica di Venegono dogmatica e teologia orientale. Un casuale incontro con alcuni studenti “paurosamente ignoranti della Chiesa” lo spinse a impegnarsi nella scuola statale, come insegnante di religione nel liceo milanese Berchet e poi nell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In seguito si è totalmente dedicato allo sviluppo del movimento da lui fondato, della cui Fraternità è presidente a vita. E’ morto il 22 febbraio 2005.
Angelo Majo è nato a Milano il 2 agosto 1926. Ordinato sacerdote nel 1949, è stato successivamente vicerettore del seminario del duomo, rettore del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza, responsabile dell’ufficio stampa della curia arcivescovile e parroco del duomo. In questa carica, che ricopre dal 1974, ha impiegato ogni energia per valorizzare il patrimonio di fede, arte e storia della cattedrale. Più giovane di don Giussani, al tempo del seminario strinse con lui un’amicizia destinata a durare negli anni. Ne sono testimonianza le lettere qui pubblicate, che sono un documento prezioso di fede e di amicizia. Mons. Majo è morto il 7 luglio 2006.
Il libro puo' essere concepito come un racconto esemplare in cui la spontaneita', la lealta' e la serieta' nella considerazione della propria esistenza rendono fin suggestivo quello che la mentalita' comune totalmente oblitera e anche disistima.