Come può l'azione di Dio nella storia spiegare Auschwitz o altre drammatiche esperienze dell'umanità. Una certa lettura della Bibbia ha portato a credere che la fede nel Dio della storia trovi riscontro in un suo intervento a livello fattuale, dal carattere spesso meraviglioso e stupefacente. In realtà, a leggere con attenzione tanto l'Antico quanto il Nuovo Testamento, appare chiaramente come l'azione di Dio si manifesti nella logica dell'incarnazione, quando l'essere umano collabora responsabilmente con l'intervento dello Spirito e interiorizza la dinamica della risurrezione come forza della vita divina che entra nella storia superando le diverse forme della morte.
Come evitare che la preghiera per eccellenza, quella che Gesù ci ha insegnato, rimanga una semplice formula stereotipata? È possibile vivere un rapporto profondo, fecondo, significante con Dio semplicemente ripetendo delle parole apprese nell'infanzia? Siamo cresciuti, maturati, abbiamo studiato, ci siamo sposati, abbiamo generato e cresciuto dei figli, ma la nostra preghiera si è fermata lì, non è cambiata seguendo il procedere del nostro percorso umano. Il significato del Padre Nostro infatti non è immediatamente chiaro. A che cosa si pensa quando si ripete per l'ennesima volta la petizione "sia santificato il tuo nome"? Si possono desumere significati più o meno pertinenti, ma quasi sempre non vanno al cuore di questa petizione. Anche la richiesta "venga il tuo regno", che riprende una parola così importante per Gesù risulta di difficile comprensione. Basti pensare che alla domanda che cosa è il regno di Dio è difficile dare una risposta. Attraverso un autorevole approfondimento biblico l'autore restituisce pienezza alla madre di tutte le preghiere dei Cristiani, aprendo le porte ad una preghiera in grado di favorire un incontro personale, intimo e vitale con Dio. Il Padre Nostro, ridiventa così lo strumento migliore per ricevere questa comunicazione di vita, non più semplici parole da recitare, ma come un programma da interiorizzare e vivere.
La lettera di Giacomo, la seconda lettera di Pietro e la lettera di Giuda fanno parte di quegli scritti che la tradizione ecclesiale ha denominato lettere cattoliche. Esse sono state chiamate così perché sembrano missive inviate non a comunità particolari, ma testi circolari indirizzati a molte o a tutte le chiese. Oggi si è del parere che la mancata menzione esplicita dei destinatari voglia dire che i nomi di queste chiese sono stati perduti oppure non erano stati indicati nel testo originale. Sembra infatti che in queste epistole si trattino questioni particolari che hanno interessato e coinvolto credenti che hanno vissuto la loro esperienza di fede in Gesù Cristo non in chiese allo stato nascente, ma in comunità della seconda e terza generazione cristiana.
Destinatari
Chi pratica la lectio divina, in gruppi o comunità o in forma individuale. Il volume risulterà utile anche per lo studio e l'approfondimento del testo biblico.
Autore
SANTI GRASSO, nato a Udine nel 1961, è presbitero della diocesi di Gorizia. Ha conseguito il dottorato in Sacra Scrittura presso il Pontificio istituto biblico nel 1991 ed è professore di esegesi del Nuovo Testamento nel Seminario interdiocesano di Gorizia-Trieste-Udine, nell'Istituto superiore di scienze religiose di Gorizia e di Udine e presso la Pontifica università della Santa Croce a Roma. È autore di diverse pubblicazioni. Presso le Edizioni Messaggero ha pubblicato Lectio divina delle parabole di Gesù (Padova 1998). Collabora anche a diverse riviste con articoli e contributi scientifici.