Per comprendere la figura di Gesù ci si deve avvicinare al suo orizzonte che in realtà è molto lontano dal nostro, dal momento che il tempo, l'ambiente e la cultura in cui egli visse sono completamente diversi. L'unico grande aiuto per la comprensione della figura del Messia è dato dai libri del Nuovo Testamento che contengono diverse sfaccettature della sua rivelazione. Non ci sono altri strumenti! Tuttavia, si deve dire che l'intelligenza veritiera e completa del messaggio contenuto nei diversi testi canonici non è così immediata per il lettore moderno; né le forme letterarie, né le parole, né i contesti dei passi, infatti, risultano sempre facilmente comprensibili. Certo, rimane fermo il principio secondo cui la Bibbia è per tutti, ma si deve anche ammettere che non tutti sono capaci di leggerla. Ora, lo scopo del presente volume consiste proprio nell'allargare la cerchia di coloro che, leggendo il testo biblico, vogliano anche comprenderne le molte e significative sfumature.
Come può l'azione di Dio nella storia spiegare Auschwitz o altre drammatiche esperienze dell'umanità. Una certa lettura della Bibbia ha portato a credere che la fede nel Dio della storia trovi riscontro in un suo intervento a livello fattuale, dal carattere spesso meraviglioso e stupefacente. In realtà, a leggere con attenzione tanto l'Antico quanto il Nuovo Testamento, appare chiaramente come l'azione di Dio si manifesti nella logica dell'incarnazione, quando l'essere umano collabora responsabilmente con l'intervento dello Spirito e interiorizza la dinamica della risurrezione come forza della vita divina che entra nella storia superando le diverse forme della morte.
L’autore affronta il tema della fragilità in chiave biblica, da genesi ad apocalisse, passando per i salmi e Paolo. La riflessione sfocia in un invito a riappropriarsi del senso della fragilità della vita, senza la quale non ci sarebbe nemmeno la libertà umana. Questa fragilità, che tanto infastidisce in quanto Tange continuamente tutti con aspetti di vario genere, sia umani che cosmici, in realtà è la con di ti o sine qua non per vivere un’esperienza di libertà, dove non si è automi, predeterminati solo a fare il bene, ma soggetti che, nell’ambito della storia, possono scegliere di vivere con creatività, con sentimento, con fantasia. Pensato e composto prima della diffusione del coronavirus, aiuta a individuare percorsi di salvezza anche in mezzo a situazioni negative.
Il terzo vangelo canonico è il risultato di un’armonia tra tradizione e attualizzazione. Questa sinergia nasce dall’incontro fecondo tra l’annuncio evangelico originato nel mondo giudaico e la tradizione filosofica letteraria del mondo greco-ellenistico. Stupefacente risulta la fusione di questi due universi che porta alla rivisitazione della figura di Gesù. La quale assume un ulteriore spessore salvifico proprio grazie all’apporto della tradizione speculativa ellenistica. L’uso del metodo storico in voga a quel tempo trascina l’autore di questo Vangelo in una ricerca dei fatti di Gesù che lo porta a trovare in temi particolarmente illuminati e derivati dalla cultura ellenistica la chiave interpretativa della figura del messia.
Come evitare che la preghiera per eccellenza, quella che Gesù ci ha insegnato, rimanga una semplice formula stereotipata? È possibile vivere un rapporto profondo, fecondo, significante con Dio semplicemente ripetendo delle parole apprese nell'infanzia? Siamo cresciuti, maturati, abbiamo studiato, ci siamo sposati, abbiamo generato e cresciuto dei figli, ma la nostra preghiera si è fermata lì, non è cambiata seguendo il procedere del nostro percorso umano. Il significato del Padre Nostro infatti non è immediatamente chiaro. A che cosa si pensa quando si ripete per l'ennesima volta la petizione "sia santificato il tuo nome"? Si possono desumere significati più o meno pertinenti, ma quasi sempre non vanno al cuore di questa petizione. Anche la richiesta "venga il tuo regno", che riprende una parola così importante per Gesù risulta di difficile comprensione. Basti pensare che alla domanda che cosa è il regno di Dio è difficile dare una risposta. Attraverso un autorevole approfondimento biblico l'autore restituisce pienezza alla madre di tutte le preghiere dei Cristiani, aprendo le porte ad una preghiera in grado di favorire un incontro personale, intimo e vitale con Dio. Il Padre Nostro, ridiventa così lo strumento migliore per ricevere questa comunicazione di vita, non più semplici parole da recitare, ma come un programma da interiorizzare e vivere.
Le numerose frasi condizionali nel Quarto vangelo hanno lo scopo di suscitare la fede in Gesù guidando il lettore, passo passo, in un percorso di crescita spirituale, indicando le premesse corrette da cui muovere e gli obiettivi da raggiungere. L’autore analizza come queste sentenze ipotetiche stabiliscano un «metodo» nel percorso religioso e affrontino, non a caso, proprio quei punti che sono fondamentali e nevralgici della cristologia e dell’antropologia giovannea. Il vangelo di Giovanni evidenzia il ruolo pedagogico di Gesù il quale non solo rinvia con il suo annuncio a un tenore di vita fortemente elevato, ma indica anche le premesse, i preliminari, i punti di partenza per ottenerlo.
"Per parlare della misericordia, Gesù ricorre spesso a parabole. Ma ognuno di noi potrebbe essere un parabolista, perché dalla nostra esperienza umana possiamo ricavare un senso profondo che ci rimanda a Dio. Se fossimo solo lettori passivi le parabole sarebbero semplicemente da leggere o ascoltare. Mentre se esse diventano un metodo per interpretare la vita, la nostra realtà diventa parabola che va raccontata." (dall'Introduzione)
Uno strumento esegetico per lo studio e il commento alla Parola di Dio nella predicazione. La struttura del Vangelo di Matteo da un lato corrisponde a quella tradizionale degli altri sinottici in cui Gesù viene descritto nelle sue tappe fondamentali, quali il battesimo, la missione in Galilea, il viaggio verso Gerusalemme, la passione, morte e risurrezione; dall'altro è caratterizzata da cinque sezioni che fungono da colonne portanti di tutta l'opera: il discorso della montagna, quello missionario, quello parabolico, quello ecclesiale e per ultimo quello escatologico. Cinque composizioni letterarie che interrompono la sequenza narrativa per riportare le parole di Gesù, discorsi nei quali, in modo progressivo, si manifesta la sua dottrina. L'autore rilegge il Vangelo di Matteo proponendo un commento esegetico e teologico che mette in luce l'armonia interna e la profonda ricchezza spirituale del testo.
Il Vangelo di Marco, costruito sulla base di un preciso progetto teologico e cristologico, dimostra la sua autorevolezza non per l’importanza dell’autore, ma per il valore del suo messaggio: riporta il vangelo di Dio manifestatosi in Gesù, il Figlio di Dio.
L’opera marciana è spesso interpretata come un testo in cui il materiale tradizionale è stato accostato senza un vero e proprio principio ordinatore. L’analisi approfondita della narrazione mostra, al contrario, come la costruzione marciana abbia una sua articolazione progressiva anche se non secondo i criteri classici. Si presenta pertanto un testo a composizione simmetrica preceduto da un prologo e chiuso da un epilogo, che contiene due ampie parti dedicate rispettivamente al ministero galilaico e a quello gerosolimitano con al centro una sezione di passaggio che presenta Gesù in cammino dalla Galilea alla Giudea.
Il titolo iniziale costituisce il programma non solo narrativo, ma anche teologico dell’opera.Lo scopo del racconto,infatti,è proprio quello di mostrare come il personaggio Gesù sia da identificare con il messia sulla linea della figliolanza divina (Mc 1,1).
Santi Grasso, nato a Udine il 13 agosto 1961, è presbitero della diocesi di Gorizia. Ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico nel 1991 ed è professore di esegesi del Nuovo Testamento nel Seminario interdiocesano di GoriziaTrieste-Udine, nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Gorizia e di Udine e presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. È autore di diverse pubblicazioni, fra le quali ricordiamo: Gesù e i suoi fratelli (Bologna 1993), Il vangelo di Matteo (Roma 1996), Luca (Roma 1999), La prima lettera ai Corinzi (Roma 2001); Il Vangelo di Giovanni. Commento esegetico teologico (Roma 2008). Con Paoline ha pubblicato: Matteo. Il vangelo narrato (Milano 2000); Il vangelo di Marco. Nuova versione, introduzione e commento (Milano 2003, 20122). Collabora anche a diverse riviste con articoli e contributi scientifici.
La prima parola dell'ultimo libro del canone cristiano - apokalypsis - è divenuta il titolo stesso dell'opera: rivelazione; parola attribuita a Gesù e che riguarda il senso dell'andamento della storia umana. Ampiamente letto e variamente interpretato fin dalle origini della storia della Chiesa, libro complesso, affascinante, l'Apocalisse è strutturato come un testo epistolare ed è attribuito a Giovanni. L'autore si rivolge alle comunità dell'Asia Minore che rischiavano di "annacquare" l'esperienza cristiana con la cultura ellenistica del tempo. Santi Grasso accompagna il testo con il commento, offrendo una lettura attualizzante il significato del Libro biblico.