È possibile una teologia della relazione omoaffettiva che non riduca i "segni dei tempi" al tradimento di principi troppo rigidi, né alle evidenze indiscutibili di un pensiero nostalgico? La ricostruzione del rapporto tra tradizione cristiana, sessualità e omosessualità negli ultimi due secoli e l'analisi dei principali documenti magisteriali prodotti dopo il Concilio - Persona humana (1975), Homosexualitatis problema (1986) e il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) - rivelano l'incapacità di leggere i fenomeni del presente e di usare il patrimonio di distinzioni e di sapienza che ci viene dal passato. Una buona teologia non giustifica il risentimento verso le nuove richieste di riconoscimento e libertà e non le predetermina senza limitare le sorprese dello Spirito, ma le accompagna con discernimento aperto e con vigile lungimiranza.
Con la parola "iniziazione" si esprime un altro modo di approcciare i sacramenti e un modo molto più esteso, più ampio, più articolato di pensare la catechesi. Entrare nella Chiesa è un atto pienamente umano, e se è un atto pienamente umano ha le logiche della nascita. Questo significa superare la riduzione della iniziazione a dottrina o a catechismo. Raccontare questo superamento e renderlo desiderabile e possibile è la piccola ambizione di questo volumetto, pensato anche in vista del dibattito che caratterizzerà il confronto ecclesiale nel prossimo Sinodo dei Vescovi, dedicato al rapporto tra i giovani e la fede.
Nella preghiera facciamo un'esperienza radicale di dipendenza e di non-autosufficienza, nella quale passività e attività, libertà e grazia si intrecciano e si presuppongono a vicenda. Aprendosi a Dio l'uomo si apre anche all'altro che ha offeso, all'altro da perdonare, al bene altrui, al bene proprio.La tradizione liturgica ci offre il linguaggio per vivere individualmente il pregare come parola, come azione, come relazione; ci dà il vocabolario per interpretare la nostra esperienza.Nella festa della lode tutti i diritti e tutti i doveri si ridimensionano e si purificano. La pretesa e la dedizione si scoprono anticipate da un dono e sollevate, rifigurate e ricomposte in un ordine nuovo.
In che modo vogliamo trattare la morte? Come a Porto Cervo, la città snob dove non esiste un cimitero? Oppure come nel Sud Tirolo dove il camposanto è al centro di ogni paese? Ciascun lutto ci chiede la misericordia della prossimità.
Il volume propone una preziosa rivalutazione della preghiera rituale e ritmata come orizzonte di ogni parola e di ogni azione umana a partire dalla considerazione che la Liturgia delle Ore ha la capacità di strutturare in modo esistenziale il tempo, di rivestirlo di significato e di farne un'esperienza abitata. Un esordio di carattere filosofico suggerisce una riflessione su tre diverse visioni del tempo che attraversano la cultura attuale; segue una sottolineatura sulla reciproca dipendenza di teologia e antropologia per la piena valorizzazione del rapporto tra tempo e preghiera e per leggere in positivo l'apparente contraddizione tra preghiera rituale e libertà. Il testo si conclude con la spiegazione del significato delle diverse ore della preghiera quotidiana.
Di fronte alla situazione di crisi che ormai è parte costitutiva della cultura mondiale, è inevitabile che non si possa e che non si debba affrontare questo tema anche all'interno dell'esperienza cristiana. Come leggere dunque cristianamente la crisi, la prova, il limite, le debolezze? Come elaborare queste ferite perché diventino feritoie? Come trasformare la pietra scartata in pietra d'angolo? Questi ed altri interrogativi hanno costituito l'origine e la trama del VII e dell'VIII Convegno sulla vita monastica, organizzato dalla Piccola Famiglia della Risurrezione di Marango (VE) e dalla Piccola Fraternità di Gesù di Pian del Levro (TN), che oramai dal 2005 offrono l'occasione a comunità monastiche di antica tradizione e a quelle sorte più recentemente di riflettere e di confrontarsi insieme attorno all'unico Vangelo. Le riflessioni qui proposte sono il frutto di questi incontri annuali e desiderano essere uno stimolo a saper nuovamente e coraggiosamente scorgere il kairos nel nostro tempo per "dissentire dai profeti di sventura".
Una seconda edizione, con 11 capitoli del tutto nuovi, un vero manuale di studio e un contributo originale alla ricerca teologica sulla questione liturgica". "
La Liturgia delle Ore è il cuore pulsante della vita cristiana, senza il quale la fede ben presto si indebolisce, perde mordente. Essa non è semplicemente preghiera, ma preghiera rituale. Questa è la sua virtù, ma anche la sua difficoltà. Eppure questo lato del profilo della Liturgia delle Ore è il suo versante più prezioso. Il volume è suddiviso in quattro parti: l’esordio presenta le tre diverse visioni del tempo che attraversano la cultura attuale. Segue una valutazione della reciproca dipendenza di teologia e antropologia, per la piena valorizzazione del rapporto tra tempo e preghiera. La terza parte entra nell’esperienza propriamente teologica del pregare rituale. Con la quarta parte si giunge a una sorta di fenomenologia delle diverse ore della preghiera quotidiana.
Note sull’autore
Andrea Grillo (Savona 1961), laico sposato, dal 1994 insegna teologia dei sacramenti e filosofia presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e l'Istituto di Liturgia Pastorale S. Giustina di Padova. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Guida laica per tornare a messa. Dal precetto alla libertà (Cinisello Balsamo 1997) e Introduzione alla teologia liturgica. Approccio teorico alla liturgia e ai sacramenti cristiani (Padova 1999).
Ricerca scientifica che studia la fondazione teologica della liturgia, mostrando oltre ai rapporti che legano queste due discipline, le vitali aperture che esse hanno anche nei confronti della filosofia e delle scienze umane.