Düsseldorf, settembre 1853. Uno sconosciuto musicista ventenne suona alla porta della casa sulla Bilkerstrasse in cui vivono, con i loro sei fi gli, il compositore Robert Schumann e sua moglie, la celebre pianista Clara Wieck. È un ragazzo vagabondo e silenzioso, biondo e angelico: il suo nome è Johannes Brahms, e fi n da quel primo incontro gli Schumann diventeranno il centro della sua vita, i primi sostenitori del suo talento e la sua vera famiglia.
Quarantatré anni dopo quel giorno decisivo nell’esistenza di tutti e tre, di ritorno da un angoscioso viaggio in treno che ha intrapreso per essere presente al funerale di Clara, rinchiuso nel suo studio di Vienna Johannes scrive una lunga lettera, l’ultima – quasi una confessione – alla sua carissima amica, così profondamente amata. E ripercorre le tappe di un rapporto unico, esclusivo, a volte ambiguo e persino crudele, divenuto ancora più singolare dopo la discesa nella follia e la misteriosa morte in manicomio di Robert. Riga dopo riga, trapelano tutte le verità non dette di un’affettuosa amicizia tormentata e indistruttibile, consumata nel nome della musica, all’ombra del ricordo di Robert e nel segno di una devozione reciproca così assoluta da costringere Clara nel ruolo di vedova inconsolabile e da spingere Johannes a rinunciare a tutto pur di restarle vicino. Illuminando in una prospettiva originale un sorprendente triangolo amoroso, e regalandoci così i ritratti di tre personaggi affascinanti e indimenticabili, Luigi Guarnieri racconta con sapienza e passione il mondo della grande musica romantica dell’Ottocento, e orchestra un’indagine finissima sui temi più segreti e profondi di tutte le nostre vite – la pazzia, la morte, la felicità, la famiglia, l’amicizia, l’amore.
Luigi Guarnieri (1962) è autore di cinque romanzi, tradotti nei principali paesi europei: L’atlante criminale. Vita scriteriata di Cesare Lombroso (2000), Tenebre sul Congo (2001), La doppia vita di Vermeer (2004), La sposa ebrea (2006), I sentieri del cielo (2008).
Calabria, 1863. Sulle montagne remote della Sila, nello scenario mitico di una natura maestosa e selvaggia, lo squadrone di cavalleria guidato dal maggiore Albertis insegue una banda di ribelli capitanati da uno spietato guerrigliero contadino, Evangelista Boccadoro. L'intero sud è in fiamme, e gruppi di combattenti armati sono in rivolta contro l'esercito calato nel meridione dopo la spedizione dei Mille e la caduta dei Borboni per annettere le regioni dell'ex Regno delle due Sicilie a una nuova nazione: l'Italia. La prima guerra combattuta dallo stato italiano è un conflitto etnico scandito da atrocità e massacri, stupri, fucilazioni e migliaia di morti fra i banditi, i militari e la popolazione civile. E così anche il duello ossessivo e tragico fra il maggiore Albertis e Boccadoro semina una lunga scia di sangue in una terra arcaica, misteriosa e dilaniata da una povertà sconvolgente. E soprattutto, agli occhi dei soldati italiani, abitata da un popolo di barbari superstiziosi e primitivi che non vogliono sottomettersi alle leggi della civiltà.
"La sposa ebrea" è il titolo dell'ultimo capolavoro di Rembrandt, che raffigura un uomo e una donna uniti da un audace gesto d'amore. Attorno a questo quadro ruota, tra il presente e il passato, il nuovo romanzo di Luigi Guarnieri. Parigi 1987: Leo Gualtieri, alla deriva, senza un soldo, incontra una ragazza, Rebecca Lopes da Costa, ebrea olandese di origine portoghese, che s'innamora di lui senza essere ricambiata. Rebecca studia da anni il dipinto di Rembrandt, convinta che la sposa sia una sua antenata, Abigail Lopes da Costa. Amsterdam 1665: sullo sfondo del quartiere ebraico si consuma l'impossibile amore fra Abigail, affetta da una sconosciuta malattia, e il suo medico, Ephraim Paradies, bandito dalla comunità per le sue idee eretiche.