Le opere fondamentali del pensiero filosofico di tutti i tempi. In edizione economica, con testo a fronte e nuovi apparati didattici, le traduzioni che hanno definito il linguaggio filosofico italiano del Novecento. Testo originale nell'edizione di T. H. Green e T. H. Grose.
Il discorso di Hume sulla religione si sviluppa lungo diverse linee argomentative. In primo luogo la contestazione di tutte le pretese di verità delle religioni teistiche: viene argomentata l'inaccettabilità di qualunque prova empirica o razionale dell'esistenza di Dio. Non meno radicale e decisiva è la critica che Hume rivolge alla credenza nei miracoli basata sulla presunta affidabilità delle testimonianze su eventi miracolosi che attesterebbero l'autorevolezza dei fondatori delle grandi religioni rivelate. Infine, terzo argomento: come conciliare la pretesa bontà e onnipotenza dell'essere divino dei monoteismi con la presenza del male nell'universo? Hume elabora quindi una critica serrata alle dannose conseguenze delle religioni sul piano morale e sociale: da una parte argomenta sull'incompatibilità psicologica tra religione e moralità; dall'altra sviluppa una dettagliata analisi delle implicazioni in termini di fanatismo, faziosità e intolleranza - delle diverse forme della religiosità.
I due saggi sul suicidio e sull'immortalità che aprono questa raccolta di scritti morali di David Hume furono pubblicati - anonimi e senza indicazione dell'editore - solo nel 1777, dopo la morte del loro autore. Con prosa lucida, semplice ed efficace, il filosofo inglese smonta implacabilmente una dopo l'altra le impalcature della morale religiosa, svelando l'infondatezza della pretesa di limitare la libertà individuale in nome delle paure e delle speranze che accompagnavano le credenze nella vita eterna, nel paradiso e nell'inferno. Le sue proposte teoriche - sui temi più disparati, dal suicidio al matrimonio, dalle relazioni tra i sessi alle virtù della castità e della modestia - sorprendono per la radicalità e l'affinità con il pensiero contemporaneo. In queste pagine Hume elabora una prospettiva secolare e naturalistica sull'etica percorrendo in modo chiaro e comprensibile analisi e argomentazioni radicate nell'esperienza comune. Ne emerge una visione equilibrata e razionale della natura umana: "paradiso e inferno presuppongono due distinti tipi di uomini, i buoni e i cattivi, mentre la maggior parte dell'umanità oscilla tra il vizio e la virtù".
L'Estratto isola e illustra i capisaldi del Trattato, arricchendo e chiarendo con formulazioni nuove la dottrina della causalità e della credenza. Completa il volume la Lettera di un gentiluomo al suo amico in Edimburgo, in cui Hume respinge le accuse di scetticismo assoluto e di ateismo, mostrando come invece la sua filosofia si concilia con la fede nella trinità e ne costituisce anzi il più saldo fondamento. Pubblicato anonimo nel 1740, nell'estremo tentativo di attirare l'attenzione degli studiosi e del pubblico sulla novità del pensiero espresso nel "Trattato", l'"Estratto" è stato definitivamente attribuito a Hume nel 1938. Ancora più recente (1967) l'attribuzione della "Lettera", la cui prima edizione, anonima, risale al 1745.
Le opere fondamentali del pensiero filosofico di tutti i tempi. In edizione economica, con testo a fronte e nuovi apparati didattici, le traduzioni che hanno definito il linguaggio filosofico italiano del Novecento.
Le vere cause della religione secondo l'originale e disincantata interpretazione del grande pensatore inglese. David Hume (1711-1776) è il maggior esponente dell'empirismo inglese.