Jaspers affronta in quest'opera i "pensieri fondamentali" di Nietzsche (superuomo, eterno ritorno, volontà di potenza); i nodi problematici del rapporto negazione-affermazione, immanenza-trascendenza, ateismo-ricerca di Dio; e, in via preliminare, alcuni aspetti metodologico-interpretativi, a cominciare dal rapporto aforisma-sistema. Al centro dell'interpretazione jaspersiana - in antitesi a quella heideggeriana - vi è l'idea dell'indissolubile legame di pensiero e vita: bisogna partecipare intimamente al continuo "movimento" del pensiero nietzschiano nel suo concreto farsi, alla sua filosofia sperimentale, che è ad un tempo "pensata e vissuta". Solo così si può pervenire a una vera e propria "assimilazione" di Nietzsche, cioè a un'autentica comprensione del suo filosofare, che implica al tempo stesso una sua appropriazione e rielaborazione personale. In tal senso Jaspers getta luce non solo sulla filosofia di Nietzsche, ma anche sulle idee centrali della propria filosofia: quelle di "situazioni-limite", di "origine", di "trascendenza".
Alla vigilia della seconda guerra mondiale uno dei più grandi filosofi del Novecento. Karl Jaspers, viene cacciato dall'Università di Heidelberg. dove insegnava, poiché marito di un'ebrea. Successivamente, seppur in condizioni di libertà vigilata, egli trova il coraggiosi pronunciarsi in due pubbliche conferenze su un tema assai spinoso quale il rapporto tra Nietzsche e il cristianesimo. Jaspers, consapevole del pericolo mortale cui va incontro la civiltà tedesca assoggettata al nazismo, vede quanto l'ideologia nazista può trovare terreno fertile in Nietzsche e, in particolare, nell'interpretazione strumentale della sua teoria del Superuomo. Perciò il suo discorso si concentra preliminarmente sulla necessità di leggere Nietzsche nel contesto generale della sua opera: non si può isolare un frammento nietzschiano e attribuirgli valore assoluto. Jaspers sottolinea il punto nodale della speculazione nietzschiana. Figlio di un pastore protestante. Nietzsche non ha fede nel cristianesimo: dichiara la morte di Dio e annuncia che l'uomo europeo è ormai entrato nell'epoca del nichilismo. Jaspers non si stanca però di ammonire: tanto compiaciuta è la critica nietzschiana al cristianesimo, altrettanto preoccupato è Nietzsche circa il futuro dell'uomo europeo dopo l'avvento del nichilismo. Il Superuomo dev'essere dunque un individuo capace di rinunciare all'illusione di Dio.
Che cosa so io davvero? Che cos'è la verità? In questo testo fondamentale, Jaspers ripercorre le tappe della ricerca di una verità di cui si possa dire: è ciò che è al di là di ogni cosa in quanto ne costituisce il fondamento. La fede, intesa come dimensione della filosofia e non come superiore conoscenza fornita da una rivelazione divina, è in sintesi l'itinerario che rivela all'uomo la possibilità del suo progetto esistenziale, come tensione continua verso il futuro.
Nella "Filosofia", la grande opera in tre volumi di Jaspers, "L'orientazione filosofica del mondo" e "La chiarificazione dell'esistenza" sono le tappe che precedono e conducono a quella "Metafisica" che ne raccoglie il senso ultimo. Dell'intera opera si presenta qui l'introduzione generale e il terzo volume, che è appunto la "Metafisica". Con questa parola non si deve intendere un sapere oggettivo in grado di pronunciarsi sui problemi ultimi che trascendono il piano dell'esperienza, ma l'esigenza incondizionata che sospinge l'uomo oltre il piano del noto e di ciò che è scientificamente provato.
E' possibile vedere nella "follia" l'origine del "genio". Oppure il genio per manifestarsi deve avere il sopravvento sulla follia? In questo studio Karl Jaspers, spostando l'analisi dal generale al concreto, e unendo al sapere specialistico nutrito dal contatto diretto con i malati la consapevolezza che "non ci si debba piegare di fronte all'incomprensibile", ripercorre i momenti in cui la malattia entra nella vita dell'artista fino a trasfigurarne l'opera. E' il caso di Strindberg, ossessionato dalla mania di persecuzione, creatore di mondi sempre nuovi in cui finisce per distruggersi. Ma è anche il caso di Van Gogh, ripiegato su se stesso e sulla propria tecnica di pittura, in un continuo che lo porterà alle estreme conseguenze artistiche ed esistenziali.
Scritto subito dopo la disfatta della Germania nella seconda guerra mondiale, questo saggio è al tempo stesso una breve, densa trattazione elaborata da uno dei massimi filosofi del Novecento intorno al concetto di "colpa" (nelle sue differenti specificazioni di colpa criminale, politica, morale, metafisica), e una lucida riflessione condotta da un tedesco sui tedeschi e sul nazismo, sulla colpa della Germania hitleriana (il passato) e sulla possibile rinascita della Germania libera (il futuro) sulle basi di un incerto presente (l'immediato dopoguerra).