Nei dibattiti politici, mediatici e accademici si parla spesso di valori. Eppure, una questione rimane spesso senza risposta: come nasce un valore? Come emerge e come si costituisce qualcosa che è importante per noi, e a partire da cui valutiamo persone, cose, eventi, situazioni della nostra vita? In "Come nascono i valori", Hans Joas presenta una risposta originale a tale interrogativo: i valori nascono da esperienze individuali e sociali che scuotono e mettono in discussione i limiti della nostra identità. Nei dieci capitoli che compongono il volume, Joas sviluppa la sua proposta attraverso una retrospettiva storica e concettuale che va da Nietzsche a Habermas, passando per la filosofia tedesca del primo '900, il pragmatismo americano e il postmoderno.
Il libro offre una sintesi del lavoro teorico di Hans Joas, singolare figura di sociologo che non disdegna di coniugare i dati provenienti dalla ricerca empirica con teorie della società in esplicito dialogo con la filosofia. La società appare a Joas come il luogo concreto, osservabile e verificabile, in cui s'intrecciano bisogni e aspettative personali, pretese di verità e forme di organizzazione politica. Di qui un orientamento di ricerca, che gli consente di scavare al tempo stesso nell'esperienza collettiva e in quella individuale, di indagare i valori che orientano l'una e l'altra, di evidenziare i legami e il coinvolgimento che i valori attestano. Joas è attento in particolare a quei momenti di creatività in cui l'uomo va in qualche modo oltre se stesso e fa un'esperienza di autotrascendenza, che può avere anche una declinazione religiosa: Nella religione, che per le società secolarizzate come le nostre è un'opzione e non più un automatismo, si deposita un surplus di esperienza che costituisce una preziosa risorsa di futuro.
Abbiamo davvero bisogno della religione? È questo un interrogativo cruciale che riguarda la società contemporanea, sia dal punto di vista dell’esistenza individuale, sia sul piano politico e culturale. Per Hans Joas la risposta è affermativa: abbiamo bisogno della religione, non soltanto come «riserva di senso», né come forza d’integrazione sociale, ma soprattutto per riconoscere e difendere valori essenziali come quello della dignità umana. Questo libro sostiene che, anche nella società del pluralismo culturale, possono esistere valori universali. Il valore della dignità umana diventa accessibile e sperimentabile per le persone attraverso l’esperienza dell’auto-trascendenza, e la religione rimane la più importante forza attiva nella nostra cultura che sappia evocare e interpretare questo tipo di esperienza.