Gandhi era un non violento, ma non un pacifista. Nutriva ben poca stima per la passività, e ancora meno per la debolezza morale. Per Gandhi la lotta ha i suoi vantaggi: nel conflitto si comprende il punta di vista altrui e si allarga la propria prospettiva. Con la lotta giungiamo a una visione più ampia della verità. Questo libro è una sorta di abbecedario, un'introduzione chiara e semplice al metodo di lotta di Gandhi e un insieme di regole per metterlo in pratica. Dai litigi in ambito familiare alle dispute sul luogo di lavoro, dalla rivolta contro la brutalità nazista alla guerra oggi in corso contro il fanatismo religioso, Juergensmeyer sottopone l'intuizione gandhiana alla prova di un'ampia gamma di esempi e di casi concreti.
Juergensmeyer esplora l'universo oscuro e inquietante delle figure dei "terroristi per Dio", cioè di coloro che sono pronti a uccidere (spesso anche a farsi uccidere) in nome della fede, anzi delle tante diverse fedi. Dopo tanto parlare della violenza del fondamentalismo islamico, questo libro ci riporta, nelle parole degli stessi terroristi e con il racconto delle loro vite, a uno scenario complesso nel quale non c'è religione che non venga usata a pretesto della lotta politica.