Il volume, sesto titolo (e nono per ordine di pubblicazione) della collana Graphé, è pensato come una guida alla lettura insieme accessibile e rigorosa. Gli studenti di scienze bibliche vi troveranno l'aiuto indispensabile per leggere ogni capitolo dei Vangeli e degli Atti, con le indicazioni per interpretare i passi più difficili, grazie anche a suggerimenti e commenti che possono sfuggire a una prima lettura. I docenti, invece, troveranno un agile strumento per introdurre le principali tematiche che riguardano i Sinottici, e potranno allo stesso tempo sviluppare in modo autonomo e con libertà gli argomenti per loro più interessanti. Questi i temi dei cinque capitoli: un'introduzione generale, il Vangelo secondo Marco, quello secondo Matteo, quello secondo Luca con gli Atti, e infine una serie di focus su alcuni temi-chiave (fra cui "Unità e pluralità dei Vangeli", "Testimonianza, memoria, scrittura", "Il rapporto fra Sinottici e Atti", "Il problema teologico del Gesù storico" e "Il rapporto fra storia e fede").
Espressioni come "chiesa in uscita" e per portare il vangelo alle periferie esistenziali possono suonare come moderne. Il volume mostra come fin dagli inizi gli apostoli abbiano vissuto il loro mandato avendo come orizzonte ultimo "i confini della terra", cioè anche i più lontani dal giudaismo. L'autore, attraverso l'analisi minuziosa e documentata, ma non pedante, dei testi, mostra come lo Spirito del Risorto sia l'anima della spinta missionaria. Due sono le figure esemplari: Pietro e Paolo. Ma dietro di loro si muove tutta la Chiesa. Si tratta di un testo con molti spunti di riflessione per la teologia biblica, la cristologia e l'ecclesiologia.
In un tempo segnato da un forte ripiegamento nell'individualismo, che coinvolge anche l'ambito della spiritualità, è opportuno riscoprire la rilevanza della dimensione comunitaria. D'altro canto, è nella preghiera che un'assemblea cristiana prende coscienza di essere popolo redento dal Signore Gesù Cristo e si sente spronata a edificarsi nell'unità. Questa duplice convinzione ha ispirato l'autore nella riflessione sui testi che Luca, autore del terzo vangelo e degli Atti degli apostoli, dedica alla preghiera. La memoria delle origini è un'opportunità preziosa non solo per ricordare in che modo la cristianità antica lodava, ringraziava, supplicava il Signore, ma soprattutto per evidenziare la centralità della preghiera nella vita della comunità e nella sua attività missionaria. Nella prospettiva lucana, essa non è un pio esercizio di devozione né un obbligo in ossequio alle prescrizioni della tradizione giudaica: è vita. Per questo i cristiani primitivi come quelli contemporanei non ne possono fare a meno, perché non possono fare a meno di vivere.