"L'Europa oggi è ancora da fare e addirittura da pensare. Il passato propone, ma non dispone, il presente è determinato tanto dal caso e dal libero arbitrio quanto dall'eredità del passato. Questo libro mostra le anticipazioni medievali dell'Europa e le forze che le hanno combattute con maggiore o minore vigore per poi sconfiggere questi primi tentativi, in un processo discontinuo dalle alterne vicende. Ma si tenta anche di provare che i secoli tra il IV e il XV sono stati determinanti e che, di tutti i lasciti vitali per l'Europa di oggi e di domani, quello medievale è il più importante". Così Le Goff presenta la sua riflessione sulle unità e le diversità, le idee e le strutture materiali che hanno definito la nascita e l'evoluzione dell'Europa.
"Né tesi né sintesi, questo libro è il punto d'arrivo di una lunga ricerca : una riflessione sulla storia, sui periodi della storia occidentale, nel corso della quale il Medioevo mi ha accompagnato fin dal 1950. Si tratta quindi di un'opera che porto dentro di me da molto tempo, alimentata da idee che mi stanno a cuore. Scritto in un momento in cui gli effetti quotidiani della globalizzazione stanno diventando sempre più tangibili, questo libro è una cavalcata nel tempo che torna a riflettere sulle diverse maniere di concepire le periodizzazioni storiche: le continuità, le rotture, i modi di pensare la memoria della storia."
Un confronto serrato sul valore della conoscenza e della storia tra due maestri del nostro tempo. "La lotta contro la storia evenemenziale ha cambiato tutto. Sappiamo ora che l'evento non è creato dalla storia ma dallo storico. Da una parte, lo storico crea l'evento. Dall'altra parte sappiamo ora che esiste un evento nuovo. Le tecniche di produzione degli eventi sono profondamente cambiate da oltre mezzo secolo. Col giornalismo, ma soprattutto con la televisione, la produzione dell'evento è del tutto nuova. Esiste un evento nuovo per il quale servono nuovi modi di fare storia." (Jacques Le Goff). "Noi poniamo all'oggetto dei nostri studi le domande che il presente pone a noi. È per questo che esiste una storia degli avvenimenti storici: ogni periodo li vede in maniera differente, perché si modifica l'orizzonte di riflessione" (Jean-Pierre Vernant).
Un confronto serrato sul valore della conoscenza e della storia tra due maestri del nostro tempo. "La lotta contro la storia evenemenziale ha cambiato tutto. Sappiamo ora che l'evento non è creato dalla storia ma dallo storico. Da una parte, lo storico crea l'evento. Dall'altra parte sappiamo ora che esiste un evento nuovo. Le tecniche di produzione degli eventi sono profondamente cambiate da oltre mezzo secolo. Col giornalismo, ma soprattutto con la televisione, la produzione dell'evento è del tutto nuova. Esiste un evento nuovo per il quale servono nuovi modi di fare storia." (Jacques Le Goff). "Noi poniamo all'oggetto dei nostri studi le domande che il presente pone a noi. È per questo che esiste una storia degli avvenimenti storici: ogni periodo li vede in maniera differente, perché si modifica l'orizzonte di riflessione" (Jean-Pierre Vernant).
"Scaviamo all'interno dell'Europa. Da ogni periodo della storia noi europei moderni abbiamo ricevuto qualcosa in eredità. Trasformiamoci in archeologi dell'Europa, scavando prima il sottosuolo e poi tra i libri, le iscrizioni, gli archivi, i musei e, sulla superficie, andiamo alla ricerca dei monumenti, delle abitazioni, degli oggetti che testimoniano tecniche e stili di epoche differenti." Jacques Le Goff ripercorre tappa dopo tappa l'eccitante sfida dell'Europa, il più piccolo dei continenti, che ha conquistato mezzo mondo, ha innescato la miccia di tante rivoluzioni, ha trasformato il pianeta. Età di lettura: da 11 anni.
"Se studiate il Medioevo vi accorgerete che è diverso da ciò che siamo, da ciò che l'Europa è oggi diventata. Avrete come l'impressione di fare un viaggio all'estero. Occorre non dimenticare che gli uomini e le donne di questo periodo sono i nostri antenati, che il Medioevo è stato un momento essenziale del nostro passato, e che quindi un viaggio nel Medioevo potrà darvi il duplice piacere di incontrare insieme l'altro e voi stessi." Jacques Le Goff racconta anche ai più giovani che cos'è stata veramente 'l'età di mezzo' della storia occidentale, da dove sono sorte le sue leggende, qual era la quotidianità degli uomini e delle donne medievali, e soprattutto perché sia tanto importante per noi, oggi, conoscere ciò da cui discendiamo. Età di lettura: da 11 anni.
Il denaro nel senso in cui lo intendiamo oggi è un prodotto della modernità. Non è un protagonista di primo piano del Medioevo, né dal punto di vista economico e politico né da quello psicologico ed etico; è meno importante e meno presente di quanto non lo fosse nell'Impero romano, e soprattutto assai meno centrale di quanto non diventerà nei secoli successivi. Dai pulpiti medievali risuona la condanna dell'avarizia come peccato capitale e le parole dei monaci e dei frati elogiano la carità ed esaltano la povertà come ideale incarnato da Cristo. Non l'accumulo, non la ricchezza garantiscono il buon vivere. La salvezza è nel dono e nel sostegno ai deboli. La pecunia è maledetta e sospetta, perché né il denaro né il potere economico sono arrivati a emanciparsi dal sistema globale di valori proprio della religione e della società cristiana. La moneta sonante tornerà a girare con i rifornimenti di metallo prezioso, con lo sviluppo dell'economia cittadina, con la fondazione alla fine del XV secolo di istituti di credito per la sussistenza di molti poveri e con la nascita di una sorta di mercato unico. Sarà una rivoluzione lenta e silenziosa a modificare i pensieri delle donne e degli uomini del Medioevo e della stessa Chiesa, una rivoluzione che ha nome "capitalismo".
«Nel corso del nostro studio è emerso con sempre maggiore chiarezza un fatto che avrebbe certamente scandalizzato la Chiesa e i cristiani dei trascorsi secoli e che indubbiamente non mancherà di stupirne ancora qualcuno ai nostri giorni: le immagini di Dio cambiano.»
Esiste un Dio dei chierici e uno dei laici, un Dio dei potenti e uno degli umili, un Dio dei poveri e uno dei ricchi. Jacques Le Goff affronta l’argomento in grado di schiudere la piena comprensione del Medioevo. La sua indagine scava tra i testi, le immagini, i rituali dei cristiani medievali e approda a una tesi sorprendente: se ufficialmente Dio era unico, nei fatti le cose stavano altrimenti.
Se venissimo interrogati sull’immagine che di Dio si fanno i nostri contemporanei, probabilmente ce la caveremmo con qualche generico luogo comune, oppure diremmo che la tematica è troppo complessa per essere liquidata in poche parole. Se poi l’interlocutore passasse a chiederci una panoramica dei punti di vista su Dio che hanno avuto gli europei negli ultimi cinquecento anni, finiremmo per sorridere, adducendo l’impossibilità di raccogliere anche solo in un libro un tale ventaglio di prospettive. Eppure ci sono studiosi dotati di una tale capacità di sintesi e una tale chiarezza di divulgazione da riuscire a tratteggiare con serietà ed esaurientemente quale fosse il volto di Dio nei paesi del Sacro Romano Impero su un arco di tempo di quasi mille anni. Uno di questi rari personaggi è Jacques Le Goff.
Enzo Bianchi, “Tuttolibri”
Jacques Le Goff è tra i massimi storici del Medioevo. Dall'inizio della sua carriera non ha mai cessato di esplorare la mentalità medievale e ne ha profondamente rinnovato la storia. La lista delle sue opere e dei riconoscimenti internazionali ricevuti è impressionante. Per i nostri tipi è direttore della collana "Fare l'Europa" e ha pubblicato la maggior parte dei suoi libri.
La principale rappresentazione simbolica del denaro nell'iconografia medievale è una borsa che, appesa al collo di un ricco, lo trascina all'Inferno.
Jacques Le Goff racconta secoli di storia in cui la Carità contava più del Mercato
Il denaro nel senso in cui lo intendiamo oggi è un prodotto della modernità. Non è un protagonista di primo piano del Medioevo, né dal punto di vista economico e politico né da quello psicologico ed etico; è meno importante e meno presente di quanto non lo fosse nell'Impero romano, e soprattutto assai meno centrale di quanto non diventerà nei secoli successivi.
Dai pulpiti medievali risuona la condanna dell'avarizia come peccato capitale e le parole dei monaci e dei frati elogiano la carità ed esaltano la povertà come ideale incarnato da Cristo. Non l'accumulo, non la ricchezza garantiscono il buon vivere. La salvezza è nel dono e nel sostegno ai deboli. La pecunia è maledetta e sospetta, perché il denaro e il potere economico non sono ancora arrivati a emanciparsi dal sistema globale di valori proprio della religione e della società cristiana.
Con l'entusiasmo, la curiosità intellettuale, la scrittura brillante di sempre, Jacques Le Goff regala un prezioso scorcio di mondo.
In breve
«Se studiate il Medioevo vi accorgerete che è diverso da ciò che siamo, da ciò che l’Europa è oggi diventata. Avrete come l’impressione di fare un viaggio all’estero. Occorre non dimenticare che gli uomini e le donne di questo periodo sono i nostri antenati, che il Medioevo è stato un momento essenziale del nostro passato, e che quindi un viaggio nel Medioevo potrà darvi il duplice piacere di incontrare insieme l’altro e voi stessi.»
Jacques Le Goff racconta alle nuove generazioni che cos’è stata, veramente, ‘l’età di mezzo’ della storia occidentale, da dove sono sorte le sue leggende, qual era la quotidianità degli uomini e delle donne medievali, e soprattutto perché sia tanto importante per noi, oggi, conoscere da dove veniamo.
Indice
Per accostarsi a questo libro da ragazzi... e anche dopo - I. Il Medioevo - II. I cavalieri, la dama e la Madonna - III. Castelli e cattedrali - IV. Gli uomini del Medioevo - V. I potenti - VI. La religione e l’unità dell’Europa - VII. L’immaginario religioso del Medioevo - VIII. La cultura - Conclusione. La nascita dell’Europa - Cronologia essenziale del Medioevo - L’autore
"Scaviamo all'interno dell'Europa. Da ogni periodo della storia noi europei moderni abbiamo ricevuto qualcosa in eredità. Trasformiamoci in archeologi dell'Europa, scavando prima il sottosuolo e poi tra i libri, le iscrizioni, gli archivi, i musei e, sulla superficie, andiamo alla ricerca dei monumenti, delle abitazioni, degli oggetti che testimoniano tecniche e stili di epoche differenti." Jacques Le Goff ripercorre tappa dopo tappa l'eccitante sfida dell'Europa, il più piccolo dei continenti, che ha conquistato mezzo mondo, ha innescato la miccia di tante rivoluzioni, ha trasformato il pianeta. Età di lettura: da 11 anni.
Figure cariche di fascino e simbolismo, unti dalla Chiesa come rappresentanti del divino nella gestione del potere temporale, spesso venerati dal popolo come santi e guaritori: i re dell'Occidente medievale esercitavano un potere assoluto che incarnava in sé l'auctoritas e la potestas romane, ma riceveva nuova linfa e giustificazione dalla consacrazione religiosa. Erano re guerrieri che guidavano i loro uomini in battaglia, re laici che esercitavano un potere giuridico-sacrale ed erano, infine, i garanti della fecondità e della prosperità delle loro terre e dei loro sudditi.