"La norma sul voto di scambio politico-mafioso nasce malissimo. Dopo le stragi di Capaci e di via d'Amelio, il legislatore confeziona in tutta fretta un reato quasi inapplicabile. Dopo vent'anni, nel 2014, grazie alle pressioni dell'associazionismo antimafia, arriva una riforma che ci sembra però deludente. Nel 2017, qualcosa migliora sul fronte del trattamento sanzionatorio. Ma si può fare ancora di meglio. È in gioco la qualità della nostra democrazia."
Un libro onesto, crudo nella disanima dei problemi e coraggioso nel proporre soluzioni. Non ci sono altre parole per definire questo saggio. I due autori ci raccontano il Sud per come è. Non imbrogliano quando spiegano, per esempio, che le organizzazioni mafiose vengono spesso viste da molti cittadini non come nemiche, ma come soggetti in grado di sostituirsi a uno Stato che non c'è. Non fingono quando raccontano come il nostro Mezzogiorno abbia bisogno non tanto o non solo di investimenti, ma di una classe politica in grado di non rubare e di immaginare un futuro diverso. In "A me piace il Sud" le straordinarie opportunità offerte da queste regioni vengono elencate tutte. Questo libro indica una strada. Conviene a tutti pensare di seguirla.
Mafia è la parola italiana più famosa al mondo. Si pronunciava Maffia, era un antico vocabolo toscano che indicava boria. Un termine toscano, non siciliano. E la prima falsa credenza da confutare è quella che vuole la mafia come un fenomeno esclusivamente meridionale. Mafia Capitale ci aiuta su questo fronte. La delinquenza organizzata può attecchire ovunque, il mafioso altro non è che uno spregiudicato imprenditore dotato di potere economico e politico. Lumeggiare la dimensione del fenomeno mafioso serve ad individuare concretamente le soluzioni più efficaci per arginarlo.
"La Costituzione italiana è una cagata pazzesca!", questa l'opinione di gran parte degli Italiani, siano essi politici, camionisti, studenti, professionisti, metalmeccanici e così via. È inevitabile, pertanto, che, nelle discussioni al bar come sulle pagine dei quotidiani, essa sia oggetto di continue critiche e richieste di modifica. Eppure, un altro dato campeggia nella descrizione più veritiera del Belpaese: solo pochi dei suoi abitanti hanno una sufficiente conoscenza dei principi contenuti nella sua Legge fondamentale. Ecco, quindi, la necessità di una divulgazione della Carta costituzionale, mai capita a fondo e mai applicata totalmente, per comprendere quanto essa abbia contribuito alla restituzione dell'Italia alla libertà e quanto ancora possa offrire a un popolo che non crede più in se stesso.
Il problema dell'evasione fiscale non è solo un problema tecnico, ma soprattutto morale e politico. Non è possibile pensare di risolverlo solo con interventi normativi. Ogni genere di riforma avrà uno scarso effetto, se i cittadini non saranno convinti della necessità dell'imposizione tributaria. Per combattere efficacemente l'evasione, occorre perciò creare un clima etico molto forte, nel quale le famiglie percepiscano che il Fisco è il fondamento della democrazia e che le imposte finanziano una spesa pubblica di qualità.