In questa raccolta di racconti il tema centrale sono le illusioni che accecano e però fanno andare avanti, le menzogne, a volte spaventose, che riempiono l'esistenza. Lodoli sceglie alcuni casi limite per rivelare il nulla che sale in primo piano: i protagonisti dei racconti per sopravvivere si nutrono di precari e volatili sogni; cercano di evitare che il pungiglione della realtà faccia scoppiare ogni illusione.
Dopo "I principianti" ecco che, quasi da sola, si compone una nuova trilogia, "I pretendenti". "I principianti", in fondo, erano anime bambine, addolorate e stupite di fronte ai segreti della vita. "I pretendenti" sono i loro fratelli maggiori: l'età reale non conta, conta l'adolescenza del cuore che impone domande assolute ed esige risposte. Costantino (La notte) pretende di possedere l'amore, Luca (Il vento) pretende di fermare la morte, Tiro (I fiori) pretende di conoscere tramite la poesia il senso ultimo della vita. Tutti e tre i protagonisti di questi brevi romanzi non si arrendono di fronte all'ineluttabilità delle cose, vogliono sfondare il muro o almeno scriverci sopra con le unghie le loro domande.
Da quasi tre anni ogni settimana Marco Lodoli scrive una recensione di cinema sulla rivista "Diario", diretta da Enrico Deaglio. Ma probabilmente "recensione" non è il termine giusto, perché gli articoli di Lodoli non hanno granché da spartire con i puntigliosi giudizi sui film scritti dai critici professionisti. Più che altro si tratta di un appuntamento con i lettori, un incontro amichevole intorno al tavolo di un bar. E a quel tavolo Lodoli si lascia andare ad associazioni e ricordi, digressioni e ipotesi, a tutti quei pensieri sparsi ma non arbitrari suggeriti dalla visione di un film.
Sette storie d'amore, sette incontri tra il cane e il lupo, tra la vita addomesticata e l'attimo feroce. I protagonisti non sono bestie ma uomini-cane che abitano sulla terra, svolgono lavori tranquilli, hanno famiglie normali e amori scialbi. Sono giornalisti, scrittori, studenti dalle caute speranze, le cui vite all'improvviso si spaccano davanti a un crepaccio, un orrido dove si intravede un corpo femminile, un volto crudele, una passione che fa affiorare una verità più grande e dolorosa, un'ossessione che ritorna dal passato e ricorda che non c'è tempo. Allora la cuccia diventa stretta e la catena troppo corta, viene voglia di abbandonarsi al proprio destino, di farsi lupi e amare. Nel 1996 il romanzo ha vinto il Premio Palazzo al Bosco.
Nella Roma d'oggi, il febbrile salvataggio di un personaggio che si rivela essere un marziano diventa una lotta che coinvolge tutte le grandi questioni della vita. Una favola moderna che insegue briciole di saggezza. Luca, il protagonista, è un trentenne che fa il tassista abusivo. Una sera di pioggia si imbatte in un travestito che fugge, inseguito da alcuni energumeni. Il travestito è in realtà un marziano, è portato a casa di Luca e, ferito, sta lentamente morendo. Tutto il romanzo è il tentativo spasmodico di salvargli la vita.