All'origine del pensiero politico moderno, "Il principe" di Machiavelli è un libro di duplice testimonianza. Disegna l'aurora della speculazione politologica sul potere e, in parallelo, ritrae l'età crepuscolare repubblicana a Firenze. "Il principe" è la codificazione di norme e regole politiche, di modelli, sistemi e strategie di potere finalizzate alla ricerca della stabilità di governo. Tra la filosofia, la teoria e la prassi della storia, tra la passione per la Realpolitik e l'utopia sull'unità nazionale italiana, l'elemento moderno de "Il principe" risiede nella scienza politica elevata a interpretazione deIla storia.
Profondo, perfino inquietante, estremamente "vero": "Il Principe" di Machiavelli, scritto nel 1513, è un capolavoro del pensiero e della letteratura, un testo classico da leggere, rileggere, gustare nella sua prosa rapinosa e avvincente. Le rivoluzionarie intuizioni di Machiavelli, rimaste attraverso i secoli di provocante attualità, sono tese soprattutto a mettere in luce l'indipendenza delle categorie dell'utile e del pratico rispetto a quelle etiche e religiose. Su questa indispensabile premessa si basa il ritratto del Principe, individuo virtuoso, creatore assoluto dello Stato inteso come compiuta costruzione "artistica": un uomo nuovo che, con il suo individualistico sforzo creativo, attua la sintesi di virtù e fortuna, un profeta armato capace di realizzare il controllo razionale del progetto e della prassi politica, ponendosi come antitesi alla forza devastatrice del Caso. Introduzione di Vittore Branca. Commento di Tommaso Albarani.
Profondo, perfino inquietante, estremamente "vero": "Il Principe" di Machiavelli è un capolavoro del pensiero e della letteratura, un testo classico da leggere, rileggere, gustare nella sua prosa rapinosa e avvincente. Ma non sempre così comprensibile, come notava già Goffredo Parise nell'auspicare una "traduzione" del testo in italiano moderno. Questa edizione, che affianca alle parole del fiorentino la loro trasposizione in lingua corrente, ne rende fruibili gli altissimi contenuti, mostrando tutta l'attualità di un'arte del governare che è equilibrio tra gli antitetici condizionamenti della vita reale.
Nella nostra epoca, la straordinaria eredità intellettuale di Machiavelli appare in tutta la sua modernità: la sua definizione del comportamento "doppio" del politico e la dialettica "virtù"-"fortuna" ritornano spesso nelle elaborazioni di storici e studiosi del pensiero politico occidentale, negli articoli degli opinionisti, nei saggi degli intellettuali. Il Segretario fiorentino è noto al grande pubblico come fautore della filosofia del fine che giustifica i mezzi, espressa in quel gioiello di trattato politico che è "Il Principe", che all'epoca della sua pubblicazione suscitò un vero scandalo: il "diabolico" fiorentino vi affermava, tra le tante cose che, se il Principe vuole conquistare e mantenere il proprio Stato, deve adottare per necessità un modo di agire "doppio", deve saper gestire le apparenze. Solo questo stravolgeva la tradizione umanistica, e il concetto di moralità era sostituito da quello di necessità storica. Oltre che nelle opere politiche, Machiavelli si espresse come grandissimo scrittore anche nelle opere teatrali: la "Mandragola" va in scena anche oggi e racconta tutta la devozione del suo autore per un'etica naturale, per la concretezza delle opere umane esaminate e vissute escludendo qualsiasi trascendenza. Questa edizione - introdotta da un saggio di Nino Borsellino, è arricchita da un nutrito apparato biobibliografico, da note esplicativa e da un glossario concettuale.
L'unica novella scritta da Machiavelli si impone ancora oggi per la sua originalità. Da un conciliabolo di demoni nasce l'idea di inviare Belfagor a vivere tra gli uomini per verificare se davvero le mogli sono la causa di tutti i peccati. Il testo rappresenta un quadro fedele e malizioso della ricca borghesia fiorentina del tempo. Il "povero diavolo", dopo ogni genere di peripezie nella sua avventura terrena, alla fine fugge spaventato e preferisce ritornare all'inferno. Un piccolo capolavoro del grande fiorentino scritto con un limpido linguaggio pieno di sale e umore che appartiene tradizionalmente alla letteratura satirica antifemminile.
Quasi ogni epoca si è riconosciuta nel Principe con argomenti sempre diversi. E anche oggi i motivi "attualizzanti" di questo breve classico non sembrano mancare: soprattutto il conflitto tra il desiderio di dominare razionalisticamente la realtà politica e la percezione del momento oscuro della storia, catena di eventi non predeterminabile, appare un legame privilegiato tra Machiavelli e i nostri tempi. Il volume contiene il testo critico del Principe messo a punto da Giorgio Inglese. Inoltre, un commento a pié di pagina assai ricco, con ausili letterali, chiarimenti storico-politici, rimandi culturali e spunti interpretativi a più livelli di lettura.
Dopo gli scritti politici presentati nel primo volume, il secondo volume delle Opere di Niccolò Machiavelli raccoglie un'ampia scelta di lettere e legazioni, cioè i documenti dell'attività diplomatica del grande statista.