La ricerca del senso religioso arricchisce l'umano in tutte le sue dimensioni e può esprimere ciò che ampi strati dell'opinione pubblica avvertono come coinvolgente in modo profondo la vita, il lavoro, la rete di relazioni ed affetti. Fede, educazione - i principali nuclei tematici di questo libro chiamano in causa "il Cristianesimo, in un rapporto fecondo con le altre religioni", a essere attore determinante nel costruire una società plurale, nel "dare vita a un nuovo umanesimo". Insegnare a pensare in modo critico e offrire percorsi di maturazione alla "vita buona" è oggi necessario nella "città secolare", dove l'informazione che ci satura indiscriminatamente di dati, tutti allo stesso livello, finisce per portarci a una sconcertante superficialità. La riflessione pedagogica attinge dalla ricchezza del vissuto credente sollecitazioni peculiari e i sette capitoli che compongono il volume, come note sul pentagramma, danno voce a diverse sintesi tra fede e cultura, richiamano armonie e contrappunti del pensiero. Le argomentazioni entrano in dialogo sulla soglia di una domanda di senso, di un desiderio di conoscenza, del mistero dell'altro e dell'Alto. "Dare la vita" esprime un'idea di futuro, indica un progetto, designa uno slancio creativo. È testimonianza e gioia; confronto serrato e sostanziale sulle ragioni e sui sentimenti per "abitare" la terra e il cielo. Un consapevole lavoro di discernimento sul rapporto tra educazione e fede implica che esse recuperino un'unità profonda...
L'obiettiva problematicità con cui si pone oggi qualsiasi discorso sul sacro, secondo un'opinione diffusa, è legata agli stessi presupposti del pensiero moderno che mettono in dubbio la possibilità di articolare l'anelito religioso con la funzione critica della ragione. Nella riflessione contemporanea, inoltre, al venire meno del consenso sulla ragionevolezza della fede si è aggiunta una serpeggiante sfiducia riguardo alla legittimità dell'esercizio della ragione. Di là dai preconcetti ideologici e dall'intolleranza fideistica, questo volume si propone di indagare le condizioni di possibilità di un'ermeneutica pedagogica che comprende tanto la consapevolezza storico-critica quanto l'intenzionalità dell'appartenenza e della convinzione. La ricerca persegue un duplice compito: contribuire alla ridefinizione dello statuto epistemologico della pedagogia, ponendo in luce la specificità della dimensione religiosa in ordine al discorso dell'educazione; articolare una prospettiva di ricerca aperta ai significati educativi in vario modo suscitati dall'esperienza del sacro, dalla coscienza credente allo smarrimento della certezza della fede, dall'agnosticismo alla negazione di qualsiasi riferimento trascendente. Lo studio, secondo un'impostazione teoretico-pedagogica, si inserisce nell'odierno dibattito sulla 'cultura religiosa', indagandone la legittimità argomentativa e alcune irrinunciabili finalità. L'educazione religiosa, contraddistinta da 'principi regolativi', sempre da perseguire e mai del tutto realizzati, deve essere contrassegnata dal rispetto per la pluralità delle credenze, da non confondersi con un indistinto indifferentismo, e dal riconoscimento della dignità della risposta di fede, di cui sono parte integrante la ricerca dell'Assoluto e l'annuncio della speranza. In questa prospettiva, la possibilità della proposta e della scelta religiosa è condizionata dalla verità dell'invocazione, costituisce un appello alla responsabilità della testimonianza, designa una tensione orientata al compimento esistenziale e alla pienezza dell'amore fraterno.
Pierluigi Malavasi insegna Pedagogia generale nella sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.