Le organizzazioni sono caratteristiche pervasive e durevoli della nostra società, un ambiente quasi "naturale" in cui ci muoviamo e che sembra delimitare il raggio della nostra personale responsabilità. Una fenomenologia non naturalistica mostra che la questione della responsabilità individuale non è riducibile all'interrogativo circa la misura materiale dei doveri verso l'organizzazione, verso l'ambiente sociale e naturale. Riguarda invece anche e soprattutto il senso di quei doveri e regole procedurali, i modi cioè con cui la coscienza può e deve assumere una necessità obiettiva, materiale e spogliate d'ogni senso religioso. L'adozione della prospettiva del soggetto consente una visione non riduttiva della responsabilità individuale e delle strutture organizzative. Queste si rivelano reti di rapporti umani, dove è possibile il riconoscimento dell'altro come prossimo: è la base comune che permette di affermare insieme la responsabilità verso le organizzazioni e la libertà di spirito nei loro confronti.
Come vivere una vita più ricca di senso, in una società definita dai consumi? Il ruolo della teologia morale sta proprio nel discernere e nel portare alla luce le tracce della Provvidenza di Dio nei beni e nell'attività umana dell'economia. Qui si svolge infatti la dialettica tra giusto riconoscimento della persona, necessità delle istituzioni economiche e adeguatezza delle norme etiche.
La minaccia più potente che è alla base della crisi delle istituzioni e dell’ethos civile è rappresentata dal primato delle tecnologie, e verosimilmente dell’economia, che plasmano i rapporti umani e producono una separazione tra le relazioni sociali, tra l’aspetto strategico-funzionale (preminente) e l’aspetto di alleanza civile (relegato alla sfera privata). I cristiani dispongono di un criterio teologico per collocarsi in questa situazione inedita? Sono chiamati a difendere il carattere indeterminabile del legame sociale, seguendo una traccia di alleanza religiosa costitutiva di ogni società, oppure partecipando semplicemente all’istituzione permanente della democrazia? Queste e altre sono le domande a cui cerca di rispondere il presente volume.
Destinatari
Studenti di teologia e filosofia.
Autore
GIANNI MANZONE insegna Dottrina Sociale della Chiesa presso la Specializzazione dell’Istituto Redemptor Hominis nella Pontificia Università Lateranense, dove è professore ordinario dal 2005. Tiene anche seminari nella Facoltà di Teologia e corsi di etica sociale nell’Università Urbaniana. Dal 1997 svolge la funzione accademica di coordinatore nella Specializzazione in Dottrina Sociale della Chiesa e partecipa a convegni internazionali sull’etica e sulla Dottrina Sociale della Chiesa.
Nella societa contemporanea l'uomo e rappresentato sempre piu come individuo e il suo lavoro come opera accessoria rispetto all'identita del singolo. In tale contesto e possibile il riconoscimento della dignita umana del lavoro? O il lavoro e destinato ad essere infinitamente demoralizzato"? "
La tecnologia nel suo significato culturale e nelle sue legittimazioni sociali, prima ancora che le condizioni etiche, chiama in causa il profilo del destino dell'uomo...
L'autore
GIANNI MANZONE, nato a S. Vittoria d’Alba (1951) e laureatosi in teologia morale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano, insegna Dottrina Sociale della Chiesa e Teologia Morale alla Pontificia Università Lateranense. Dal 1998 è membro dell’ “Osservatorio di Finanza Etica”. Ha pubblicato, oltre ad una cinquantina di saggi su riviste specializzate, La libertà cristiana e le sue mediazioni sociali nel pensiero di J. Ellul, 1993; Libertà cristiana e istituzioni, 1998; Il mercato. Teorie economiche e dottrina sociale della Chiesa, 2001; La responsabilità dell’impresa. Business Ethics e Dottrina sociale della Chiesa in dialogo, 2002; Il lavoro dal volto umano, 2003; Le società interculturali. Verità: tolleranza/intolleranza, 2004.
Il libro
Introdurre alla Dottrina Sociale significa invitare chiunque voglia riflettere, a sentire l’insegnamento sociale cristiano come una proposta seria, come un compagno di cammino affidabile e rispettoso.
Tale insegnamento offre risorse originali per l’impegno sociale, soprattutto a partire dal “senso dell’uomo” in esso racchiuso.
Stimola ad una riflessione teologica sulla società, indispensabile ed urgente perché oggi la cultura dominante tende a ridurre a realtà privata e soggettiva l’esperienza morale e religiosa, rischiando di banalizzare la realtà sociale degli umani e di snaturare l’Evangelo.
Le ragioni, che la Dottrina sociale della chiesa porta, sono pubbliche perché sono aperte al confronto e possono essere comprese e comunicate da tutti perché si appellano all’esperienza umana comune.
Esse promuovono una politica di libertà e, d’altro canto, una politica di libertà e di pluralità/pluralismo vive della ricerca della verità che l’uomo compie come credente.
Dalla natura della carità, quale cura per la libertà dell’altro, consegue che la responsabilità della chiesa si esprima nel riconoscere e nel fare essere la libertà come modo radicale di attuarsi del soggetto e della società degli umani, mostrando le implicanze radicali delle questioni che la politica e l’economia affrontano e vogliono risolvere: queste mettono in gioco il senso e la verità del vivere e della libertà dei soggetti all’interno delle istituzioni e dei meccanismi procedurali.
L’insegnamento sociale della chiesa dà figura ad una speranza, vissuta nelle condizioni problematiche della vicenda civile e ispiratrice di regole giuste, additando la nostra salvezza nella nostra dipendenza dai più poveri, tenendo insieme nello stesso tempo l’opportunità del mercato e la condanna della povertà e dello sfruttamento.
E nell’azione sociale finita e limitata mostra come può trasparire la presenza dei segni dell’opera di Dio, dei segni che valorizzano e rendono urgente la passione dell’uomo per la causa della vita propria e dei propri fratelli.
Cosa vuol dire tolleranza nelle attuali societa interculturali. Una ricerca che affronta il principio della tolleranza dalla prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa. Punto di riferimento della sua concezione di tolleranza, nel confronto con le diverse situazioni storico-culturali, e un'ontologia della persona che permette di fondare la tolleranza come esigenza morale inerente al soggetto umano e connessa al primato dei rapporti di prossimita. Alla luce di una riflessione antropologica sulla liberta umana e sul nesso tra liberta e verita emerge che l'approccio personalistico e particolarmente adeguato alle problematiche emergenti dalle societa multietniche, in quanto e spessore esistenziale dei soggetti coinvolti a venire in primo piano e a diventare decisivo per la riflessione sull'estensione e sui limiti della tolleranza.
Etica del mercato e Dottrina sociale della Chiesa in dialogo
Le teorie economiche in dialogo con la Dottrina Sociale della Chiesa.