«Lungo i fiumi di Babilonia...»: è questo il celebre inizio del Salmo 137, intriso di una nostalgia che attraversa i secoli e coinvolge tutti gli esiliati, protesi verso la terra che hanno dovuto abbandonare o da cui sono stati cacciati. Ha ispirato il superbo coro "Va' pensiero", caro al Risorgimento italiano, intonato dagli ebrei prigionieri nel terzo atto del "Nabucco" di Verdi. In modo più letterale, è all'origine dell canzone rasta "Rivers of Babylone", resa celebre dai gruppi The Melodians e Boney M, e poi ripreso da Jimmy Cliff e Liz McComb.La terra promessa, perduta e ritrovata, è certamente uno degli elementi essenziali del grande intreccio della Bibbia. C'è la terra nella sua accezione più ampia, quella di cui il libro della Genesi racconta la creazione ad opera di Dio. C'è la terra particolare promessa ad Abramo e data al popolo di Israele, un luogo dove «scorrono latte e miele», ma sul quale è stato versato anche tanto sangue.
Uno dei maggiori studiosi di Giovanni commenta integralmente il Quarto Vangelo e mette a disposizione del lettore i risultati della ricerca scientifica adottando uno stile discorsivo che rinuncia a citazioni e rimandi. Una breve introduzione presenta il testo e la sua struttura, e commenta il Prologo come il grande portale dell'intera costruzione. Il corpo del Vangelo viene suddiviso in due parti: Libro dei segni (la fede) e Libro della gloria (l'amore), mentre l'esegesi segue pericope per pericope, su una traduzione condotta direttamente dall'autore. Marchadour è attento al messaggio spirituale e teologico e sottolinea come l'appello al lettore costituisca un tratto tipico del racconto giovanneo. Diciassette riquadri tematici approfondiscono inoltre aspetti letterari e temi teologici e, dopo il commento alle unità narrative, un paragrafo intitolato "Finestre" suggerisce possibili prospettive di approfondimento spirituale. Un capitolo conclusivo riassume in modo efficace e semplice le caratteristiche letterarie e tematiche del Vangelo di Giovanni.