La chiusura delle principali attività (lockdown) e l'obbligo di rimanere in casa (#iorestoacasa) offrono al sociologo un'occasione del tutto anomala di analisi. Le riflessioni contenute nel volume mirano ad avviare un percorso di analisi sulla condizione straordinaria che le nostre società stanno vivendo. La (rara) possibilità di guardare la società dall'esterno, a prescindere dai soggetti che la compongono, così come è possibile vedere le città senza gli abitanti, mette nella condizione di elaborare alcune considerazioni su come si ridefiniscono i processi di interazione a partire dai media, dalla nozione di distanziamento sociale, e su come la società futura (#nientesaràpiùcomeprima) sarà anche il risultato di come è stata vissuta la fase precedente. Il volume contiene contributi di Francesca Comunello, Francesca Ieracitano, Maria Cristina Marchetti, Donatella Pacelli, Angelo Romeo, Emanuele Rossi, Massimiliano Ruzzeddu. Prefazione di David Le Breton.
Il potere costituisce uno dei temi maggiormente trattati e capaci di attirare l'interesse di prospettive disciplinari diverse. Filosofia, storia del pensiero politico, sociologia, diritto, psicologia hanno offerto nei secoli contributi che hanno consentito di indagare la molteplicità degli aspetti chiamati in causa da una nozione che risulta connaturata al processo di stratificazione sociale e alle relazioni che si stabiliscono tra i soggetti. Arte e letteratura ne hanno fatto un motivo ispiratore, che ha permesso di sondare le profondità dell'animo umano. Le società contemporanee, dominate dalla presunta neutralità della tecnica, sembrano aver accantonato il tema del potere, se non per recuperarne la sua dimensione latente, data dall'enorme capacità di controllo che i mezzi tecnologici mettono a disposizione. Il potere si de-istituzionalizza, frammentandosi in forme meno evidenti e per questo più pervasive. Nella sua multidimensionalità, il potere sfugge a una trattazione univoca e a ogni tentativo di individuare una definizione che possa coprire da sola la varietà delle sue forme. Tante sono le sfumature semantiche che esso assume nella sua capacità di adattamento ai diversi contesti e che il volume cerca di analizzare a partire dall'opera di autori classici e contemporanei, nel tentativo di delineare un percorso che mira a privilegiare la dimensione relazionale del potere.
Ritornato in Inghilterra da Dublino, dove aveva presieduto l'Università Cattolica di nuova fondazione, nel 1859 Newman riprende l'antico proposito di scrivere di fede e ragione, avviando un percorso che porterà al capolavoro della "Grammatica dell'assenso". In "Prova del teismo" egli replica a chi pensa che l'unica via per mantenere la fede sia oscurare la ragione, e lo fa con un argomento a sostegno dell'esistenza di Dio: non una formulazione meramente intellettuale, ma intimamente connessa alla pratica, una prova che passa attraverso il riconoscimento della consapevolezza della nostra esistenza e di una coscienza morale a essa associata. La sottile analisi fenomenologica che la sostiene rende manifesta la realtà trascendente di una Persona (Dio) dentro la persona che noi stessi siamo.
Nel corso del 2011, grazie alla collaborazione tra il Ministero della Cultura Indiano e SOMA/VAIS, con i buoni uffici del Consolato Generale dell'India di Milano, è stato pensato e realizzato un volume per celebrare il 150° anniversario della nascita di Rabindranath Tagore (1861-1941), il più grande poeta indiano moderno, ben noto in tutto il mondo non solamente per le sue struggenti liriche, ma anche per essere stato insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1913. Bengalese di nascita , cosmopolita nella formazione, Tagore raggiunse il punto più alto di quell'ispirazione poetica profondamente radicata nelle millenarie tradizioni dell'India, filtrate e reinterpretate alla luce d'una profonda conoscenza delle correnti letterarie predominanti in tutto il mondo, ch'egli poté approfondire di persona durante le sue peregrinazioni in Europa, nel Nuovo Mondo e in Giappone. Questo volume , opera collettiva di un gruppo di indianisti, intende celebrare il Poeta illustrando l'influenza delle suggestioni che la sua terra natia, il Bengala, impressero nella sua anima, la formazione che il suo circolo famigliare gli offerse, l'evoluzione della sensibilità tagoriana affinata dagli intensi contatti con gli uomini della cultura e della politica indiana dei suoi tempi, tra cui primo di tutti, il Mahatma Gandhi sullo sfondo dell'aspirazione indiana all'indipendenza. Il tutto si chiude con un florilegio di liriche tradotte.
Tra le diverse convinzioni errate che la cultura di massa diffonde, si ripetono le affermazioni per cui gli antichi avrebbero creduto che la terra fosse piatta e che si trovasse al centro dell'universo mondo. Questa convinzione erronea si sarebbe perpetuata a partire dalla notte dei tempi fino al Rinascimento. In realtà le grandi civiltà del passato , sia quelle scomparse sia quelle ancora viventi, da sempre hanno appoggiato la loro speculazione su una osservazione rigorosa dei fenomeni celesti, trovando in essi anche una crittografia dei misteri del cosmo e del metacosmo. Se da una parte le speculazioni sugli astri hanno sviluppato scienze quali l'astronomia e l'astrologia, la matematica, la cosmologia, la fisica, l'alchimia, la cronografia, dall'altra l'osservazione delle forme , dei rapporti numerici, dei movimenti e dei prodigi (comete, eclissi, meteoriti), hanno messo in moto numerose arti quali l'architettura, la musica , la dottrina ciclica del tempo, la mitologia e l'applicazione umana di quest'ultima, l'epica. Tutte queste arti e scienze, poi, sono state utilizzate come linguaggio simbolico per esprimere misteri ineffabili di natura metafisica.