Il generale Mario Mori ha vissuto la storia dell'Italia degli ultimi quarant'anni in posizioni chiave: ha conosciuto la violenza del terrorismo e della criminalità organizzata, gestendo i mesi caldi del sequestro di Aldo Moro e dell'omicidio dalla Chiesa, ha fondato il Raggruppamento operativo speciale (ROS) dei carabinieri con cui ha combattuto la mafia in Sicilia, ha condotto l'operazione che ha portato all'arresto del boss Totò Riina, ha diretto i servizi segreti, ha subito un processo ventennale da cui è stato, infine, pienamente assolto in Cassazione. Un uomo di stato finito in una persecuzione giudiziaria e mediatica che ne fanno il "caso Dreyfus" italiano. Per la prima volta, Mori racconta in prima persona i principali eventi di questo percorso, espone la sua verità e svela molti segreti italiani: dalle infiltrazioni nella colonna romana delle BR ai fondi neri del SISDE, dai retroscena della lotta alla camorra e alla mafia agli intrecci perversi tra criminalità organizzata, imprenditoria e politica. Da un uomo delle istituzioni che le istituzioni stesse hanno provato a infangare, la verità su sessant'anni di storia italiana, il libro bianco dei misteri della Repubblica. Prefazione di Giovanni Negri.
Maria Ressa è una delle più importanti giornaliste del mondo. Da sempre in prima fila nella difesa della libertà di stampa e dei diritti umani, la sua attività le ha attirato l'odio della persona più potente del suo paese: il presidente Rodrigo Duterte. Dopo essere cresciuta e aver studiato negli Stati Uniti, alla fine degli anni Ottanta è tornata nelle Filippine, dove ha lavorato per la CNN, raggiungendo importanti risultati. Dal suo osservatorio privilegiato sul Sud-Est asiatico ha visto e raccontato gli epocali cambiamenti intervenuti nell'area, dalla democratizzazione dei regimi post-coloniali, all'insorgere del terrorismo islamico, all'ascesa di "uomini forti" che, eletti democraticamente, hanno quasi trasformato i loro paesi in dittature, fino all'esplosione dei social con la loro profonda e pericolosa influenza sulla società e la politica. Nel 2012 ha cofondato Rappler, divenuto in breve tempo il sito di notizie più importante delle Filippine, con l'obiettivo di indirizzare l'azione collettiva verso il cambiamento climatico e il buon governo, nel tentativo di contribuire ad aumentare le conoscenze degli elettori e la loro partecipazione alla vita politica. L'attività di Maria e dei suoi collaboratori, però, è ben presto diventata un bersaglio per il governo di Duterte, di cui avevano denunciato la corruzione, le malversazioni e la violenza. Per questo ha subito dieci mandati d'arresto in meno di due anni e, tuttora, corre il rischio di passare in carcere il resto della sua vita. "Come resistere a un dittatore" è la storia di come la democrazia muoia ogni giorno, poco alla volta, e di come online esista una minaccia silenziosa che sta gradualmente mettendo a repentaglio le nostre libertà. In questo libro Maria Ressa mappa il sistema di disinformazione - un'atroce rete di causa ed effetto - che ha segnato il globo nell'ultimo quinquennio e che influenza la nostra percezione della realtà e i nostri voti. Un'opera urgente e necessaria per ricordarci di tenere la guardia sempre alta e gli occhi aperti, prima che sia troppo tardi.
Bitna è una ragazza povera, vive nella campagna coreana ma ama leggere e vuole studiare. Così i genitori decidono di mandarla a Seul, ospite da una zia. La convivenza però si rivela difficile e Bitna comincia a passare sempre più tempo fuori casa, e in particolare in una libreria. Un giorno, il proprietario della libreria le mostra l’annuncio di una anziana signora che cerca qualcuno che vada a trovarla per raccontarle delle storie. Bitna decide di farsi avanti e accetta la proposta di “lavoro”: riesce così a lasciare la casa della zia e ad affittare una stanza, per quanto misera, nel sottoscala di un brutto palazzo di periferia; a lei in realtà sembra una reggia. La vecchia signora si fa chiamare Salomé, è immobilizzata e non vuole sentire niente – neanche una parola prima o dopo – che riguardi la realtà: solo favole. Nel frattempo Bitna inizia una strana amicizia con il proprietario della libreria, il signor Pak. I due passano sempre più tempo insieme, escono, parlano, fanno lunghe passeggiate. Ma Bitna si vergogna all’idea di raccontargli la verità sulle sue povere origini e così, anche con lui, inizia a inventare nuove storie. Tra la fantasia delle parole e la realtà che incombe con i suoi bisogni, Bitna, sotto il cielo della grande Seul, cercherà di crescere e di affrontare il mondo.
Un imminente futuro fa da cornice a un mondo nel quale la tecnologia, invece di emancipare il genere umano, ha moltiplicato lo sfruttamento e le disuguaglianze sociali a livello esponenziale, arrivando a esercitare un controllo asfissiante sull'esistenza delle persone. Candido non è più il giovane ingenuo del capolavoro filosofico di Voltaire, ma un rider che, per guadagnarsi da vivere, pedala senza sosta su e giù per la città al soldo dei colossi del delivery. Un misterioso algoritmo, che tutto sorveglia e tutto stabilisce, è il sovrano indiscusso, sostenuto con forza da un novello Pangloss che appare come un ologramma sulle facciate dei palazzi, ripetendo in ogni angolo della città il potente mantra: "Tutto va bene". Ben presto però l'ottimismo di Candido si affievolisce, scontrandosi con la dura realtà quotidiana: un lavoro sfiancante e uno stipendio che non basta mai, una madre di cui occuparsi e una casa che cade a pezzi, un amore virtuale che non può dargli ciò che lui davvero desidera. Una serie di tragicomici eventi fa maturare in lui il disincanto, finché esplode la rabbia di chi si accorge di essere solo la minuscola parte di un ingranaggio di una società al collasso, nella quale solo i più ricchi possono sopravvivere. La storia di Candido - che ha ispirato un film in lavorazione coprodotto dai Diavoli - ci riguarda tutti: ribalta l'entusiasmo di chi crede ciecamente nella tecnologia, mostra le brucianti contraddizioni del capitalismo contemporaneo, e racconta il florido avvenire che poteva essere e, a quanto pare, non è.
Mario Almerighi, giudice in prima linea nella lotta alla mafia e agli apparati corrotti dello stato, ripercorre quarant'anni di storia italiana, tra delitti dimenticati e politici impuniti. Una storia che inizia in Sicilia a fine anni settanta, quando il magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto avvia un'inchiesta su uno dei clan mafiosi più attivi della zona. Montalto si ritrova presto da solo nelle indagini e accerchiato dalle minacce, e il 25 gennaio 1983 viene freddato da un commando di sicari. Da questo omicidio di un servitore dello stato che lo stato stesso non ha saputo o non ha voluto proteggere, parte una scia di sangue e malaffare che intreccia politica, corruzione e criminalità organizzatai. L'antimafia serra i ranghi, sono gli anni del maxiprocesso di Falcone e Borsellino, in risposta alla stagione degli omicidi eccellenti di mafia. Saltano tutti i patti, lo stato forse si compromette oltre ogni misura: Mario Almerighi di quei fatti è stato protagonista, un testimone che racconta in questo libro, per la prima volta, la sua versione.
Philip Wade è uno stimato professore di Storia contemporanea al Birkbeck College di Londra, ma in passato ha vissuto molte vite e in una di queste ha lavorato per una grande banca d'affari della City in qualità di analista, chiamato a prevedere le tendenze economiche, politiche e sociali su cui indirizzare gli investimenti. Colpito da una forma di amnesia, Philip oggi non riesce più a trattenere alcun ricordo recente: nei buchi della sua memoria scompare anche il saggio che stava scrivendo e di cui non c'è più traccia. Con il ritmo di un giallo, "La fine del tempo" narra l'indagine di un uomo nell'abisso della propria mente, intorno al mistero di un libro rivoluzionario e perduto. Scoperta dopo scoperta, mentre l'Europa si infiamma sotto il montare della marea populista, Philip Wade ricompone il mosaico del suo libro, che potrebbe mettere in discussione il dominio delle grandi corporation che governano l'economia mondiale. E che hanno fondato la loro ascesa inarrestabile sull'eliminazione della principale variabile del gioco finanziario - il tempo - condannando così il nostro pianeta a vivere un eterno presente, quando tutto è possibile per i nuovi padroni del vapore, i signori del silicio, l'aristocrazia delle app.
Negli ultimi anni si percepisce un disagio, una tensione nei rapporti tra la scuola e la famiglia. In passato i genitori affidavano i figli ai loro insegnanti con fiducia, perché "l'insegnante ha sempre ragione": non c'era discussione, in caso di divergenze non c'erano dubbi su chi dovesse guidare le scelte e i comportamenti dei ragazzi. Ora sembra essere girato il vento: l'insegnante ha perso molte certezze, la sua carriera è spesso una corsa a ostacoli e, in mancanza di stima per il ruolo, cala la fiducia e si misurano e valutano tutti i suoi comportamenti. Tra famiglia e scuola ci sono così continui conflitti, riportati dalle cronache dei giornali. Questo libro è dedicato al rapporto tra genitori e insegnanti: di fronte al disordine della scuola e alla confusione dei valori della nostra società, le due parti devono imparare a collaborare e a interrogarsi sui temi che davvero riguardano il futuro dei ragazzi. Il successo personale è ciò che conta più di tutto? I giovani devono essere guidati passo passo o vanno anche lasciati liberi di sbagliare? Far fatica a scuola è davvero inutile oppure è un modo per imparare a gestire i problemi che si incontreranno nella vita? Occorre soprattutto tornare a credere che "l'insegnante ha sempre ragione": magari quasi sempre, ma quando un insegnante sente il consenso della famiglia può svolgere in modo più autorevole il suo ruolo all'interno della classe, ottenendo così migliori risultati. Attraverso test di autovalutazione, storie vere, illustrazioni e analisi, questo libro dà ai genitori tanti motivi per tornare a credere negli insegnanti, e ai docenti qualche spunto di riflessione su come impostare i rapporti con le famiglie, ed è uno strumento per crescere tutti: genitori, insegnanti e studenti.