Nel 1975/76 l'allora padre Carlo Maria Martini sj tenne due riflessioni mettendo a tema l'importanza degli Esercizi Spiritual ignaziani per la vita dei credenti.
Martini, che sarebbe pochi anni dopo diventato arcivescovo e poi cardinale di Milano, raccoglieva in queste riflessioni il frutto di decenni alla scuola di Ignazio
ricchezza per il lettore odierno, che torna a a poter leggere un testo a lungo scomparso dal panorama editoriale italiano. Il libro è è una vera e propria guida per il credente che vuole incontrare il mistero di Cristo che si fa uomo, domanda la nostra conversione si propone t no1 in maniera sorprendente come il Risorto che cambia le nostre esistenze.
Nel 1990 Carlo Maria Martini pubblica la lettera pastorale Effatà, cui fece seguito, nel 1991, Il lembo del mantello, in cui ricorda che «notizia» non è merce, è comunità, deve renderci fratelli, non nemici. Con Effatà, il Cardinale propone una sorta di teologia della comunicazione prendendo spunto dall'autocomunicazione di Dio all'uomo. In Il lembo del mantello, a partire da un indovinato e vivace dialogo con il televisore, Martini traccia i criteri di una comunicazione che sia rispettosa della realtà e dell'uomo e che, proprio per questo, è in grado di diventare "lembo del mantello-, ovvero strumento di educazione e di crescita. Rileggere oggi questi testi, a dieci anni dalla scomparsa di Martini e a più di trenta dalla loro pubblicazione, ci consente di coglierne l'attualità e la lungimiranza, la profondità e la voglia di capire il mondo che ci circonda, di chiederci cosa significhi comunicare e fare informazione e di quale posizione la chiesa voglia assumere in tale contesto. "Gesù - scrive Martini - ci rende dunque attenti al valore unico e irripetibile di ogni persona e noi, affascinati dai media, dai grandi e intricati network, non dobbiamo mai dimenticare questo valore evangelico fondamentale: la relazione tra le persone. ancora oggi, dopo una pandemia e con una guerra tra le notizie del giorno, dobbiamo guardare al mondo come a una possibilità di relazioni". Ferruccio De Bortoli
La dimensione contemplativa della vita, la prima lettera pastorale indirizzata alla diocesi di Milano dall'allora arcivescovo Carlo Maria Martini, rivela la mente e il cuore di colui che, per oltre vent'anni, è sato voce autorevole nella Chiesa e nella società, apprezzato sia dai suoi fedeli ambrosiani che, in ogni parte del mondo, da tanti "uomini di buona volontà". Come un vino buono, il testo, a distanza di tempo, mostra sempre più il suo sapore, la sua originalità e la sua profondità. Accompagna, con delicatezza, su strade che aiutano a ritrovare le ragioni più profonde della propria umanità e a non smarrire, giorno dopo giorno, il senso della propria vita. Lo mettono bene in luce i commenti affidati a protagonisti del mondo contemporaneo: il cardinale Angelo Scola, il dottor Giorgio Squinzi e la dottoressa Anna Maria Tarantola. L'introduzione del professor Claudio Stercal, docente alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e già allievo del cardinal Martini, introduce con efficacia ai temi principali della lettera.