La teologia di cui qui si parla è la teologia cattolica: ovvero lo studio del mistero di Dio che trae la sua originaria e originale ispirazione da quel rabbino itinerante che è stato Gesù di Nazareth. Ebbene, proprio da lui la teologia parte e riparte, ogni volta, lungo la storia. Per questo, quando è altezza della sua missione, la teologia intrattiene profondi rapporti con le dinamiche della cultura al cui interno essa si realizza, apprendendone la “lingua”. solo così potrà parlare “di Gesù” e “a partire da Gesù” agli uomini e alle donne che ha concretamente davanti. Ed è stato proprio questo il gigantesco lavoro di mente e di cuore realizzato da teologi come origene, Agostino, Anselmo, Tommaso, Newman, de Lubac, Rahner, von Balthasar, Ratzinger, Kasper, Sequestri, Salmann, Theobald, per citare solo alcuni dei teologi più importanti presentati nel volume. Il saggio intende quindi illustrare la struttura che governa collaborazione del sapere teologico e tratteggiare i modi in cui esso, nel corso dei secoli, abbia saputo declinarsi in sapiente consonanza con il cambiare dei tempi e soprattutto con la mutazione dei desideri profondi degli uomini e delle donne appartenenti alle differenti generazioni che dall’inizio dell'era cristiana abitano la terra. Ed è così che, alla fine del breve ma inteso viaggio che queste pagine propongono, anche il lettore potrà dire: «evviva la teologia!».
Ha ancora senso fare teologia oggi? E quale sarebbe tale senso? Possiede ancora uno spazio di risonanza pubblica, la teologia oggi? Il presente volume vuole rispondere proprio a questi interrogativi, nella consapevolezza che nella vita della Chiesa il lavoro teologico è un ingrediente essenziale. Non basta, infatti, all'annuncio del Vangelo nel nostro tempo né l'opera del magistero, per quanto illuminato e profetico, né il semplice agire pastorale, per quanto impegnato e generoso. Serve la teologia, serve il lavoro del teologo, inteso come lo sforzo continuo di pensare e dire ciò che è capitato con Gesù - l'evento Gesù - in modo che tale novità sia sempre più a disposizione della generazione cui appartiene il teologo stesso. La teologia, nota il nostro autore, che su questo aspetto riprende e approfondisce le felici intuizioni del teologo benedettino Elmar Salmann, deve tornare a navigare in mare aperto, costruendo ponti tra il Vangelo e la storia, e viceversa. Solo così potrà affrontare di petto il suo specifico compito: quello di dire Dio nel tempo della postmodernità, di coglierne le tracce, di lasciarne emergere la mite e feconda presenza in mezzo al travaglio di un mondo sempre più frastornato dalle sue stesse conquiste e dalla sua stessa potenza.
Nessuno, ma proprio nessuno di noi, cittadini dell'Occidente avanzato, accetta più di considerarsi o di venire considerato "vecchio". A qualsiasi età qualcuno muoia, muore giovane. Anzi: troppo giovane. E tutto ciò perché la vecchiaia nel nostro tempo è scomparsa, ostracizzata, resa oscena, diventata non più degna di venire a parola, praticamente espulsa dal ciclo naturale dell'esistenza umana. Siamo messi così di fronte all'effetto più conturbante che l'odierno fenomeno della longevità di massa ha sull'immaginario diffuso: grazie ad essa, non si pensa di avere oggi una vita semplicemente più lunga dei nostri antenati, il cui ultimo tratto si chiama appunto vecchiaia, naturalmente proiettato sull'evento della morte. Si ritiene piuttosto di avere a propria disposizione più vite, più esistenze, più possibilità, più occasioni, in cui ricominciare sempre daccapo e grazie alle quali potersi sentire sempre giovani e disponibili a nuovi cambiamenti e progetti, eterni tirocinanti nel laboratorio dell'esistenza. In ogni caso mai adulti o vecchi o semplicemente mortali. Ed è per questo che si muore sempre troppo giovani ed alla realtà della morte viene tolto quel valore di questione ultima e decisiva per la qualità della vita stessa. Questo libro interroga in profondità tali cambiamenti, la loro ripercussione nell'ambito delle relazioni educative e sociali, ed infine il loro effetto sulla pratica della fede, mai immune da ciò che tocca l'umano che è comune.
Un agile saggio su un tema che è al cuore sia dell'emergenza educativa che della nuova evangelizzazione: la mancanza di adulti all'altezza della loro essenziale vocazione generativa.
Da secoli la fortezza silenziosa della Chiesa cattolica è la presenza delle donne: sono loro che principalmente trasmettono la fede alle nuove generazioni e sono sempre loro che con generosità portano a compimento numerosi ministeri ecclesiali. Eppure all'orizzonte appaiono i primi segni di rottura di questa intesa. Protagoniste di un tale cambiamento di rotta sono soprattutto donne che hanno tra i 20 e i 40 anni: vanno di meno a Messa, scelgono di meno il matrimonio religioso, pochissime ancora seguono una vocazione religiosa, e più in generale esprimono una certa diffidenza verso la capacità educativa degli uomini di religione. Prima che sia troppo tardi, è questa l'ora di provare a rinegoziare i termini di una nuova alleanza tra la Chiesa e le donne.
Una proposta per poter pensare e vivere uno stile di vita cristiana alle e sotto le condizioni di oggi.