Un'intera esistenza passata ad aiutare donne e uomini a trovare se stessi, ad amarsi, a crescere e, quando necessario, a superarsi. Senza competere, senza giudicare, senza disprezzare e senza trascurare nessuno. In questo suo nuovo libro Don Antonio Mazzi si guarda indietro, e ha tanto da offrire, pescando al proprio pozzo di centinaia di volti e di centinaia di percorsi formativi. Ma soprattutto si guarda intorno per cercare le basi su cui fondare una nuova umanità. E non pensa solo ai «suoi» giovani, ma a tutti: quello che propone è infatti un cammino di crescita interiore per essere fonte di amicizia, di armonia, di solidarietà, di servizio e di gioia. Perché «se non lavoriamo, tutti insieme, per una nuova visione di umanità, per una nuova scala di valori, per un diverso rapporto con Dio, possiamo anche fare scelte importanti, ma finiamo per sprecare le forze. Quello che conta davvero è la condivisione di un cammino». Il titolo di queste pagine potrebbe essere «La vita secondo Don Mazzi», ma l'ambizione è più grande: condividere con tutti la sfida educativa che ci accomuna, a proposito della quale l'autore ancora e sempre ascolta, si confronta, impara e offre ciò che è e ciò che sa.
Ancora un libro di don Antonio Mazzi!?! Sì, ma questa volta è la sua autobiografia: finalmente si può capire cosa ha in quella testa così bacata da proporre idee e pensieri che fanno impazzire alcuni e incazzare altri, tanti altri. Soprattutto mette a nudo il suo cuore, un cuore grande, così grande da riempirsi di tutte le debolezze, le fragilità, le schifezze che gli altri volentieri schivano o fanno finta di non vedere. È da questo cuore che sono nate le "carovane", gli "avamposti", Exodus; è questo cuore che ha fatto camminare e continua a far camminare - a ottant'anni suonati da un bel pezzo - don Antonio Mazzi. E allora, a noi e a te, don Antonio, ancora "tanta buona strada"!
«In Occidente non esiste la cultura del perdente, solo l'esaltazione del vincitore. Ma è nella sconfitta che si manifesta la gloria dell'uomo». Parola di Leonard Cohen. A sua volta don Antonio Mazzi, sempre in pista 24 ore su 24, sfida i giovani a evadere da un mondo appiattito sul presente, del "tutto e subito" e per di più del "senza fatica" per ritrovare la voglia di vivere, partendo dal "desiderio". È ora di ritornare ad essere educati al principio della realtà, alla capacità di superare sconfitte, di accettare limiti, regole e doveri.
Don Antonio Mazzi è certamente uno dei più giovani novantenni in circolazione. La sua lunga esperienza di educatore e accompagnatore di giovani alle prese con tutte le difficoltà dell'epoca presente ne fa uno degli osservatori più attenti e profondi del mondo giovanile. In questo volume don Antonio offre insegnamenti preziosi e concrete regole di vita per percorrere un viaggio completo attorno al mondo giovanile. Tra i temi trattati con la solita verve, ironia e profondità: il disagio giovanile, i problemi di identità e di salute psichica, le difficoltà nell'orientamento e nelle scelte di vita, il bullismo social e non social, la scuola che fatica a riaffermare il suo ruolo e a svolgerlo al meglio e la minaccia della droga che incombe ancora e con nuove tentazioni.
«Questo è per me, oggi, la fede: dar credito a una promessa di vita infinita, perché ho finalmente capito che non posso fare a meno di sperare in essa. E la speranza è presente in me non per obbedienza al mio credo o alla mia Chiesa, ma perché sono uomo, ho dentro l'infinito e voglio la vita.», Nella lunga confessione contenuta in queste pagine, don Antonio Mazzi dà molto spazio alla speranza, un sentimento che non invecchia, che accomuna persone di fede e non credenti, che ci aiuta a guardare a noi stessi e agli altri fiduciosi di ricevere amore e salvezza e di poterne dare a nostra volta. Rivolgendosi idealmente a un giovane interlocutore, il sacerdote che ha dedicato la vita ai "ragazzi cattivi" ripercorre alcune sue esperienze per consegnarci, in un amorevole testamento spirituale, i pensieri che più gli stanno a cuore: la dimensione vitale, corporea, universale del Vangelo; il senso di essere prete e padre; l'importanza dell'ascolto e dell'accoglienza; il ruolo del perdono; la bellezza della preghiera; la necessità di aprirsi agli insegnamenti paradossali di Gesù per vivere in pienezza. Con la passione, la schiettezza e l'energia che lo caratterizzano, don Mazzi ci trascina a scandagliare, insieme a lui, il mistero che riguarda tutti e ciascuno di noi.
Ancora un libro di don Antonio Mazzi!?! Sì, ma questa volta è la sua autobiografia: finalmente si può capire cosa ha in quella testa così bacata da proporre idee e pensieri che fanno impazzire alcuni e incazzare altri, tanti altri. Soprattutto però mette a nudo il suo cuore, un cuore grande, così grande da riempirsi di tutte le debolezze, le fragilità, le schifezze che gli altri volentieri schivano o fanno finta di non vedere. «In questo libro non esiste la logica e, tanto meno, la continuità. Esiste la mia anima, perforata dalle vicende che la vita e il Padreterno mi hanno elargito con generosità. Un'anima che va avanti e indietro tra episodi, preghiere, riflessioni, dubbi, domande, gioie, tragedie. Ho raccontato perciò, alla mia maniera, la mia vita. Ripeto: non c'è logica, ma solo la mia anima sgangherata, la mia spiritualità grossolana, sparpagliata tra notti insonni, piccole vittorie, disfatte oceaniche e preghiere dislessiche. Perché in tutto questo ci sta il mio Dio. Non lo dico "mio" perché lo possiedo. Lo dico mio perché non so se sia anche quello degli altri, dei cosiddetti normali».
Ancora un libro sull'adolescenza!!! E poiché diverso non sarà, allora don Antonio Mazzi fa diverso il titolo. Per lui SPINOCCHIO non è un dispregiativo. SPINOCCHIO sarebbe un po' tutto quello che è stato Pinocchio, però alla rovescia: Bambino, non burattino. Pieno di libri e di zainetti, per cui venderne uno o cento, non fa differenza. A scuola basta il telefonino. Con un papà, o due, e quattro nonni (perché Geppetto è più un nonno che un papà). Con tanti amici, non amici, più lepri che gatti, più oche che volpi. Il paese dei balocchi ha infiniti nomi, pur essendo senza balocchi. Anzi l'Italia è tutta un paese dei balocchi. Tutto questo preambolo perché don Mazzi prende da Pinocchio le amicizie, le avventure, gli sbagli e le caratteristiche; infatti, se la storia di Pinocchio è la storia di un adolescente, ci sta dentro tutto e, per don Antonio, ci dovrebbe star dentro anche un finale positivo, bello: l'ultimo capitolo di SPINOCCHIO dovrebbe coincidere col capitolo dell'incontro con il padre, non nella pancia della balena, ma attorno ad un tavolo, per cenare insieme.
«L’amicizia è rimasta per caso nel mondo, nascosta da qualche parte?». È quanto si chiede don Mazzi all’inizio del libro. La risposta, naturalmente, è positiva. Ma don Mazzi vi giunge partendo dalle domande e dalle provocazioni di un bambino di dieci anni – il nipotino Matteo – e commenta: «Dopo i dieci anni la mamma, il papà, la nonna, l’orsacchiotto non bastano. Vuoi amare ed essere amato, conosciuto, stimato, apprezzato da altri, fuori dalla tua famiglia. Dentro di te si aprono dei buchetti, non so come definirli... I fratelli e le sorelle, come i genitori, sono già stati collocati nel posto giusto, quando eri piccolo. Quello degli amici è un buchetto nuovo e, sai cosa ti dico? Si allargherà». L’amicizia, continua don Mazzi, ha a che fare con Dio e l’eternità, è il primo segno del Paradiso. E per spiegarsi meglio ricorre a sette brevi storie (L’ago e la Madonna, La colomba amica, I volti, La gratuità, Sachi, Il tempo degli animali, L’anello d’oro). Il volume è arricchito dalle illustrazioni di Martina Peluso.
Gli autori
Antonio Mazzi è sacerdote, pedagogista e presidente della Fondazione Exodus Onlus. Spesso ospite in qualità di educatore nelle principali trasmissioni televisive, collabora con numerosi giornali e riviste. Tre lauree ad honorem in Pedagogia, Don Mazzi lavora al progetto “Un’idea”, struttura sperimentale alternativa al carcere minorile. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Preghiere di un prete di strada (20042), La tv in mano. Riflessioni in punta di dita (20082, con Giovanni Anversa), Come rovinare un figlio in dieci mosse (201010), Come salvare un figlio dopo averlo rovinato (2010), Di squola, si muore?! (20102) e Il mondo e l’infradito (2011)
Martina Peluso vive e lavora a Napoli. Ha studiato arte della stampa e frequentato corsi di illustrazione a Sarmede scegliendo di dedicarsi all’illustrazione per l’infanzia. Ha partecipato a numerose mostre collettive e, nel 2006, realizza la sua prima mostra personale presso la scuola circense Carampa di Madrid. Nel 2007, nel complesso museale di San Damiano ad Assisi, allestisce una personale dal titolo Il Cantico delle Creature - immagini di un mondo di grazia. Si occupa da sempre di laboratori artistici e collabora con numerose case editrici italiane e straniere.
‘’Esiste, esisteva, esisterà, a questo mondo, uno stranissimo paese chiamato il paese delle coccole’’.
Così inizia il racconto di don Antonio Mazzi che ci descrive un paese di fantasia, gemellato con il paradiso, i cui abitanti vivono senza televisione e senza negozi e supermercati. Ma cosa rende felici gli abitanti? Le coccole, che tutti si scambiano in continuazione; sono le coccole a preservarli dalla noia e dalle malattie e, quando qualcuno muore, vola direttamente in paradiso. Ma la maga del paese, invidiosa perché nessuno la considera, insinua il dubbio che le coccole possano prima o poi esaurirsi. Spaventati, gli abitanti cominciano a risparmiare le coccole, con risultati disastrosi. Ora sono costretti a rivolgersi alla maga per curare la tristezza e i mali che li affliggono. Ben presto le pozioni della maga si rivelano inutili e vengono sostituite dalla televisione, che invade le case del paese rendendo gli abitanti ancora più soli e infelici. Saranno i bambini e un misterioso barbone apparso improvvisamente a salvare la situazione e a riportare la felicità nel paese delle coccole.
Antonio Mazzi è sacerdote, pedagogista e presidente della Fondazione Exodus Onlus. Spesso ospite in qualità di educatore nelle principali trasmissioni televisive, collabora con numerosi giornali e riviste.Tre lauree ad honorem in Pedagogia, Don Mazzi lavora al progetto ‘’Un’idea’’, struttura sperimentale alternativa al carcere minorile. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Preghiere di un prete di strada (20042), La tv in mano. Riflessioni in punta di dita (20082, con Giovanni Anversa), Come rovinare un figlio in dieci mosse (201010), Come salvare un figlio dopo averlo rovinato (2010), Di squola, si muore?! (20102) e Il mondo e l’infradito (2011).
Simona zampa è nata a Milano. Dopo aver conseguito la laurea in economia aziendale all’Università Bocconi,ha lavorato presso banche di investimento americane e la Banca d’Italia. Spinta dalla passione per l’arte e la letteratura, ereditata dalla nonna poetessa, frequenta corsi serali di disegno e, infine, il corso di Modern Art presso Sotheby’s a Londra. Da allora si dedica all’illustrazione. Sposata con cinque figli, vive e lavora in Svizzera. Tra i suoi lavori più recenti la serie di libri de Il signor Krapiz (Francesco Brioschi Editore) e le illustrazioni per il libro di don Antonio Mazzi Le beatitudini del marciapiede (Monti Editore). Per le Edizioni San Paolo ha illustrato Il paese delle coccole, un racconto di don Antonio Mazzi (2013).
Uno sferzante libro-intervista: il pensiero di un prete che trasmette l'amore per la vita con il suo entusiasmo e i suoi progetti.
Essere cristiani connessi. Essere cristiani coraggiosi. Essere cristiani nell'amore e nel tempo. Essere cristiani in famiglia. Essere cristiani a scuola. Essere cristiani felici. Essere cristiani salvati: sette sfide per il mondo d'oggi, sette stimoli per vivere con coraggio e convinzione il nostro essere cristiani alla luce delle parole del Vangelo. Sette graffianti riflessioni-provocazioni del prete più conosciuto e "rivoluzionario" del nostro paese.
I Pierini sono i discoli. Don Mazzi ha raccolto in questo volume alcune testimonianze e riflessioni su un'esigenza evangelica: non importa ciò che fai, conta come lo fai
I Pierini sono i discoli, quelli che escono un po' fuori dagli schemi convenzionali, capaci di sorprenderci perché non si accontentano delle solite risposte e si attendono qualcosa di più vero dagli adulti. Per questo sono i preferiti da Gesù. Con un linguaggio diretto e immediato maturato nel campo dell'esperienza, Don Mazzi ha raccolto in questo volume alcune testimonianze e riflessioni, attraverso le quali si fa ancora una volta portavoce di un'esigenza evangelica: non importa ciò che fai, conta come lo fai.