Sono raccolte tutte le lettere che Mazzolari ha inviato ai propri familiari dal 1915 al 1959. La sollecitudine per gli uomini in generale, non era altro che l'espandersi dell'esperienza personale, degli affetti familiari. Del Mazzolari pubblico ci sono anche tracce nei tre testamenti che redasse in occasioni importanti: nel 1915, partendo volontario per il fronte; nel 1946, nel periodo di forti contrasti sia con la chiesa russa che coi comunisti della sua terra; nel 1954 quando sentiva ormai il peso degli anni. La forza morale è la stessa, anche l'orgoglio di aver seguito Cristo con coraggio, in povertà, non perde smalto; ma cambiano il rapporto con la guerra e la patria, lasciate da parte in nome della pace.
Chi scrive è un laico, magari dell'Azione Cattolica, o forse un semplice parrocchiano. Al suo parroco svela i dubbi e le richieste che i parrocchiani più insicuri o lontani nascondono. Tutti i discorsi dell'anonimo corrispondente sono in realtà quelli che don Mazzolari faceva a se stesso, esprimendo il fortissimo senso del proprio dovere ministeriale e dando voce al laico anticonformista che viveva in lui. Sono anche le critiche che muoveva da sacerdote alla sua chiesa, prima della guerra, sotto il fascismo: ancora oggi reputate valide, più ancora che nel contenuto, nello spirito di comunione appassionato e inflessibile che le anima.